A mio modestissimo parere, però, il grosso sforzo di elaborazione avrebbe potuto essere più fruttuosamente indirizzato ad avviare qualche idea, progetto, iniziativa, ecc. per cercare di capire come una forza politica laica può fare avanzare (anche sul piano regionale) un serio progetto di riordino laico della scuola italiana. Cominciando con l'evitare l'enorme mistificazione costituita dalla definizione di "libera", attribuita alle scuole private che sono, per contenuti e spirito, quelle "coatte", non libere, ideologicamente orientate, discriminanti, inadatte ad assicurare libertà di insegnamento (visto che escludono insegnanti ebrei, rosminiani, atei, abortisti, etc.) e - per converso - di "monopolio statale" all'impresa storicamente necessaria e ideologicamente liberatrice compiuta dallo Stato, in una situazione di "monopolio" culturale (nelle campagne, ecc.) della Chiesa, e che ha assicurato finalmente piena libertà giuridico-istituzionale al suo insegnante, che poteva e può, appunto, essere ebreo, musul
mano, ateo, etc., con immenso beneficio didattico e culturale del discente, o alunno che dir si voglia.
Inviterei i consiglieri regionali piemontesi a dedicare qualche ritaglio di tempo a favorire questa riflessione (pronto a dare loro il mio modesto contributo di attenzione).
Grazie, Angiolo Bandinelli