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Conferenza Rivoluzione liberale
Aduc Associazione - 21 dicembre 2000
PRIVATIZZAZIONE FARMACIE

COMUNICATO STAMPA DELL'ADUC

Associazione per i diritti degli utenti e consumatori

URL: http://www.aduc.it

mailto aduc.it@aduc.it

Tel.055290606 - 0552302266

SINTOMATICHE PAGINE DELLA VIA ITALIANA AL CAPITALISMO SONO STATE SCRITTE IN QUESTI GIORNI: TRIONFO DELLA VERSIONE NOSTRALE DEL GOLDEN SHARE E CONSIDERAZIONE DEI CONSUMATORI AL LIVELLO DI SUDDITI.

Firenze, 21 Dicembre 2000. Procede la privatizzazione e liberalizzazione del mercato dei servizi, in questo caso farmacie. Si tratta di protagonisti locali che, ovviamente, non possono smentire metodo e prassi sperimentata dei loro padri nazionali.

Cosi' interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.

Nei giorni scorsi e' stato il Comune di Brescia, che come primo passo ha deciso di costituire una societa' per azioni -in cui lui stesso e' azionista unico- a cui verra' assegnato il diritto di farmacia: una sorta di concessione che potrebbe giungere anche fino a 99 anni, dopodiche' potra' cominciare a vendere le azioni, ma conservando per se' almeno il 20%.

Ora tocca al Comune di Firenze, dove la formula e' un po' diversa, dall'apparente maggiore inserimento in una logica di mercato: 80% ai privati, 20% di capitale pubblico, garanzia di 8 anni del posto di lavoro per gli attuali dipendenti, e titolarita' del servizio che resta al Comune per i prossimi 30 anni (spostamenti e chiusure degli esercizi ci potranno essere solo dietro autorizzazione del Comune).

Mentre per Brescia ci sembra che la situazione sia netta e definita (per il prossimo secolo non se ne parla neanche, c'e' il timido 20% promesso ... ma chissa' cosa succedera' fra 99 anni ...), per Firenze e' piu' liberale -col significato che questo aggettivo ha nel vocabolario delle privatizzazioni all'italiana: subito l'80% ai privati, ma sotto il controllo del Comune che, quindi, con il 20% decide il bello e cattivo tempo della gestione quotidiana delle farmacie, dal personale agli spostamenti, aperture e chiusure: una sorta di golden share nostrale, con la differenza che, mentre quella confermata e specificata per legge a suo tempo dal Governo D'Alema indicava gli ambiti precisi d'intervento dell'autorita' pubblica, nel caso fiorentino -proprio perche' la titolarita' del servizio rimane saldamente nelle mani del Comune del presidente dell'Anci (che, in quanto tale, fa da battistrada ed esempio per quei suoi colleghi che ancora titubano per il passaggio in materia) diventa potere assoluto.

Ora sara' curioso capire chi si fara' avanti per questo 80%. Quale investitore privato comprerebbe azioni per l'80% facendosi comandare da chi ha il 20%, con anche la prospettiva di non potere modificare quel personale che non dovesse essere funzionale al nuovo assetto societario? Noi sappiamo gia' come andra' a finire, come a Brescia. Solo che nel Comune lombardo hanno avuto almeno la sincerita' di chiamare le cose con il loro nome e cognome (il Comune e' azionista unico), nel capoluogo toscano, memori di quello che i francesi chiamano "florentinisme" (che sta ad indicare il machiavellismo bifronte della tradizione medicea), troveranno un po' di aziende pubbliche (infarcite di qualche privato aduso a lavorar col pubblico) che -con utili che non usano per diminuire i costi dei loro servizi all'utenza- si consorzieranno e scaleranno questo 80% che, altrimenti, le tanto temute multinazionali neanche si sarebbero sognate di prendere in considerazione.

Proprio una bella pagina di via italiana al capitalismo, dove i consumatori continuano a giocare il ruolo di sudditi, perche' gli e' impedito il ruolo di determinare il mercato (nel nostro caso: aperture, chiusure, spostamenti, licenziamenti, assunzioni) con scelte alla ricerca di qualita' ed economicita' del servizio.

 
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