Dichiarazione di Benedetto Della Vedova, deputato europeo della Lista Bonino:
Roma, 1 novembre 2000-"L'indice di libertà economica realizzato dall'Heritage Foundation e dal Wall Street Journal offre una impietosa fotografia dell'andamento della libertà economica in Italia rispetto agli altri paesi: in un anno il nostro paese è passato dal 28 al 32 posto. In valore assoluto l'indice è rimasto invariato, ma nel frattempo gli altri paesi, europei e no, hanno fatto progressi.
Senza riforme liberiste immediate l'Italia rischia il declino della propria competitività e della capacità di attrarre investimenti esteri, oltre che di favorire quelli nazionali.
Su entrambi i punti critici individuati nello studio, pensioni e mercato del lavoro, i referendum radicali costituivano un occasione difficilmente ripetibile di invertire il lento declino italiano. L'avvio di campagna elettorale mostra che l'ostilità alle riforme liberiste, manifestata e ostentata dai due Poli durante la campagna referendaria, resta intatta.
Sulle pensioni Casa Della Libertà e Ulivo gareggiano in demagogia promettendo aumenti - auspicabili - per le pensioni minime senza l'onestà intellettuale di indicare gli interventi compensativi necessari e sacrosanti, come l'aumento dell'età pensionabile; e men che meno sul passaggio dal sistema a ripartizione a quello a capitalizzazione. Sul mercato del lavoro lo stesso: nessuno chiede la revisione dello Statuto dei Lavoratori, caposaldo delle mille rigidità italiane, mentre fioccano gli slogan su una non ben identificata "libertà di assumere".
Imprenditori, giovani lavoratori, disoccupati, partite Iva, consumatori ed utenti sappiano che solo una presenza radicale nel prossimo parlamento assicurerà una lotta intransigente e rigorosa in favore delle libertà economiche e di un'economia aperta e concorrenziale. La medesima lotta condotta per tutti gli anni novanta".