REGOLE PIU' SEVERE SI APRE ANCHE IL "CASO LEGA"Finanziamenti Ue: pronto il piano voluto da Prodi
da LA STAMPA, Lunedi' 22 Gennaio 2001
Enrico Singer, corrispondente da Bruxelles
Regole piu' severe per i partiti europei. La Commissione guidata da Romano Prodi ha irrigidito i principi che governeranno il riconoscimento giuridico delle formazioni politiche rappresentate a Strasburgo e i sistemi per il loro finanziamento. Il testo del progetto - in gestazione dall'estate scorsa - e' stato modificato, dopo lo stop deciso a sorpresa mercoledi', e ormai e' pronto. Tanto che potrebbe essere varato anche nella prossima riunione della Commissione, in calendario per dopodomani. Si tratta di un "regolamento" in sette articoli che avra' valore di legge a tutti gli effetti per i nuovi partiti europei. I primi due articoli di questo progetto sono dedicati proprio a identificare la "personalita'" di un partito europeo. E la condizione di base e' che nel suo programma e anche nelle sue attivita' rispetti i principi fondamentali del Trattato dell'Unione europea. Quelli sui grandi temi - democrazia, nessuna forma di razzismo o xenofobia - e quelli piu' pratici, compresa l'elezione democratica degli or
ganismi dirigenti. Materie delicate, come il caso Haider in Austria insegna. Al punto che l'articolo 2 prevede possibili contestazioni e stabilisce che a risolverle sara' un comitato di saggi composto da personalita' indipendenti che sara' nominato di comune accordo dall'Europarlamento, dalla Commissione e dal Consiglio.
Stabilito chi potra' fregiarsi del titolo di "partito europeo", il regolamento affronta il capitolo ancora piu' sensibile dei finanziamenti che dovrebbero ammontare, nel primo anno, a 14 miliardi di lire. E gli sbarramenti si moltiplicano perche' su questo terreno la Commissione si e' mossa con una doppia cautela. Evitare che fondi del bilancio comunitario finiscano nelle casse di partiti "anti-europei". E evitare che eventuali scandali di gestione dei finanziamenti si rovescino sulla Ue come e' gia' successo, a livello nazionale, in Italia e piu' di recente in Francia e in Germania. Sul primo punto, le fonti della Commissione sono chiare: sarebbe "inammissibile" finanziare un partito che proponesse la limitazione dei diritti dei cittadini o che predicasse l'intolleranza. Ma i soldi di Bruxelles non saranno negati soltanto agli eventuali partiti "anti-europei". Non andranno nemmeno a quei partiti che non avranno deputati in almeno un terzo dei Paesi dell'Unione.
Per i grandi partiti europei gia' esistenti - come il partito popolare (Ppe) o il partito socialista (Pse) - questo limite non e' un problema. Cosi' pure per i liberali europei o per la neonata formazione di centrodestra nella quale Alleanza nazionale e' al fianco dei gollisti. Molti altri, se vorranno fare parte di un "partito europeo" e ottenere il relativo finanziamento pubblico, dovranno prima cercare "fratelli" in altri quattro Paesi almeno, dovranno dare vita a un movimento comune, rispettare le regole dello statuto e, nell'eventualita' di contestazioni, attendere il parere dei "saggi". Negli ambienti della Commissione nessuno vuole fare commenti su quei "casi nazionali" che subito vengono alla mente: dalla Lega di Umberto Bossi, ai movimenti dei tanti autonomismi che serpeggiano in Europa, fino allo stesso partito di Haider.
Certo, l'eventuale rifiuto del "marchio" di partito europeo non impedisce l'eleggibilita' dei propri rappresentati. Un caso clamoroso di "partito in un unico Paese" e' quello dei Conservatori britannici che a Strasburgo hanno un loro gruppo e che non sembrano intenzionati a creare "partiti sovrannazionali" per avere i finanziamenti. In altri Paesi e in altre realta' politiche, tuttavia, le polemiche potrebbero non mancare. Ma la Commissione ha scelto una linea di fermezza. Come dimostra anche l'ultima regola: quella che sottopone i bilanci dei partiti a una verifica da parte di una societa' di controllo esterna e indipendente che dovra' garantire la trasparenza del finanziamento dei partiti in stile europeo.