Da un lancio della agenzia Ansa delle ore 13,59
CECENIA: BONINO CHIEDE MISSIONE CONTRO ''GUERRA NASCOSTA''
ROMA, 23 NOV - Un grido al mondo perche' non si
dimentichi la 'guerra nascosta', il conflitto in Cecenia che sta
mietendo migliaia di vittime tra la popolazione civile. Lo
lancia la conferenza del partito radicale con 'Reporters sans
frontiers' a Roma in un incontro di rappresentanti delle
organizzazioni internazionali, giornalisti e donne che hanno
raccontato la loro esperienza diretta di orrore ceceno.
I lavori sono stati aperti da Emma Bonino che ha fatto un
pressante appello perche' venga liberato l'accesso in Cecenia ai
mezzi d'informazione e all'intervento umanitario internazionale.
''La situazione di guerra in Cecenia si trascina
nell'indifferenza generale quando ci sono 200.000 profughi
sfollati nella vicina Inguscezia e in Cecenia la popolazione
civile e' abbandonata a se stessa. Non c'e' piu' tempo per
discutere, l'inverno e' arrivato. Bisogna intervenire subito dal
punto di vista umanitario e premere per una soluzione
politica'', ha spiegato l'esponente radicale.
Bonino ha anche ricordato il giornalista di 'Radio radicale'
Antonio Russo, morto il mese scorso in Cecenia mentre stava
raccogliendo testimonianze sul sanguinoso conflitto: ''Vogliamo
continuare il lavoro di Russo cercando di evitare che sul
conflitto in Cecenia cada del tutto il silenzio''.
Nel corso della conferenza ha preso la parola il giornalista
Andrej Babitski, autore di un reportage sulla Cecenia trasmesso
dalla Cnn, che e' stato internato dalle forze armate russe in un
campo di concentramento, dove e' stato torturato.
''La Russia usa dei mezzi unici nel loro genere per impedire
che i giornalisti informino il mondo su cio' che accade in
Cecenia. Da quando e' salito al potere il presidente Vladimir
Putin sono stati posti dei grossi ostacoli all'attivita' dei
giornalisti sia russi che stranieri. Sono stato arrestato e
internato, accusato di aver utilizzato documenti falsi. Volevo
far causa, ma in Russia, il sistema non garantisce la
giustizia'', ha spiegato Babitski che per il suo lavoro ha vinto
diversi premi internazionali.
Tra le testimonianze piu' sconvolgenti, quella di Libkan
Basaeva, presidente delle Donne del Caucaso. Basaeva ha
raccontato dei rastrellamenti che i soldati russi compiono nei
villaggi ceceni, dei massacri senza spiegazioni e soprattutto
dei frequenti rapimenti di uomini per chiedere poi ingenti
riscatti alle famiglie. ''In Cecenia e' in corso un vero e
proprio commercio di persone. Uomini vengono prelevati dalle
loro case e restituiti alle famiglie che si svenano per pagare
il riscatto. Spesso ottengono solo il cadavere del loro
congiunto'', spiega Basaeva.
L'ambasciata della Federazione russa a Roma ha contestato la
conferenza dei radicali sulla Cecenia.
In una lettera di cui Emma Bonino ha dato notizia si esprime
''forte perplessita' circa l'opportunita' di tale iniziativa che
sicuramente, dice, non giova alla causa della soluzione politica
della situazione nella Repubblica cecena. L'evidente parzialita'
nell'impostare l'iniziativa induce a pensare che gli
organizzatori perseguono obiettivi ben diversi da quelli
dichiarati. Non si vorrebbe che questa conferenza si trasformi
in un'azione non amichevole, anzi ostile nei riguardi dei popoli
della Federazione russa''.
CECENIA: CENTINAIA I CIVILI RAPITI DAI MILITARI RUSSI =
NIVAT E BABITSKY DENUNCIANO GLI ORRORI DELLA GUERRA NASCOSTA
Da un lancio della agenzia Adnkronos delle ore 14,23
Roma, 23 novembre 2000. Sono centinaia i civili rapiti in
Cecenia dai militari russi, rilasciati solo dopo il pagamento di un
riscatto da parte delle loro famiglie. A denunciare uno degli orrori
della ''guerra nascosta'' sono i giornalisti Andrei Babitsky e Anne
Nivat, fra i pochi corrispondenti ad aver seguito la guerra oltre le
linee russe, in un intervento stamane alla conferenza organizzata dal
Partito radicale, dai deputati ella Lista Bonino al Parlamento
Europeo e da Reporters senza frontiere per ''liberare l'accesso ai
media e all'intervento umanitario internazionale'' nella repubblica
caucasica e ricordare Antonio Russo, il giornalista ucciso il mese
scorso in Georgia.
''Uno dei business piu' importanti in Cecenia -spiega Babitsky,
il giornalista russo di Radio Liberty che fu arrestato in Cecenia dai
militari di Moca, detenuto a lungo in un 'campo filtro', e condannato
per possesso di documenti falsi dopo la sua liberazione- e' il
commercio di persone. I civili ceceni vengono fermati, portati nelle
guarnigioni militari fino a che i loro parenti non pagano somme di
denaro elevate''. ''Vi sono centinaia di casi -aggiunge Babitsky, a
cui le autorita' russe hanno riconcesso il passaporto solo
recentemente- e nessun tipo di controllo su militari e polizia
russi''. ''I civili vengono rapiti quando le forze russe
entrano nei villaggi dopo i bombardamenti oppure ai posti di blocco
-spiega Anne Nivat, la giornalista di Liberation che e' rimasta in
Cecenia fra il settembre del 1999 e il febbraio di quest'anno- le
loro famiglie si rivolgono a intermediari, che a loro volta si fanno
tutti pagare, per liberare l'ostaggio. Il riscatto varia in funzione
del grado del militare coinvolto nel rapimento. Si arriva a diverse
centinaia di dollari se si tratta di ufficiali''.
''Nessuno si ricorda piu' di questa guerra'' -denuncia Nivat,
nche perche' sono veramente pochi i giornalisti che la seguono. ''Non
e' una guerra classica. Non c'e' un fronte. Le forze russe evitano il
contatto diretto con gli indipendentisti. Hanno paura. Sono i
miliziani che provocano i militari russi, per spingerli al contatto.
Proseguono pero' i bombardamenti aerei ciechi su interi villaggi,
contro i civili. Bombardamenti che ogni volta provocano morti che
nesusno ha mai contato''.
''Da parte russa -incalza la giornalista- non c'e' nessuna
intenzione di mettere fine a questo conflitto''. Si continua a
ripetere che devono essere arrestati i comandanti delle milizie, ''ma
nessuno dei piu' importanti e' stato fermato''. ''E' come se non ci
fosse una reale volonta' di farlo''.
Emma Bonino ha aperto la conferenza rispondendo
alle critiche dell'ambasciata russa (''il formato della conferenza
induce a pensare che il suo scopo principale sia quello di prestare
appoggio morale ai banditi e terroristi che sono contrari alla
soluzione politica del problema ceceno nell'ambito della Costituzione
della Federazione russa''), accettando ''molto volentieri'' di
diffondere il filmato delle atrocita' commesse dai ceceni inviato
dall'ufficio stampa dell'ambasciata, e invitato i diplomatici a
partecipare.
''Senza preclusioni -ha sottolineato Bonino- perche'
l''obiettivo di questa iniziativa e' il richiamo al rispetto delle
convenzioni internazionali per quanto riguarda il libero accesso agli
aiuti umanitari e media in Cecenia, per una soluzione politica della
questione. il nostro obiettivo e' quelo di contribuire a una
conoscenza, e quindi a una soluzione, nell'ambito delle convenzioni
internazionali che si applicano a tutti''.