Sono moltissime le persone alle quali mi è capitato di spiegare le ragioni di una azione diretta nonviolenta come quella che ha visto domenica scorsa dieci militanti radicali tornare, per gli stessi motivi e con le stesse modalità della Pasqua 1967, in piazza San Pietro ad affermare i diritti della persona, contro l'invadenza e la violenza del fondamentalismo e dell'oscurantismo vaticano.
Spesso ci capita di spiegare queste cose a persone che non conoscono la nostra storia, le nostre battaglie, perchè il sistema dell'informazione in Italia è nelle mani del potere dominante che è tutto intento a perpetuarsi e ad autoconservarsi, tutto intento ad oscurare e a cancellare ogni voce ed espressione anche visiva dei diversi, e specialmente quando i diversi si battono per la legalità, per l'affermazione del diritto e dei diritti e quindi per le libertà.
Spiegare le nostre ragioni, farle capire ad una persona che si presume sia vicina all'area radicale, che visita i nostri siti, che ascolta radio radicale, etc... è davvero un'impresa disperata.
Provo a spiegarle a Don Vito.
Con l'iniziativa nonviolenta di domenica 5 novembre in piazza S.Pietro, abbiamo voluto affermare le ragioni della laicità dello Stato e delle istituzioni, per la libertà religiosa, di fede e di ricerca religiosa, per la libertà di coscienza, per la libertà della ricerca scientifica; dunque, per i diritti della persona, contro ogni tentazione clericale, fondamentalista ed oscurantista.
Non si è, di certo, voluto contestare al pontefice ed alla chiesa cattolica di esercitare compiutamente il proprio magistero nei confronti dei credenti e di ognuno, ma si è inteso contestare e respingere, con fermezza, ogni ingerenza, in quella che è la sfera di Cesare; ogni attentato, dunque, alla laicità dello Stato e ai diritti della persona, che solo uno Stato laico, appunto, può pienamente garantire, difendere e promuovere.
Caro Don Vito, noi abbiamo manifestato, affinchè non vi siano indebite ingerenze ed indebite prescrizioni politiche che travalichino i confini del legittimo magistero della fede, per invadere quella che è, appunto, la sfera della laicità dello Stato.
Ed abbiamo manifestato, caro Don Vito, per ricordare tutto questo ad una classe politica che si è recata in Vaticano, immemore del proprio dovere di legiferare laicamente nel pieno rispetto dei diritti di ciascun cittadino, all'interno, lo ripeto, di uno Stato laico e, di più, di istituzioni transnazionali laiche, che garantiscano a tutti le stesse libertà, le stesse opportunità, gli stessi diritti.
Caro Don Vito, i radicali, da sempre, hanno scelto la strada della laicità dello Stato e della difesa delle libertà individuali. Altre azioni dirette nonviolente dovremo concepire per affermare tali diritti e tali libertà; bisogna essere consapevoli che occorrerà sconfiggere una volta per tutte il prepotere clericale e fondamentalista della Chiesa Cattolica Romana contro la laicità dello Stato.
Spero che siano finalmente chiare a tutti le ragioni dei radicali.