Roma, 6 Marzo 2001. "Caro Presidente del Consiglio, "la coscienza dei diritti individuali -lei afferma- non si esporta. I DIRITTI MATURANO NELLA COSCIENZA DI CHI LI VEDE VIOLATI". Finalmente abbiamo compreso: in Italia è in corso una straordinaria azione pedagogica da parte del suo Governo (e del Presidente della Repubblica che, quando fa politica è Lei a portarne la responsabilità, a meno che abbiate abolito anche formalmente la Costituzione Repubblicana) violando e facendo, o lasciando, violare i diritti fondamentali del popolo e dei cittadini.
Perché imparino, naturalmente. Complimenti.
E' in corso, e da noi superfluamente documentato perché tutti, Lei compreso, lo sanno benissimo, una gigantesca opera di sottrazione del diritto di conoscere per deliberare del popolo italiano, sugli aspetti vitali della democrazia e della società italiane.
E Lei tace, acconsente. Peccato davvero. La Parigi cui certo anche Lei aspira non so quale sia, ma è certo importante, e i concorrenti sono molti. Noi restiamo dalla parte di chi continua a ritenere che a volte occorre che vi sia pure qualcuno per cui Parigi non valga una Messa".