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Conferenza Rivoluzione liberale
Manfredi Giulio - 19 dicembre 2000
RESOCONTO VISITA CARCERE DI ASTI (18-12-00)

Siamo entrati in carcere alle ore 9 (Bruno Mellano, Giulio Manfredi, Renato Longo). Lunga conversazione con il direttore del carcere (Edoardo Torchio), in gran parte dedicata al problema del mancato allacciamento del carcere all'acquedotto; l'acqua tratta dai pozzi artesiani, troppo calcarea, corrode le tubature e provoca continui guasti. Dopo la visita precedente (18/06/00), Bruno Mellano aveva scritto a Regione, Comune di Asti e Amministrazione Penitenziaria, sollecitando un tavolo comune di lavoro per far arrivare l'acquedotto al carcere; l'unico a risponderci sollecitamente per iscritto è stato il sindaco di Asti, Luigi Florio, che ci ha comunicato che il Comune di Asti rafforzerà l'acquedotto già esistente fino all'abitato di Quarto D'Asti; all'amministrazione penitenziaria toccherà il compito di provvedere ai 2 chilometri di tubazioni da Quarto al carcere. A settembre, dopo la visita del Dr. Caselli, la stampa aveva informato della costituzione di un "tavolo operativo" sul problema suddetto.

Il Dr. Torchio ci ha comunicato che l'Amministrazione si stà orientando su un'altra soluzione; far arrivare l'acqua dall'acquedotto delle Langhe, che arriva ora a Revigliasco; l'Amministrazione si farebbe carico di costruire e gestire privatamente le tubazioni da Revigliasco al carcere (20 chilometri), per superare le procedure burocratiche della legge Merloni. Sulla fattibilità in tempi brevi dell'opera lo stesso direttore aveva molti dubbi!

Rispetto all'altro problema, quello della mancanza di collegamenti del servizio pubblico di trasporto fra Asti e il carcere, il direttore ci ha comunicato che aveva scritto all'Amministrazione Provinciale (che gestisce il servizio); ha ricevuto solo in risposta una telefonata con cui gli è stato comunicato che non è possibile neppure creare due piazzole per la fermata degli autobus al bivio della statale (500 metri dal carcere) perché ci sarebbero problemi ad espropriare i pezzi di terra occorrenti! Era stata fatto in passato l'esperimento con pulmini che svolgevano un servizio ad hoc, ma era naufragato per scarsità di clientià.

Il rapporto con l'ASL è buono; il rapporto con il SERT pure; il medico del SERT viene tutti i giorni; rimane immutato il problema della scarsità di infermieri e di specialisti; anche ad Asti abbiamo riscontrato l'inadeguatezza dei trattamenti metadonici: erano in corso due trattamenti ("naturalmente" a scalare) rispetto ai 130 (circa) detenuti td.ti; grave la diffusione della TBC nei detenuti extracomunitari.

Per finire un po' di numeri:

capienza carcere: n. 150

detenuti presenti alle ore 8.00 del 18.12.00: n. 316 + 10 (art. 21 - regime di semilibertà)

detenuti in attesa di giudizio: n. 113

detenuti extracomunitari: n. 128

organico effettivo polizia penitenziaria: n. 155 (in servizio presso l'istituto) + n. 4 (unità cinofila, serve l'intera regione) + n. 23 (per le traduzioni dei detenuti)

organico previsto: 210 unità.

Abbiamo girato per un'ora nel carcere, accompagnati dal comandante degli agenti (Cotza). Riscontrato una situazione tranquilla; ambienti puliti (cucine comprese); nessun rilievo da parte dei detenuti incontrati; il cappellano è un parroco di campagna che è contattato soprattutto dai detenuti extracomunitari per avere scarpe e vestiario; le docce sono in condizioni penose per i suddetti problemi derivanti dall'approvvigionamento tramite pozzi.

Nessun altro consigliere regionale (o deputato) aveva visitato il carcere dall'ultima nostra visita (nemmeno Caselli e l'Assessore Regionale alla Famiglia e alle Politiche Sociali, Mariangela Cotto, astigiana).

Abbiamo poi tenuto una conferenza stampa nella Sala Consiliare del Municipio di Asti; sono venuti i corrispondenti locali de "La Stampa" e de "Il Giornale" e una tv privata; gli articoli usciti il giorno dopo sono stati sostanzialmente corretti.

Torino, 19/12/00

Giulio Manfredi

 
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