23 febbraio 2001 pag. 26Stato e laicità, sinistra silenziosa
Benedetto Pannella
di Fabrizio Rondolino
La straordinaria performance di Marco Pannella, l'altra sera al Satyricon di Luttazzi, fa riflettere sullo stato della sinistra in Italia. Il leader radicale, ingentilito dall'età e da un'ombra di commozione, o di malinconia, che è sembrata attraversargli il volto, ma non per questo meno polemico e provocatorio, ha detto alcune cose di sinistra: ha parlato di legalizzazione delle droghe leggere, di libertà della ricerca scientifica, di procreazione responsabile e di »pillola del giorno dopo , di laicità dello Stato e di dignità della politica.
Ma soprattutto, nel rivolgersi provocatoriamente al cardinal Biffi, a monsignor Tonini e al papa, ha dato voce ad un sentimento sempre più diffuso, e sempre meno rappresentato a sinistra. E un sentimento che ha poco a che fare con l'anticlericalismo, e molto invece con il senso dello Stato, del diritto, della civiltà democratica.
L'invadenza della Chiesa e del Vaticano nelle vicende italiane non meriterebbe troppa attenzione né susciterebbe particolare scandalo (in fondo, si dice, ognuno fa il suo mestiere), se non trovasse di fronte a sé, nella politica e nell'intellettualità progressista, la svagata indifferenza di chi crede che quell'invadenza sia normale, unita spesse volte alla corsa, francamente imbarazzante e un poco goffa, alla benevolenza e alla simpatia di quelle stesse gerarchie ecclesiastiche. E questo lo scandalo: che tra immaginette di Padre Pio e giubilei dei politici, la sinistra abbia smarrito il senso del proprio agire politico, della propria funzione, del proprio ruolo nella società.
Come se la sinistra cercasse nella Chiesa quell'impossibile, oltreché inutile, salvezza terrena che gli elettori sembrano negarle. Gettando alle ortiche, come un abito smesso di cui ci si imbarazza un po', due secoli di pensiero laico. E mai possibile che a difendere la laicità della Repubblica sia rimasto, nel silenzio assordante della sinistra ufficiale, soltanto l'anziano leader dei radicali? A Pannella la sinistra storica ha sempre rimproverato, e non senza ragione, di occuparsi soltanto dei diritti individuali, dimenticando la dimensione collettiva e di massa della politica e trascurandone l'obiettivo decisivo: cambiare la società dalle fondamenta.
Ora però, e di nuovo non senza ragione, nessuno più vuole »cambiare la società . Ma nessuno, a sinistra, sembra neppure preoccuparsi di difendere i diritti inalienabili dell'individuo, oggi pesantemente minacciati proprio dalla Chiesa: e il primo dei diritti, secondo le parole di Kant, è »servirsi del proprio intelletto senza la guida di un altro . Confinato in un programma satirico di seconda serata, Marco Pannella è rimasto tra i pochi, se non il solo, a dar voce alla sinistra. Meno male che c'è Pannella, dunque: ma che desolazione, tutt'intorno a lui.