Novembre 2000
Editor Oscar Bartoli
Oscarbar@ibm.net
www.ilginc.org
Il più Grande Spettacolo del Mondo
Al momento della trasmissione in rete non sappiamo chi sarà il vincitore della incredibile competizione elettorale che ha tenuto incollati ai televisori fino alle 5 del mattino dell'8 novembre milioni di spettatori in America ed in tutto il mondo. Il Mega Show si è sviluppato con una ritmica da thriller ed un andamento da ottovolonte. Ha coinvolto tutti, dai candidati, agli spettatori, dai famosi anchors televisivi ai direttori dei giornali che sono usciti con titoli da scatola sulla vittoria di Bush. Ha detto Tom Brokaw della NBC: "Non abbiamo avuto un uovo in faccia, ma una omelette". Si sprecano i commenti ironici della stampa europea sulla inefficienza del sistema elettorale Americano e sulla sua democrazia malata. Si tratta di giudizi che non condividiamo, tanto più quando vengono dall'Italia un paese che continua a starnazzare alla ricerca di una legge elettorale meno pasticciata di quella attuale. L'America si dimostra grande anche e soprattutto nei momenti difficili. E questo è uno dei più difficili.
Certo se avessero votato gli oltre 100 milioni di aventi diritto al voto che non sono andati alle urne non ci troveremmo in questo caos surreale.
Tocqueville e le elezioni presidenziali
C'è un francese che in queste elezioni presidenziali al cardiopalmo è stato tirato in ballo da alcuni commentatori politici. Il suo nome: Alexis De Tocqueville (1805 - 1859). A ventisei anni trascorse nove mesi negli Stati Uniti, viaggiando a cavallo, sui carri e sui battelli fluviali. Incontrò ed 'intervistò' gente importante (a cominciare dal Presidente Andrew Jackson) e gente comune. Tornato in Francia scrisse nella sua tenuta un trattato,"Democrazia in America", (non senza prima avere fatto allontanare una mandria di mucche) che costituisce ancora oggi la più approfondita valutazione del sistema sociale americano. Al punto che, nonostante i quasi due secoli dalla sua pubblicazione, si tira in ballo il Tocqueville per dimostrare che aveva visto giusto nel fotografare le caratteristiche del popolo americano. A cominciare da quella incontenibile voglia di fare, di agire, di produrre reddito e profitto, l'unica molla che tiene sempre in tiro 270 milioni di cittadini. E poi 'l'uguaglianza'. In America tutti p
arlano con tutti, sia che si tratti di persone potenti e ricche che di gente ordinaria. Perchè il sistema mette a disposizione di tutti le stesse basi di partenza e la vita alterna velocemente alti e bassi. Così chi è straricco oggi potrebbe non esserlo domani. Ma le generalizzaioni del Tocqueville, come spesso succede, peccano di genericità. Prendiamo ad esempio il caso dei due candidati che sono riusciti a bruciare 3 miliardi di dollari (settemila miliardi di lire) nella campagna elettorale. Gore e Bush non sono gente comune come Clinton. Appartengono ad una aristocrazia politica e di censo. Soprattutto Bush è uno nato col cucchiaio d'argento in bocca. Gli europei a maggioranza hanno fatto il tifo per Gore (esperienza e solidità professionale, ottimo padre e marito, è andato in Vietnam anche se come giornalista, conosce il mestiere). Bush invece ha dichiarato lui stesso di avere avuto fino a 40 anni seri problemi con l'alcool, (si parla anche di una certa simpatia verso le droghe), scarsi risultati scolas
tici, incapace addirittura di pronunciare qualche parola difficile (strategery, anzichè strategy), bugiardo anche lui per avere taciuto sul suo arresto per guida in stato di ebbrezza. Il Texas di cui è governatore ha totalizzato record negativi, a cominciare dall'assistenza ai bambini e istruzione scolastica. Eppure in queste elezioni, se si guarda alla mappa degli stati che Bush si è aggiudicato, sorge spontanea la domanda perchè tanto consenso. E la risposta forse sta nel fatto che gli americani sono portati a perdonare chi si pente dei propri peccati (tipico il caso dell'ex sindaco nero democratico di Washington, Marion Barry, trovato dall' FBI in un alberghetto con una prostituta-spacciatrice di crac a fumare. Nove mesi in galera e poi rieletto sugli scudi dai fratelli neri). E poi la voglia di cambiare: sì perchè il buon senso contadino dice che nei posti di potere la gente non ci deve stare più di tanto, altrimenti diventa pericolosa. Ed infine un elementare transfert psicologico: tra un Gore perfettin
o, bravino a modino ed un Bush scoglionato e con una gioventù turbolenta alle spalle, la metà di quelli che hanno votato ha dato la preferenza al Figlio del Padre, perchè era più facile riconoscersi in lui con i propri vizi e i propri limiti.
Wall Street e dintorni
by Zorro
DEUTSCHELAND UBER ALLES, OLANDA APPENA SOTTO
Altre due acquisizioni di alto profilo da parte di istituzioni europee. Il mercato dei servizi finanziari diventa sempre piu' globale. E l'America ne e' l'epicentro.
Cinque mesi dopo l'acquisizione di PIMCO (Pacific Investment Management Company), ed Oppenheimer Capital, fondi leader nella gestione di obbligazioni, Allianz, il primo gruppo assicurativo in Germania e il secondo in Europa dopo la francese Axa, conquista Nicholas-Applegate, fondo leader nella gestione di azioni, al prezzo di 2 miliardi di dollari. Con l'acquisizione Allianz diventa il sesto gestore patrimoniale nel mondo con assets pari a 700 miliardi di Euro e il primo gestore di obbligazioni nel mondo. L'operazione porta anche clienti istituzionali del calibro di American Express e Johnson & Johnson. Secondo gli analisti, l'acquisizione e' un passo intermedio verso una ulteriore espansione. Allianz usera' le proprie partecipazioni industriali tedesche per finanziare l'espansione all'estero. L'acquisizione di PIMCO e' stata finanziata con una obbligazione convertibile in azioni Siemens. Ulteriori dismissioni dovrebbero finanziare l'acquisizione di Nicholas-Applegate dal momento che le partecipazioni d
i Allianz in industrie tedesche ammontano a 60 miliardi di Euro e il governo tedesco ha eliminato tasse pari al 50% su vendite di partecipazioni a partire dal 2002. Quando si dice il gioco di squadra !
Parallelamente, ABN Amro, la prima banca olandese, ha annunciato l'acquisizione di Alleghany Asset Management, la divisione gestioni patrimoniali di Alleghany, al prezzo di 825 milioni di dollari. Alleghany porta 45 miliardi di dollari in gestione e 550 clienti istituzionali. Con l'acquisizione ABN Amro ha ora assets pari a 155 miliardi di dollari. ABN Amro controlla La Salle Bank in Chicago, Standard Federal bank in Michigan e la European American Bank a New York. Lo scorso settembre ABN Amro aveva acquisito Morgan Stockbroking, leader nel brokeraggio retail in Australia.
La tedesca Allianz e l'olandese ABN Amro seguono le acquisizioni completate nel corso dell'anno dalla francese Caisse des Depots et Consignations e dalle inglesi Old Mutual Insurer e Amvescap. L'altra inglese Barclays, l'altra tedesca Deutsche Bank e la svizzera UBS gia' posseggono grandi gestioni patrimoniali in America. Commerzbank ha annunciato l'intenzione di acquisire un gestore patrimoniale con assets di almeno 100 miliardi di dollari. Tra gli italiani, il solo Unicredito possiede una presenza nel mercato americano dopo l'acquisizione dei fondi Pioneer. Il mercato delle gestioni patrimoniali americano e' il piu' grande del mondo, con 13 trilioni di dollari. 7 trilioni di dollari (20 volte la dimensione del mercato inglese) sono gestiti da fondi. Una presenza globale consente un ampliamento delle piattaforme distributive ed una migliore gestione dei fondi amministrati. Inoltre, riduce il profilo di rischio consentendo una migliore diversificazione e la possibilita' di ruotare gli investimenti sulla
base delle condizioni dei mercati regionali. Insomma un'occasione da non perdere per i futuri fondi pensione europei.
Allianz ha una capitalizzazione di mercato di 90 miliardi di Euro (Generali, la prima compagnia assicurativa italiana, ne ha 45), ABN Amro ha una capitalizzazione di mercato di 30 miliardi di Euro (San Paolo IMI, la banca italiana piu' assimilabile ad ABN Amro) ne ha 25).
EURO, I FONDI PENSIONE IL PROSSIMO NEMICO
Se i governi dei Paesi aderenti all'Unione non mettono mano a politiche economiche, fiscali e di bilancio comuni, la necessita' di garantire benessere ai cittadini europei si scontrera' con schizofrenie strutturali di difficile gestione
In un tipico esempio di notizia epocale passata sotto silenzio, la Commissione Europea ha annunciato nell'ultima settimana di ottobre, una riforma nelle regole europee che governano gli investimenti dei fondi pensione. La Commissione Europea e' intenzionata a permettere all'erogante la prestazione pensionistica di investire fino al 70% dei fondi in strumenti a lungo termine (in primis, azioni). Le restrizioni in effetto invece, limitano gli investimenti a lungo termine in uno spettro tra il 30 e il 40%. Inoltre, l'esposizione in valuta estera verrebbe alzata al 30%. Benche' gran parte dei politici e degli osservatori sia poco competente nella materia, tale deregolamentazione porterebbe i fondi pensione europei piu' vicini agli inglesi e agli americani. Per esempio, l'allocazione dei fondi tedeschi e' non solo, al momento, un affare esclusivamente locale ma e' anche sbilanciato verso titoli a reddito fisso. La riforma dovrebbe far risaltare la debolezza strutturale dell'Euro. Infatti, e' vero che la di
versificazione incrementara' i rischi ma migliorera' i rendimenti a lungo termine, ma Eurolandia potrebbe fronteggiare un'ulteriore fuga di capitali a lungo termine, allorche' i fondi pensione, ora intrappolati in titoli pubblici locali, cominciano a diversificare all'estero. Come noto, il decollo dei fondi pensione europei e' indispensabile al fine di sollevare gli Stati dal peso di un welfare che potrebbe causare la bancarotta. Le conseguenze: 1) come alcune grandi istituzioni finanziarie europee (ma non italiane) hanno capito, stabilire una presenza nel mercato dei capitali USA e' necessario al fine di governare la quantita' enorme di denaro autogestito che finira' nei mercati (vedi Allianz ed ABN Amro); 2) i 15 non possono continuare a gestire politiche economiche, fiscali e di bilancio indipendenti; 3) gli investitori europei medesimi contribuiranno alla debolezza dell'Euro, a meno che i mercati dei capitali di Eurolandia non crescano in fretta; 4) chi si ferma e' perduto, cioe' se non si mette mano a
riforme strutturali o si muore di welfare o si muore di crollo valutario. Fortuna Audentes Iuvat. qui non vale.
I CAPITALISTI ITALIAN-STYLE: CAVALIERI DI (S)VENTURA.
Storie della spaghetti-finanza, ovvero come fare (tanti) soldi coi (pochi) soldi degli altri.
Chi ha letto le cronache economiche italiane dell'ultimo mese, ha probabilmente fatto i bagagli e si e' preparato ad emigrare in Cina. Dove saranno comunisti, ma a tanto non arrivano. Tengono separato il Nuovo Mercato dal mercato di Forcella (Napoli); non comprano aziende coi soldi degli utenti; non vendono allo Stato aziende dello Stato.
In Italia, invece, si comincia dalla new economy: Olidata · pare (il condizionale e' d'obbligo)· avrebbe nascosto una evasione fiscale colossale. L'Amministratore Delegato, in manette, ha spiegato che "la normativa e' cosi' difficile da leggere, che se evasione c'e' stata , e' stata in buona fede". Ha ragione, la normativa e' cosi' difficile che, nell'ordine, il collegio dei sindaci, i revisori di bilancio, gli avvocati, i banchieri, la CONSOB e le autorita' di Borsa non si sono accorte di niente. Se n'e' accorto un maresciallo della guardia di finanza. Probabilmente lo stesso maresciallo che ha pizzicato Freedomland, che invece · pare (sempre condizionale) · avrebbe truccato il numero dei clienti (le aziende della new economy, che faranno profitti forse nell'anno 3000, vengono valutate sulla base di un multiplo del numero dei propri clienti). Se, come dicono, alla Borsa Italiana "i controlli ci sono e funzionano bene", forse sarebbe meglio abolirli e andare in borsa con un'autocertificazione.
Il gioco-delle-tre-carte lo hanno inventato a Napoli al tempo dei Borboni. Cosi' come a Napoli, secondo la leggenda, il Principe Raimondo di Sangro di Sansevero nascondeva la pietra filosofale, ossia un sasso capace di trasformare la materia in oro. La moderna versione e' capace di trasformare carta straccia in stock options, e stock options in 800 miliardi. L'operazione e' semplicissima e non richiede un laboratorio alchemico: da una costola di una grande azienda si scorpora una divisione ad alta tecnologia. Dopo pochi mesi si vende la suddetta per 4 miliardi di dollari. I top-managers intascano 800 miliardi per aver creato 4 miliardi di valore in sette mesi da uno start-up. In pratica, e' come se Geronzi, CEO della Banca di Roma, scorporasse la divisione mutui dalla Banca e poi la vendesse alla Bank of America. Avrebbe diritto a 800 miliardi per aver venduto una azienda appena nata a 4 miliardi di dollari.
Morto un IRI (Istituto per la Ricostruzione Industriale) se ne fa un altro. Il Kaiser dell' ENEL, ente elettrico naionale italiano, riporta i telefoni sotto il controllo dello Stato. L'ex-monopolista elettrico (ex?) compra una azienda telefonica attraverso un prestito di 10 miliardi di Euro. Poiche' i prestiti costano cari e le banche richiedono garanzie, non si capisce perche' l'acquisizione non sia stata finanziata sui mercati con un'emissione obbligazionaria o velocizzando la conclusione della privatizzazione. Il sospetto e' che il Kaiser voglia pagare i telefoni con i ricavi della vendita delle centrali elettriche. Poiche' le centrali sono state costruite con soldi pubblici, lo Stato finira' col finanziare un'acquisizione che rimarra' in mano a privati. Di piu': se, come si mormora, tra gli acquirenti delle centrali ci saranno aziende pubbliche, succedera' che lo Stato compra cose sue e le paga a terzi. Altro che capitalismo zapatista.
IL VOTO ALL'ESTERO? ASPETTA E SPERA
Nel tripudio seguito all'approvazione della riforma costituzionale per permettere il voto agli italiani residenti all'estero, non si sono letti con la necessaria attenzione gli atti parlamentari. Nella riforma e' prevista una deroga per la quale se non si modificano le leggi elettorali di Camera e Senato per inserire la circoscrizione Estero "si applica la disciplina anteriore". Cioe' quella che non prevede l'esercizio del diritto di voto per gli italiani residenti all'estero. Insomma si e' introdotta un'altra "disciplina transitoria" come quella sull'esame di maturita' sperimentale, durata 30 anni, e quella sull'ingresso dei Savoia, che dura da 50.
Nel frattempo gli onorevoli Di Pietro e Berlusconi stanno attivamente mobilitando risorse e contatti negli Stati Uniti per mettere un piede tra i prossimi elettori al di là dell'Atlantico.
We, the Israeli People
Alla fine di ottobre i giornalisti italiani residenti negli Stati Uniti hanno ricevuto un messaggio firmato da una non meglio identificata NIR (nir @otmail.com) dal titolo: "Una nazione TOTALMENTE antisemita!"
Eccone il testo:
"Noi, popolo di Israele, abbiamo appena cacciato a calci il giornalista Riccardo Cristiano che si è scusato con il popolo palestinese per avere filmato il linciaggio di due soldati istraeliani. E questo reporter si autodefinisce giornalista. Evidentemente si è dedicato tutto il tempo al servizio della propaganda palestinese. Il vostro Ambasciatore alle Nazioni Unite ha appena annunciato che " Israele ha mandato due soldati per farli linciare solo per averne dei benefici politici." Soltanto una mente antisemita del c .. può avere tirato fuori qualcosa del genere. Che sta facendo Israele? Sta cercando disperatamente di raggiungere la pace, svendendo metà della sua terra. E che riceviamo in cambio? Piombo ed uccisioni. La gente qui pensa che siamo stati stupidi, ma voi Italiani sarete soddisfatti solo quando avremo perso l'intera nazione. E una vergogna che voi giornalisti italiani e gente italiana, 50 anni dopo l'olocausto ed il patto con Hitler, non abbiate compreso niente dalla storia. VERGOGNATEVI."
Come giornalista italiano rispondo all'anonimo estensore della protesta. Il collega della RAI Cristiano (non è stato buttato fuori a calci ma richiamato dalla RAI TV) inviando una lettera ad un amico palestinese nella quale si dissociava dal servizio TV sul linciaggio (la ripresa è stata fatta da una troupe concorrente di Mediaset) ha compiuto un'azione idiota ed eticamente riprovevole. I dirigenti della RAI adotteranno nei suoi confronti le misure del caso. Quanto all'ambasciatore Vento ha stupito non solo il contenuto delle sue affermazioni ma il fatto che un professionista con delicate responsabilità parli a ruota libera con dei giornalisti che poi correttamente fanno il loro mestiere. Ci auguriamo che il Ministro degli Esteri italiano assegni al più presto a nuova sede (possibilmente del sub Sahara africano) questo diplomatico poco diplomatico. Resta infine l'accusa di antisemitismo rivolta a tutti gli italiani. E qui dobbiamo dire all'ignoto estensore della nota che si sbaglia di grosso. Per tradizione
l'Italia è sempre stata vicina agli ebrei. Durante la seconda Guerra Mondiale, nonostante il fascismo, sono stati migliaia gli italiani che hanno dato asilo, protetto e salvato migliaia di altri connazionali braccati dai nazisti solo perchè erano ebrei. Lo hanno fatto con grave rischio personale e delle proprie famiglie. Non ci risulta che in Germania ci siano stati altrettanti atti di eroismo e di carità cristiana nei confronti degli ebrei inviati in massa allo sterminio industrializzato. Quindi è meglio non fare di tutta l'erba un fascio.
Quello che tutti gli italiani si augurano è che l'estremo tentativo del Presidente Clinton con Barak e Arafat possa avere successo e che finalmente sia ricondotta la pace in quella martoriata area.
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Il Caffè dell'Accademia
Grande successo al Caffè dell'Accademia Europea di Washington del workshop organizzato sul tema "Sing a Poem" il cui scopo era dimostrare quanto contenuto poetico vi sia in molte canzoni popolari. Joy Nathan, nota attrice del teatro e della televisione, ha interpretato con efficacia la traduzione inglese dei testi di alcune canzoni napoletane e francesi. Dr. Leo (uno pseudonimo dietro il quale si cela un professionista italiano) ha cantato in lingua originale i motivi accompagnandosi alla chitarra. Sono stati messi in vendita i CD dal titolo "Dr.Leo Live" il cui ricavato è stato inviato alla American Cancer Society. Chi fosse interessato all'acquisto del CD con le stesse motivazioni (costo 15 dollari) può farne richiesta a oscarbar1@msn.com.
Lucia Alberti al Kennedy Center
Lucia Alberti è un soprano drammatico di agilità. Molto conosciuta a livello internazionale per la sua tecnica e la splendida voce, ha commosso milioni di telespettatori quando, al termine di un megaconcerto per il Giubileo a Roma alla fine di Ottobre, ha stampato sulle guance del Papa due baci. Una sopresa per tutti perchè Lucia Alberti non è certo il tipo di primadonna che cerca di trarre vantaggio da ogni occasione. La soprano italiana ha cantato al Kennedy Center nel Trovatore riscuotendo un significativo successo personale. Successo tanto più meritato se si pensa che l'artista non ha avuto la possibilità di provare con l'orchestra perchè le finanze del Teatro sono al lumicino. Questa almeno la versione uffciale. Non vorremmo che nei confronti dell'artista fosse scattata la solita discriminazione antitaliana, dura a morire in molti ambienti anglosassoni.
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Gentile Lettore
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Translation by Prof. Maria Enrico (tel 914 674-7229) --- mlenrico@aol.com
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