SANITA': SUBITO IN PIEMONTE L'ABORTO FARMACOLOGICO, ANCHE SENZA RU 486.Quest'oggi, in Consiglio Regionale, si è tenuta una conferenza stampa per illustrare le iniziative volte ad assicurare la possibilità di ricorrere all'aborto farmacologico nelle strutture sanitarie piemontesi.
I consiglieri regionali Carmelo Palma e Bruno Mellano (Radicali) e Giuliana Manica (DS) hanno illustrato i contenuti di una lettera inviata a tutti i direttori generali di ASO e ASL piemontesi in cui si sottolineava come la Giunta Regionale, per bocca dello stesso assessore alla Sanità D'Ambrosio, avesse riconosciuto che non esiste alcuna norma della legge 194 e nessuna disposizione amministrativa che vieti alle strutture sanitarie di praticare interruzioni di gravidanza per via farmacologica.
Nella stessa sede Silvio Viale, capogruppo dei Verdi al Comune di Torino e ginecologo, ha illustrato i contenuti della sua richiesta alla ASO OIRM-Sant'Anna di Torino di attivare l'aborto medico secondo protocolli ormai ampiamente convalidati (ed attestati da una bibliografia scientifica di 130 voci), con il ricorso a farmaci regolarmente registrati in Italia, anche senza il ricorso al più famoso farmaco abortivo, l'RU 486, non ancora registrato in Italia.
A questo proposito Carmelo Palma, Bruno Mellano e Giuliana Manica hanno dichiarato:
'L'interruzione di gravidanza è l'intervento chirurgico in anestesia generale più praticato negli ospedali piemontesi, ed insieme il più facilmente evitabile. La 'condanna' all'aborto chirurgico, a cui la gran parte delle donne che ricorrono all'IVG si sottrarrebbe volentieri, è ingiustificata dal punto di vista giuridico- poiché la legge 194 non vieta affatto, come qualcuno vorrebbe, l'aborto non chirurgico- ed ingiustificabile dal punto di vista clinico, poiché esistono alternative valide, efficaci, praticabili ed economiche. Confidiamo che la richiesta di Silvio Viale, il primo medico che chiede, in Italia, di ricorrere a protocolli ampiamente sperimentati di aborto medico (metrotrexate/misoprostolo, e misoprostolo), apra la strada ad altre e numerose richieste da parte di quella 'minoranza' di medici non obiettori che non intendono rinunciare al diritto/dovere di curare in scienza e coscienza.
A maggiore ragione, nel momento in cui chiediamo che, anche senza RU 486, si attivino servizi di aborto medico con i farmaci attualmente registrati e disponibili in Italia , ci continuiamo a rivolgere al Governo ed in particolare al Ministro Veronesi perché cessi l'ostracismo nei confronti del farmaco abortivo più diffuso in tutto il mondo sviluppato.
Prevedendo che, come già avvenne a proposito dell'aborto chirurgico, schiere di zelanti difensori della 'vita' gridino allo scandalo- tentando di giustificare in sede 'scientifica' la propria opposizione moralistica- speriamo che vi siano nell'opinione pubblica e nelle forze politiche almeno altrettanti uomini e donne di buona volontà disposti a mobilitarsi in difesa dei propri e degli altrui diritti.'
PS: la documentazione scientifica sui protocolli di aborto farmacologico sarà da domani disponibile sul sito del Cora- Coordinamento Radicale Antiproibizionista www.coranet.org.
Per informazioni: 011/57.57.401