A rischio il ruolo stesso della Commissione europeaDichiarazione di Gianfranco Dell'Alba e Olivier Dupuis, deputati europei della Lista Bonino:
Bruxelles, 28 Novembre 2000. "A meno di dieci giorni del Vertice di Nizza le posizioni dei 15, sui punti chiavi della riforma dell'Unione europea, indispensabile per consentire l'allargamento, non potevano essere più distanti. Nonostante mesi di negoziato non vi è sostanzialmente nessun accordo sui quattro più importanti temi in discussione. L'unica cosa che finora sembra unire tutti, al di là degli omaggi formali tributati ancora oggi dalla classe politica italiana alla Carta dei Diritti fondamentali, è la decisione di proclamare solennemente l'adozione di questa carta a Nizza con la condizione esplicita che questa non abbia alcun valore giuridico, non sia inserita nei trattati, non preveda alcuna possibilità di ricorso giurisdizionale, insomma sia riposta in qualche cassetto polveroso del Consiglio.
Sui punti chiavi, certamente non esaustivi, i radicali ritengono che dal Vertice di Nizza debbano essere conseguiti gli obiettivi seguenti:
1. Riforma della Commissione
a) elezione a suffragio universale del presidente della Commissione europea;
b) abbandono del principio di collegialità e affidamento al Presidente della Commissione della responsabilità politica, ivi compreso nella scelta dei commissari;
2. Riforma del Consiglio
a) Riponderazione dei voti secondo il principio della doppia maggioranza (stati e popolazione);
b) Generalizzazione del voto a maggioranza per tutte le materie di competenza dell'Unione;
3. Cooperazioni rafforzate
a) su richiesta di un terzo dei stati membri;
b) senza procedure particolari per le cooperazioni rafforzate nel secondo pilastro (Politica Estera e di Sicurezza Comune);
4. Politica estera e di sicurezza comune
a) avvio del processo di comunitarizzazione;
Il governo italiano condivide, almeno a parole, buona parte di questi obiettivi. L'auspicio che formuliamo che abbia il coraggio di mantenere fino in fondo una posizione coerente, rifiutandosi di avvallare un compromesso de minimis che risulterebbe incomprensibile per l'opinione pubblica e renderebbe sempre più velleitario il proseguimento del processo di integrazione europea.