SINTESI CONFERENZA STAMPA RADICALI/VERDI TENUTASI QUEST'OGGI A TORINO
Il Presidente del Gruppo Consiliare dei Verdi presso il Comune di Torino, Silvio Viale, ha esordito affermando che la contraccezione post-coitale era già possibile, utilizzando altri farmaci, prima dell'entrata in commercio della "pillola del giorno dopo". Le controindicazioni e gli effetti collaterali di tale pillola (nome commerciale Norleva) sono talmente scarsi che essa può essere venduta come prodotto da banco senza bisogno della ricetta medica. Viale ha ricordato, inoltre, che la legge 194/1978 sull'interruzione volontaria della gravidanza non fa alcuna distinzione fra "aborto chirurgico" e "aborto farmacologico"; il secondo è legale come il primo e non è stato attivato finora solo per pregiudizi ideologici e per il ritardo nell'acquisizione dei ritrovati scientifici. Occorre recuperare il tempo perduto: la RU-486 deve essere subito messa a disposizione delle donne italiane, come lo è già in Francia e in altri Paesi. Viale ha, infine, accusato l'Assessore alla Sanità della Regione Piemonte, Antonio D
'Ambrosio, di non avere predisposto né l'elenco dei medici obiettori (come richiesto dalla legge 194) né l'elenco dei medici che praticano l'aborto farmacologico.
Anche il Presidente del Gruppo Consiliare radicale alla Regione Piemonte, Carmelo Palma, si è rivolto all'Assessore D'Ambrosio e al Presidente Ghigo per porli di fronte alle proprie responsabilità: o sporgono denuncia alla magistratura nei confronti di tutti i medici che hanno praticato l'aborto farmacologico in questi anni nelle strutture sanitarie pubbliche (cioè direttamente dipendenti dalla regione) o rendono disponibile tale possibilità in tutte le strutture sanitarie della regione e per ogni caso di interruzione di gravidanza. Palma ha ricordato che un aborto chirurgico costa circa 1 milione e mezzo di lire; l'aborto farmacologico costa poche decine di migliaia di lire, libera preziosi posti-letto nelle strutture ospedaliere, comporta un trauma psichico per la donna decisamente inferiore a quello derivante dall'intervento chirurgico di raschiamento o aspirazione. Ha quindi aggiunto che l'obiezione di coscienza deve essere riconosciuta e tutelata nei confronti delle persone, non delle strutture sanitari
e: ogni struttura sanitaria pubblica o incaricata di pubblico servizio, farmacie comprese, deve mettere a disposizione dei cittadini l'intera gamma dei trattamenti previsti e dei farmaci registrati. Infine, Palma ha annunciato la presentazione in Regione e al Comune di Torino di un'interpellanza in cui si richiede all'Assessore regionale alla Sanità: di attivarsi per garantire la disponibilità del farmaco Norleva per tutte le cittadine piemontesi; di rendere pubblici gli elenchi dei medici obiettori; di attivarsi per ampliare al massimo la possibilità di praticare l'aborto farmacologico nelle strutture sanitarie pubbliche; di richiedere al governo nazionale l'abolizione dell'obbligo di ricetta per il Norleva.
Il Consigliere regionale radicale Bruno Mellano ha concluso la conferenza stampa illustrando le iniziative, a cui ha partecipato, attuate dalla Lista Bonino nel fine settimana per denunciare l'offensiva clericale nei confronti dello Stato laico: richiesta di introduzione in Italia della RU-486; sit-in anticlericale a Campo dei Fiori, sotto la statua di Giordano Bruno, in contemporanea con il "Giubileo dei Parlamentari"; manifestazioni nonviolente in Piazza San Pietro a favore del diritto delle donne ad una maternità cosciente e responsabile.
Torino, 6 novembre 2000
P.S. Per ulteriori informazioni: Carmelo Palma (0329/5933676), Silvio Viale (0335/8222238).