Emma Bonino: "Il ministro della Sanità dimostri ora la forza morale e il coraggio politico necessari per ridurre i ritardi dell'Italia rispetto all'Europa".
Roma, 27 dicembre 2000
Il comitato bioetico cui il ministro della Sanità Umberto Veronesi ha affidato il compito di esaminare, sotto la presidenza del Premio Nobel Renato Dulbecco, "le problematiche relative all'utilizzo di cellule staminali a scopi terapeutici e di chiarire il reale potenziale di sviluppo e di applicabilità di questo della ricerca in Italia" ha concluso i suoi lavori e ha optato - con una maggioranza di circa due terzi - per un approccio "laico-liberale" che ricalca le scelte aperturiste già fatte dal premier laburista britannico Tony Blair, dal presidente americano Bill Clinton e da altri governi occidentali: a favore della sperimentazione sugli embrioni crioconservati e a favore della clonazione a scopo terapeutico.
Alla relazione conclusiva redatta dalla Commissione ministeriale, Radio Radicale dedica giovedì mattina alle 11 (alcune ore prima che il documento venga formalmente presentato al ministro Umberto Veronesi) una "diretta" cui parteciperanno, insieme a Emma Bonino e Cinzia Caporale, lo storico della biomedicina Gilberto Corbellini, docente alla Sapienza, e il biotecnologo del CNR di Napoli, Roberto Defez.
Le conclusioni della Commissione, insediata da Veronesi nello scorso settembre, confermano l'esistenza nel nostro paese di due posizioni contrapposte in materia di bioetica: l'una aperturista, favorevole alla sperimentazione e più sensibile ai diritti dell'individuo; l'altra "proibizionista", saldamente ancorata ai precetti e ai valori dell'etica cattolica. La Commissione insediata da Veronesi, superando la posizione "proibizionista" recentemente adottata dal Comitato Nazionale di Bioetica, opta ora nettamente per l'apertura.
Riuscirà l'attuale governo di centro-sinistra, nello scorcio di legislatura che rimane, ad affermare il principio della libertà della ricerca scientifica?
"Tocca ora al ministro Veronesi" ha dichiarato Emma Bonino "dare prova di forza morale e di coraggio politico, dimostrando che non esiste una sola bioetica codificata bensì una pluralità di bioetiche, cui l'individuo liberamente aderisce o non aderisce; affermando che nessun potere politico, ancorché democraticamente legittimato, dovrebbe sostituirsi agli individui nel perseguire "modelli" riguardanti il vivere, il soffrire, il morire."