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Conferenza Rivoluzione liberale
Partito Radicale Rinascimento - 16 gennaio 2001
CONCORDATO. RADICALI: ABROGAZIONE RICHIESTA CON REFERENDUM GIA' DAL 1974. MA LA CONSULTA IMPEDI' ILLEGALMENTE UN'ALTRA CONQUISTA DI CIVILTA', DOPO IL DIVORZIO.

Dichiarazione di Daniele Capezzone, della Direzione dei radicali:

Roma, 16 gennaio 2001 - Questa mattina, dalle colonne del "Corriere della Sera", Ernesto Galli della Loggia ha rilanciato la questione della abolizione del Concordato tra Stato italiano e Chiesa cattolica.

Intanto, in attesa di abolire il Concordato, Galli della Loggia ha provveduto, una volta di più, ad abolire i radicali, che sin dal 1974 (in una campagna di raccolta di firme che vide il sostegno e il "volantinaggio", proprio dalle colonne del "Corriere", di Pier Paolo Pasolini -ma, evidentemente, si trattava di altro "Corriere" e di altra "firma" -) raccolsero centinaia di migliaia di firme in calce a una proposta referendaria volta proprio all'abrogazione del Concordato (e che si univa ad altri quesiti, dall'aborto all'abolizione del finanziamento pubblico dei partiti, dalla legge Reale a 97 articoli del Codice Rocco).

Quattro anni dopo, però, inaugurando una lunga -e tuttora impunita ed ininterrotta- giurisprudenza anticostituzionale, la Consulta avrebbe respinto il quesito, impedendo al paese, dopo il divorzio, di compiere di slancio un'altra grande conquista di civiltà.

E' l'ora di ripeterlo, ai vecchi e ai nuovi militanti concordatari, ai vecchi e nuovi sostenitori, clericali e comunisti, dell'articolo 7 della Costituzione, dei Patti lateranensi e delle integrazioni craxiane: non solo la laicità dello Stato, ma anche e soprattutto la libertà della Chiesa, possono essere assicurate soltanto attraverso la rimozione e il superamento del Concordato e, con esso, di tutte le altre norme che sviliscono il magistero religioso e chi lo esercita a espressioni dello Stato, a 8 per mille, a bestemmia.

Opposta, invece, sembra essere la strada preferita dal Parlamento e dal Governo italiani, pronti ad estendere il modello concordatario anche ad altre confessioni religiose, per meglio diffondere il morbo clericale nello Stato e quello statalista nelle Chiese.

Ma poiché, com'è noto, al peggio non c'è mai fine, anche in questa logica neoconcordataria (che pure, secondo noi, va respinta in radice), c'è chi inserisce elementi di odiosa intolleranza: è il caso dei deputati di Lega, An e Ccd che si oppongono soltanto alla ratifica delle "intese" con buddisti e testimoni di Geova. In altre parole, sì alla statalizzazione, ma solo dei culti graditi ai censori

 
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