COMUNICATO STAMPA DELL'ADUC
Associazione per i diritti degli utenti e consumatori
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IL PANE AI POVERI, I PISELLI E LE FAVE DELL'UE
Firenze, 2 Novembre 2000. E' uscito il nuovo numero del quindicinale informatico dell'Aduc, "Stupidario parlamentare", un osservatorio sui lavori nelle Istituzioni in Europa, con particolare attenzione al Parlamento italiano e a quello europeo. Visibile attraverso la Home page del sito dell'associazione http://www.aduc.it
e' curato da Donatella Poretti, responsabile dell'ufficio stampa dell'associazione. In questo numero:
Parlamento italiano: PANE, AMORE E FANTASIA
come risolvere il problema della fame...
L'on. Irene Pivetti, nota per impegno e passione di credente, come non potrebbe non interessarsi delle persone bisognose, e cosi' infatti presenta la proposta di legge n.4313 "Istituzione di un fondo di solidarieta' per la distribuzione gratuita del pane ai bisognosi".
Nella relazione introduttiva esordisce cosi' "nelle città italiane si incontrano spesso per le strade giovani, barboni e poveracci che chiedono l'elemosina indicando con un cartello che hanno semplicemente fame. Se sia vero o no è difficile dirlo, come è difficile sapere se i soldi raccolti con quel tipo di richiesta servano davvero per alimentarsi o per acquistare droga, vino, od altro." Per quanto la seconda parte sia leggermente inquietante (per quale motivo la nostra deputata ci debba mettere questa pulce nell'orecchio, il sospetto che il poveraccio, sia un falso poveraccio, che simula poverta' per comprarsi una bottiglia di vino, non riusciamo a comprenderlo), concordiamo con lei "E' una situazione non ammissibile, per la coscienza umana". E allora in un crescendo di impegno civico "ritengo necessario che si promuova un intervento ulteriore per eliminare del tutto, in Italia, la possibilità di patire la fame". Finalmente!
La legge e' presto articolata: 1- si raggranellano i 10 miliardi in Finanziaria destinati all'acquisto di pane, 2- si elimina qualsiasi possibilita' che in Italia si soffra la fame (vale anche per i non italiani: stranieri o apolidi che siano), 3- i Comuni senza alcun bisogno di certificati o controlli (basta con la burocrazia, se qualche massaia passera' dal Comune prima di andare a fare la spesa, chiuderemo un occhio) di fronte alla parola magica "ho fame" rilasciano il buono per il fornaio, tre etti di pane a testa 4- con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale il miracolo e' fatto. Il pane si e' moltiplicato. Per il pesce bisognera' attendere ancora ?
Parlamento europeo: Il calibro dei piselli non è obbligatorio
Nell'Europa agricola tutto e' normato, ma qualcosa sfugge, e nel capitolo di questi prodotti ribelli, ci sono "Piselli, fave, favette". Nella legislazione in vigore, finalmente una buona notizia, nel definire minuziosamente i piselli e i baccelli, si scopre il volto umano dell'Europa, per i piselli non e' obbligatorio il calibro, e per una volta le misure passano in secondo piano. Ma non credete che per questo i controlli e le definizioni siano minori. Intanto come condizione minima per la commercializzazione si avverte che baccelli e piselli devono essere sani e "praticamente privi di parassiti". C'era bisogno di mettere il termine "praticamente"? Forse si puo' sostenere che in teoria i nostri potrebbero anche essere pieni di parassiti, ma in pratica no? Infatti si ribadisce che devono essere "praticamente esenti da danni provocati da parassiti", e quindi se i parassiti in teoria ci sono stati, non devono avere lasciato traccia.
Tra le regole da rispettare per i piselli da sgranare c'e' quella che "i baccelli devono essere ben pieni e contenere almeno cinque semi", mentre "i semi devono essere succosi e sufficientemente consistenti, in modo che, premuti tra due dita, si schiaccino senza dividersi".
Vi immaginate gia' i controlli? Cinque semi, si puo' anche pensare di contarli, ma se si mettono a schiacciare con le dita i semi, chi li compra piu'? Va bene, il controllo sara' fatto a caso testando solo un paio di baccelli, sara' poi chi li compra che potra' sempre schiacciarli per verificare se rispettano le regole. Ma state tranquilli, se stanno sotto i cinque semi e presentano "lievi lesioni non evolutive della buccia dovute a parassiti" (quindi i parassiti in pratica possono esistere) i nostri piselli rientreranno nella categoria II, insomma quelli piu' brutti, che presentano "un minor grado di freschezza" (ma non avvizziti), meno perfetti e con lievi difetti e lievi ammaccature.
Insomma esiste una natura divisa a meta' e le nostre due categorie la coprono perfettamente.