PANNELLA: SOLIDARIETA' PIENA A FILIPPANI RONCONI CONTRO "IL CORRIERE DELLA SERA" DI ROMITI E DE BORTOLI, DIRETTO EREDE DI QUELLO GOLPISTA DI GELLI, GIA' ALLORA ALLEATO E CONVERGENTE CON LA "COLONNA ROMANA" DI SCALFARI E DE BENEDETTI
E IL PRESIDENTE CIAMPI
Già da qualche tempo vado denunciando, nell'attuale "Corriere della Sera", null'altro che la nuova edizione del "Corriere" piduista e al centro della strategia sostanzialmente golpista dell'emergenza e dell'unità nazionale. Come ai tempi del caso D'Urso, convergono contro la libertà e i diritti politici e civili del nostro paese le "colonne romane" di Carlo De Benedetti e quelle "milanesi" oggi di Cesare Romiti.
L'ignobile, demente episodio del quale è "vittima" non Filippani Ronconi ma la decenza stessa del quotidiano di via Solferino mi consente, anzi mi obbliga, ad esprimergli tutta la mia solidarietà, affermando, in particolare, che auguro ai pochissimi pseudo "antifascisti" di regime in buona fede di essere, nella loro vita, più vicini a quella di Filippani Ronconi, e probabilmente anche alle caratteristiche umane e civili della scelta "fascista" dei suoi vent'anni.
All'inizio degli anni Settanta, già pubblicamente augurai agli "scandalizzati" antifascisti che avevano "scoperto" che Livio Zanetti aveva compiuto sostanzialmente la stessa scelta che oggi si rimprovera a Filippani Ronconi, augurai a loro e allo stesso Livio Zanetti, di essere nella loro vita all'altezza delle ragioni e della nobiltà di quella scelta, certo radicalmente opposta a quella di noi antifascisti della libertà, ma anche agli opportunismi e alle miserie degli "antifascisti" ufficiali, eredi del fascismo e non ad esso alternativa, come oggi, di nuovo, viene manifestamente dimostrato. Auspicio naturalmente andato perso.
Oggi questo "Corriere della Sera", Romiti e De Bortoli possono certo ogni giorno illudersi di potere protervamente quanto illusoriamente maramaldeggiare contro di noi e compiere così l'ennesimo "assalto finale" per annientare la presenza radicale in Italia, a loro modo sodali perfino con i responsabili dell'assassinio di Antonio Russo o dell'espulsione di Emma Bonino da ogni incarico rispetto al quale unanimemente in Europa e nel sistema delle Nazioni Unite si sa che la leader radicale transnazionale e italiana avrebbe potuto e potrebbe assicurare un apporto letteralmente straordinario nella difesa della vita di milioni di esseri umani e per il diritto e la libertà ovunque.
Così come durante il caso Moro e il caso D'Urso, il caso Tortora e quello dei trenta milioni di firme apposte dai cittadini italiani e stracciate da una Corte Costituzionale golpista e di servizio al regime senza alcun pudore e decoro, come allora è oggi in corso un vero e proprio "festival" fascista-di Stato, dei fuori-legge che lo occupano, per impedire al popolo italiano, come negli anni Trenta, di conoscere e giudicare la lotta e l'alternativa antifascista, laica, liberale alla quale i radicali danno corpo, voce, volti, parola e vita.
Aggiungo -anche se so bene che quanto noi rendiamo "pubblico" viene d'imperio reso clandestino- che il Presidente della Repubblica Ciampi, lui per primo, non ha il diritto di ignorare questa realtà. Se vuole, può ulteriormente su di essa documentarsi. Se invece non lo vuole, non si meravigli se con dolore ma anche con assoluta determinazione ci difenderemo da ogni buona coscienza a buon mercato, da ogni tradimento della Costituzione antifascista e repubblicana, dalla violenza della sua Repubblica.
Roma, 20 Gennaio 2001