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Conferenza Rivoluzione liberale
Partito Radicale Rinascimento - 10 novembre 2000
EMMA BONINO: LA NOSTRA AVVENTURA TELEMATICA

La risposta di Emma Bonino all'editoriale di Stefano Rodotà di ieri su "La Repubblica", pubblicata nella rubrica delle lettere su "La Repubblica".

[nota: il testo della lettera è stato largamente tagliato dalla redazione del quotidiano] Sono molto grata a Stefano Rodotà - prima ancora che da radicale, da cittadina che non smette di appassionarsi alla politica - per l'attenzione che ha voluto dedicare alla nostra avventura telematica. Gli sono grata, in particolare, perché ha colto l'essenziale: noi stiamo ancora una volta tentando - è la nostra storia di radicali da mezzo secolo ormai - di trovare nuove domande, e magari anche qualche nuova risposta, sul tema della "forma partito"... Qual è, dunque, il nostro obiettivo, e il nostro obiettivo - lo ammetto - assolutamente, scopertamente "doloso"? Quello di consentire a chiunque lo vorrà di "occupare" il nostro spazio, e magari addirittura di "espropriarci". Che vuol dire? Vuol dire che abbiamo escogitato un meccanismo, un "gioco" telematico e democratico per cui tutti i cittadini (senza alcuna distinzione: che votino per i radicali o no), registrandosi sul sito Internet www.radicali.it, possono partecip

are, da elettori ma anche da candidati, alla elezione on line di 25 nuovi membri del nostro Comitato di coordinamento... Grazie a questa nuova forma di devoluzione di potere (ed è vera "devolution") tutti saranno messi nelle condizioni di incidere nella formazione delle nostre decisioni. E - questa - una palla di neve che può diventare una slavina. Se i cittadini scopriranno di poter fare una cosa del genere con i radicali, ben difficilmente tollereranno di non poterla fare anche con i loro partiti... Devo invece dire all'amico Rodotà che la sua critica al nostro presunto "referendum elettronico permanente", alle derive plebiscitarie e populistiche che finiremmo per alimentare non coglie il bersaglio, per la banale ragione che il bersaglio, così come lui lo vede, molto semplicemente non esiste. Noi non abbiamo organizzato nessuna consultazione referendaria "virtuale", e, anche nel mondo "fisico", abbiamo sempre guardato con un qualche sospetto ad un certo uso dello strumento referendario... Insomma, per noi

deve valere nella rete esattamente quello che abbiamo sostenuto in tutti questi anni: gli strumenti di partecipazione diretta non servono a sostituire, ma a rafforzare e ad integrare le forme della democrazia rappresentativa. Cercheremo - con l'aiuto di Stefano Rodotà, se lo vorrà - di far ricordare anche questo ai troppi che sembrano averlo dimenticato. Ma occorre partire dall'appuntamento delle elezioni on line che abbiamo saputo concepire. E, per tutti, una nuova occasione di impegno, e, insieme, un'occasione di impegno nuovo. Sarà colta? Lo spero. Ne hanno, ne abbiamo tutti davvero bisogno.

 
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