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Conferenza Rivoluzione liberale
Partito Radicale Angiolo - 22 dicembre 2000
Da "L'Opinione" del 22 dicembre 2000

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LA BOMBA DI MILANO E MARCO PANNELLA

di Angiolo Bandinelli

No, non arriveranno ad arrestarlo per tentativo di strage, per aver messo il chilo di esplosivo sul tetto del Duomo di Milano. Con quella bomba o similbomba Pannella non c'entra. Lui ha persino subodorato, dietro il maldestro petardo, il profumo o la puzza dell'inciucio quale vero, e nemmeno troppo misterioso, movente (facile: basta avanzare un disincantato e cinico "cui prodest?"). Ma, se è scampato a poliziotti e inquirenti, Pannella davanti alla storia non se la cava con altrettanta facilità. Lui con gli anarchici, del tipo di quelli che si sono vantati dell'attentato milanese, ha parecchio da spartire. E', sicuramente, un loro complice. Non c'è bisogno di andarle a cercare, le prove: ne ha disseminate lui stesso abbastanza. Non recita da tempo, in uno dei suoi ultimi slogan politico-affabulatori, di inseguire una politica "liberale, liberista e libertaria"? E che vuol dire, quel "libertaria" se non, giustappunto, "anarchica"?. Insomma, se non è stretto sodale degli anarchici, Pannella ne condivide gli

archetipi fondatori. Quando, nei suoi generosi anni giovanili, raccattò da terra la lacera bandiera del radicalismo italiano, subito gettò quel "libertario" in faccia ai liberali del "Mondo", i quali si ritrassero inorriditi. L'inusitata variante semantica gli è stata poi rinfacciata senza pietà da quanti hanno cercato per mezzo secolo di staccarlo, come spuria escrescenza, dalla tradizione e dall'eredità dei Pannunzio e Carandini. Il suo fu un gesto calcolato. A differenza di quegli esangui liberali, aveva capito che il mondo di oggi, la civiltà di massa, aveva bisogno, per toccare le sponde sacre del liberalismo, di un pizzico di anarchia. Un grande radicalliberale di allora, Ferrara (Mario, si prega di non fare confusione) si augurò che tra i liberali esplodesse un rametto di "pazzia". Pannella capì e, accanto a "liberale", scrisse "libertario", appunto. La scelta ha fatto del vecchio, anchilosato liberalismo nazionale una formula possente, capace di pervadere di sé generazioni, ceti, gruppi sociali e cul

turali che altrimenti di liberalismo non avrebbero mai sentito né voluto sentir parlare. Ve li immaginate, i "capelloni" delle marce antimilitariste, i "cornuti" del divorzio, gli strafatti per overdose, i transessuali e le mignotte, a far politica insieme agli "Amici del Mondo", di ieri o di oggi? E invece questi (ed altri) transfughi della società contemporanea e dei suoi vari e variopinti perbenismi si sono lanciati come soggetti attivi nell'agone civile, hanno creato diritto e legge, hanno migliorato se stessi e il paese. Dietro al libertario Pannella.

E come è potuto accadere che il nuovo libertarismo non abbia provocato guai, sfracelli, disastri, morti e stragi come l'anarchia di Orsini o degli inadeguati e spuri bombaroli di Milano? Semplice: grazie alla massiccia dose di nonviolenza che Pannella ha iniettato nelle vene del suo partito liberale e libertario. Quella pera di nonviolenza ha posto un invalicabile discrimine tra le bombe all'Orsini e l'iniziativa militante dei pannelliani. Con questo discrimine, Pannella ha però anche salvato l'anarchia, la cultura libertaria. Un'operazione necessaria e benefica. Perché senza presenza libertaria, si ricordi bene, anche la civiltà liberale può divenire oppressiva, violenta contro se stessa e i suoi figli, contro l'individuo e i suoi ineliminabili, specifici, grandi diritti. La civiltà liberale ama starsene bene ordinata nei confini delle istituzioni che si è date, e non ama affatto che tali argini siano rotti, irrisi, scavalcati. Cosicché si può essere liberali (lo abbiamo sperimentato spesso, e lo sperimenti

amo oggi con tanti dei liberals in circolazione) e insieme negatori dell'individuo. Eppure perfino San Tommaso (non solo Stirner) sostiene che l'individuo è unico, là dove ammonisce che "Individuum est ineffabile", cioè che l'individuo non può essere definito, sfugge ad ogni classificazione coercitrice. Di questo individuo caro a San Tommaso, il massimo teologo cattolico, Pannella il libertario (chi lo avrebbe detto) è oggi il rigoroso e (ovviamente) solitario interprete.

 
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