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Conferenza Rivoluzione liberale
Partito Radicale Rinascimento - 20 dicembre 2000
Da pag. 1 de "Il Foglio"

Roma, 19 dicembre 2000

Pannella pro-consolare?

I radicali da soli al voto, ma con la riserva di dare una mano a chi vince.

Geniale idea del guru: un patto di programma con il governo che uscirà dalle urne. Non importa quale.

Ma D'alema vuole di più.

Roma. Anche Pannella sente aria di intesa, e si mette nel mezzo dei partiti dei "consoli"?

Per ora Marco Pannella e Massimo D'Alema smentiscono qualunque cosa: nessuna "strizzata d'occhi", come titolava ieri un quotidiano. Il primo lo fa ufficialmente, attraverso i microfoni di Radio radicale, con il consueto stile poco diplomatico: "E' demente l'incapacità dell'Ulivo di guardare oltre il proprio naso" e di accettare di confrontarsi con noi in modo vero e non addomesticato".

Il secondo lo fa ufficiosamente, rispondendo agli amici che gli chiedono se davvero si stia riflettendo su un accordo elettorale con i radicali: con Pannella non ci parla da prima delle Regionali, spiega D'Alema, ma con la Bonino "mi vedo e mi sento spesso, è una buona amica e con lei ci capiamo bene e ra-gioniamo di politica". E la leader radicale, assicurano i dalemiani, questa volta "non si farà incastrare da Pannella nel balletto che abbiamo visto alla vigilia del voto radicale, quando era costretta a trattare contempora-neamente

con Silvio Berlusconi e con il centrosinistra, per poi alla fine andare da soli a

una sconfitta elettorale annunciata. Ed è noto che a lei la prospettiva di accordi con il Polo piace poco". E' stata proprio Emma Bonino, nella riunione del Comitato di coordinamento radicale conclusasi domenica a Chianciano, a insistere per una scelta netta, contro chi invitava ad aprire trattative con uno o l'altro degli schieramenti, e a decidere subito di presentarsi da soli "come radicali", abbandonando una volta per tutte le denominazioni personalizzate: Lista Pannella e - soprattutto - Lista Bonino. Contemporaneamente, Pannella

ha inserito nella mozione finale l'ipotesi di un "contratto di governo" con i punti programmatici che stanno a cuore ai radicali da proporre "alla maggioranza di governo della prossima legislatura", qualunque essa sia.

Mani libere, dunque, per contrattare con i vincitori senza condizionamenti un ruolo nel prossimo Parlamento. Gli interpreti interni delle cose radicali spiegano che la differenza dalle scorse due tornate elettorali (le Europee,

con il trionfale 8 per cento della Lista Bonino, e le Regionali dove si registrò invece un netto arretramento) è che questa volta il partito di Pannella ha messo in soffitta le orgogliose velleità terzopoliste: "Andiamo soli nel proporzionale", spiega un dirigente di Via di Torre Argentina, "ben sapendo che l'obiettivo del 4 per cento di quorum è assai difficile da raggiungere, e chiedendo a tutti, simpatizzanti del centrodestra come del centrosinistra,

di votarci non come alternativa contrapposta ai due poli in campo ma per assicurare la presenza di una pattuglia radicale in Parlamento che può essere garanzia di buona politica per entrambi gli schieramenti".

Allo stesso modo in cui, ha spiegato Pannella ai suoi, nel 1993 "chiedemmo ai non radicali di iscriversi per evitare la scomparsa del Partito radicale, e ci risposero sì in 40 mila".

Come allora, "anche oggi è in gioco la nostra sopravvivenza, e questo voto può segnare la fine della storia radicale".

Taradash alla guida dei radical-polisti Alla fine della quattro giorni di Chianciano, la decisione di una corsa solitaria alle prossime politiche ha raccolto consensi quasi unanimi ed è stata votata anche dai più convinti sostenitori della necessità di alleanze.

"La possibilità di accordi non è affatto preclusa", spiega Marco Taradash, rappresentante della lista che nelle votazioni on-line del Comitato radicale ha raccolto la maggioranza dei sostegni propugnando l'intesa con la Casa delle Libertà. "In molti collegi la differenza tra Polo e Ulivo è di un pugno di voti, e lì i radicali possono essere determinanti per una vittoria berlusconiana.

Mentre la sinistra non può permettersi un'intesa che spacca la sua base sociale". Di tutt'altro avviso Giovanni Cominelli, già esponente della segreteria lombarda dei Ds e oggi membro del Coordinamento radicale: "Il

Polo è già autosufficiente, ma il centrosinistra ha bisogno dei voti radicali, e D'Alema ha la lucidità e il realismo politico per capirlo e imporlo: è in sella da pochi giorni, ma credo che presto se ne occuperà". Anche perché nella testa del leader Ds, spiegano alcuni suoi interlocutori, c'è ben chiara una co-sa: se alla Camera il Polo farà il pieno dei voti, al Senato la situazione è assai più in bilico , "e se giochiamo bene le carte, anche con l'apporto di alcuni candidati radicali nell'uninominale e di un accordo più o meno esplicito

di desistenza, possiamo ottenere quella quindicina di seggi in più che cambierebbe le prospettive della prossima legislatura". Il visionario Marco Pannella, che ha i piedi ben piantati sul terreno della politica, ha già messo nel conto questa realistica ipotesi. Venire a lavorare negli Stati occidentali".

 
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