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Conferenza Rivoluzione liberale
Partito Radicale Segreteria - 10 gennaio 2001
PENSIONI: DELLA VEDOVA, " PARLAMENTO UNITO PER REGALIA A SINDACATI E PARTITI"

Dichiarazione di Benedetto Della Vedova, deputato europeo della Lista Bonino:

Roma, 10 gennaio 2001-"Le forze politiche italiane, di maggioranza e di opposizione, non hanno l'onestà intellettuale, la lungimiranza ed il coraggio di affrontare la riforma della previdenza, a partire dall'abolizione delle pensioni d'anzianità, di rimuovere le patenti ingiustizie nei confronti dei lavoratori più giovani insite nell'attuale sistema e di scongiurarne l'insostenibilità finanziaria.

In compenso hanno trovato invece il tempo ed il modo di varare oggi un provvedimento scandaloso, nella forma e nella sostanza, per la ricostruzione della pensione dei dipendenti dalla Pubblica Amministrazione licenziati tra il 1 gennaio 1946 e il 7 agosto 1966 per presunti motivi politici o sindacali, quale che sia il motivo a suo tempo ufficialmente addotto. Le domande dovranno essere corredate da una dichiarazione del partito o sindacato di appartenenza e il comitato interministeriale incaricato di vagliare le domande sarà composto da tre membri su sette designati dai sindacati maggiormente rappresentativi. Inutile sottolineare il grado di arbitrarietà delle procedure previste per "indagare" su fatti vecchi di cinquant'anni.

Il fatto che questa riedizione della famigerata "Legge Mosca" riguardi, in teoria, poche migliaia di persone rende l'accaduto patetico, ma non meno grave. Non vi è alcuna ragione, ad esempio, per cui coloro che sono stati licenziati "arbitrariamente" - per altro prima dell'entrata in vigore della disciplina di tutela dei lavoratori nei licenziamenti individuali, 7 agosto 1966 - per presunte discriminazioni politiche o sindacali abbiano diritto all'indennizzo e lo stesso non venga invece riconosciuto ai licenziati "arbitrariamente" per altri motivi.

La legge Battafarano/Smuraglia votato oggi a larghissima maggioranza bipartisan dal Parlamento è l'ennesima prova del fatto che partiti e sindacati italiani continuino a non avere alcuna remora nell'uso a fini privati delle istituzioni e delle finanza pubbliche".

 
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