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Conferenza Rivoluzione liberale
Fischetti John - 26 gennaio 2001
nessuna alternativa

tratto da "la stampa" del 26 Gennaio 2001

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»Al proibizionismo non c'è alternativa

Milano, contestato Pino Arlacchi sulla droga

Paolo Colonnello MILANO Sparata così, è una cifra che mette paura: nel mondo,

secondo il rapporto annuale dell'Onu, 180 milioni di persone, pari al 3% della

popolazione totale, e al 4,2% di quella dai 15 anni in su, usano droghe. Ma

poi, ed è qui che iniziano le polemiche, se s'analizza nel dettaglio si scopre

che di questa moltitudine di »drogati , 140 milioni sono o sarebbero stati

dediti allo spinello, quasi 29 milioni alle anfetamine tipo ecstasy, 14

milioni sniffano cocaina e 13 milioni e mezzo si dedicano agli oppiacei,

inclusi i 9 milioni dipendenti da eroina. Numeri che è meglio non sommare

perché, come avverte anche il rapporto, c'è chi nella vita alterna più

sostanze. E se si pensa che anche recentemente il ministro della Sanità

Umberto Veronesi ha esortato a non criminalizzare chi usa cannabis, mentre il

sindaco Gabriele Albertini, ieri ha invitato a non creare »allarmismo perché

»non aiuta a risolvere i problemi , si capisce come mai a Palazzo Marino, nel

corso della presentazione del rapporto annuale sulle droghe curato da Pino

Arlacchi, responsabile Onu della lotta agli stupefacenti, non sono stati in

pochi a storcere il naso davanti all'apparente graniticità degli interventi.

Quasi tutti, dal ministro Enzo Bianco alla »civic ambassador to Italy Letizia

Moratti, per finire con il cardinale Ersilio Tonini, volti ad appoggiare il

più intransigente proibizionismo. »Semplicemente - ha detto Arlacchi - non vi

sono soluzioni migliori. Le droghe vanno combattute. E lo stesso vale per la

criminalità . Le critiche non sono mancate. Velate, come quella del presidente

del Tribunale dei Minori, Livia Pomodoro, che ha messo in guardia istituzioni

e politici dall'usare »modelli puramente punitivi che non possono bastare,

onde evitare ulteriori emarginazioni . Pesanti, come quelle dei radicali,

della Lila e di esponenti del centro sociale milanese Leonkavallo che hanno

gia atteso Arlacchi in piazza della Scala per contestarlo. I radicali l'hanno

accusato di utilizzare una strategia »che assegna centinaia di milioni di

dollari ai Paesi produttori di droghe in nome della riconversione delle

coltivazioni; la Lila e il Leonka per l'impostazione strettamente

proibizionistica dell'incontro. Accuse, le prime, smentite da Arlacchi: »mai

dato un soldo ai Talebani. Ho rifiutato una loro richiesta di ricevere 250

milioni di dollari dalla mia agenzia in cambio della soppressione delle

coltivazioni di narcotici . D'altronde il lavoro svolto dall'Onu negli ultimi

anni sembra aver dato alcuni buoni risultati. Lo stesso segretario generale

delle Nazioni Unite, Kofi Annan, nella presentazione del rapporto, riconosce

che le cose stanno cambiando grazie alla cooperazione internazionale e che per

la prima volta nei Paesi occidentali si assiste a un decremento dell'uso degli

stupefacenti, in particolare dell'eroina, espulsa dalla cultura giovanile che

sembra prediligere le droghe sintetiche. Diverso il discorso per i Paesi in

via di sviluppo e orientali, dove invece il fenomeno è ora allarmante: in

Pakistan, su 150 milioni di persone, ci sono un milione e mezzo di eroinomani.

Un dato preoccupante visto che in tutt'Europa i tossicomani non sono più di un

milione e 200 mila. Se dunque la battaglia psicologica contro l'uso delle

droga è ancora lungi dall'essere vinta, almeno a livello globale, quella sul

piano della produzione, dice Arlacchi, sembra essersi avviata a una soluzione.

Al punto che l'Onu ormai si pone come obbiettivo raggiungibile quello di

eliminare definitivamente le coltivazioni di coca e oppio entro il 2008.

Segnali confortanti arrivano dalla Bolivia (95% delle coltivazioni

riconvertite) e dal Perù (riduzione del 50%), considerati fino a tre anni fa i

principali produttori mondiali di coca. Difficile invece la situazione in

Colombia dove l'instabilità politica rende tutt'ora redditizio il traffico di

droga, vero motore economico delle formazioni rivoluzionarie e

antigovernative. Rimangono Paesi »caldi per il numero di sequestro di

oppiacei Iran, Cina, Turchia, Pakistan, Regno Unito. Mentre per la cocaina si

segnalano Usa, Colombia, Messico, Spagna e Panama. Per l'hashish le piazze più

trafficate sono Spagna, Regno Unito, Marocco Paesi Bassi e Pakistan, mentre i

più consistenti sequestri di marijuana sono avvenuti in Messico, Usa,

Sudafrica, Colombia e India. Infine, il traffico di anfetaminosimili, ovvero

ecstasy e Lsd, risulta fiorente in Gran Bretagna, Thailandia, Usa, Cina e

Paesi Bassi. Come si vede anche in questo caso la globalizzaizone sta dando i

suoi effetti: se nel 1980-81 erano 120 i Paesi dove venivano effettuati i più

consistenti sequestri di droga, alla fine dello scorso millennio erano

diventati 170.

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--- MMMR v4.80reg * Gutta cavat lapidem

 
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