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Conferenza Rivoluzione liberale
Aduc Associazione - 23 marzo 2001
CONSHUMOURNEWS DEL 24 MARZO

COMUNICATO STAMPA DELL'ADUC

Associazione per i diritti degli utenti e consumatori

URL: http://www.aduc.it

mailto aduc.it@aduc.it

Tel.055290606 - 0552302266

DIARIO DI UN VIAGGIO ORGANIZZATO IN CHIAPAS

Firenze, 24 Marzo 2001. E' uscito il nuovo numero del trisettimanale satirico "ConshumourNews". Edito ogni martedi', giovedi' e sabato, e' curato da Alessandro Garzi e pubblicato sul portale Internet dell'associazione http://www.aduc.it . Ecco il lungo numero odierno:

Diario in Chiapas

"Rieccoli". Con questo antico saluto indio, la popolazione indigena, ha accolto la delegazione italiana in visita in Chiapas. Dopo il duro viaggio, i giovani del C.S.A.P (centro sociale autogestito perdavvero) "Che Guevara XXVI", si sono comunque potuti incontrare con i capi della rivolta dei nativi indios contro la globalizzazione e l'imperialismo monoculturale americano che viene spalleggiato dalle grandi multinazionali che usano i governi locali a proprio favore in quanto si tende a usare gli OGM, a clonare tutti con gli occhi azzurri e poi a bucare l'ozono. La delegazione italiana e' dunque stata invitata ad un concerto di "musica di lotta locale". Tre ore e mezza di assolo su un pezzo di legno di ciliegio, accompagnati da un conteggio "uno, due, tre... uno due tre", che sembra scandire il ritmo della rivolta dei campesinos messicani, uniti agli ultimi di tutto il mondo per lottare contro in un'unica marcia contro la globalizzazione e il resto. "Fantastico", ha esclamato Giorgio di un centro sociale roma

no alla fine dell'esecuzione, seguito dalla risposta del musicista "ma io stavo solo provando il microfono; qui facciamo jazz, ma il concerto e' domani".

Il mattino, i giovani, dopo aver chiarito l'equivoco della sera precedente, hanno visitato l'orgoglio dei rivoltosi: una fabbrica "solidale" di fisarmoniche, portata avanti da volontari locali con i proventi della quale si finanzia la lotta dei contadini. Sui muri della fabbrica la scritta "una fisarmonica e' un colpo mortale inflitto al sistema. Due fisarmoniche sono due colpi mortali inflitti al sistema. Tre fisarmoniche sono tre colpi mortali inflitti al sistema. Con dieci fisarmoniche, l'undicesimo colpo mortale e' gratis. Ma attenzione, l'offerta dura solo fino a domani". "Quando e' stato messo quel cartello?", e' stato chiesto da Maria, giovane comunista di Udine. "Oggi, giusto oggi", ha risposto il responsabile dell'area tasti neri. "e quanto costa una fisarmonica?", "Cinquanta Euro". "Ma perche' utilizzate gli Euro?", ha chiesto un altro giovane comunista di 43 anni (ma in possesso di regolare deroga) "perche' non vogliamo essere pagati in dollari, non potremmo sopportare l'idea di dipendere da una b

anca centrale di un paese imperialista. Ma, visto che l'Euro non e' in circolazione, fanno quarantasette dollari americani l'una. Accettiamo anche Visa e Mastercard".

Entusiasti della visita, e con un carico di 739 colpi mortali (compresi gli sconti) inflitti, tutto sommato a buon prezzo, al sistema (che venivano trainati a mano da un gruppo di campesinos entusiasti di aiutare i giovani italiani), i delegati del variopinto mondo della sinistra antagonista, si sono recati all'appuntamento con il responsabile locale dell'EZLN, portavoce del Subcomandante, e riconoscibilissimo dal passamontagna con la scritta "non sono Marcos, ma potete dire tranquillamente a me". L'appuntamento era nella sede zapatista di San Antonio (uno dei cinquantasette paesi che si chiamano San Antonio in zona). I giovani comunisti sono stati accolti con due minuti di applausi da parte dei guerriglieri e dei militanti della zona. "Ma che fanno, provano le mani?", ha chiesto Giorgio, privo ormai di certezze, ma carico di 25 fisarmoniche comprate per pulirsi la coscienza dalla figuraccia della sera prima. Il portavoce di Marcos ha fatto allora un bellissimo discorso nel quale affermava le ragioni della l

otta indigena, e le ragioni per combattere l'imperialismo USA. Pero' lo ha fatto in dialetto indio. Il suo, per giunta (lui non e' di San Antonio). D'altronde non porta il passamontagna di lana con 40 gradi all'ombra per parlare la lingua dei conquistadores... I ragazzi sono comunque balzati in piedi ad applaudire (era stato fatto un breve sunto del discorso in italiano), poi gli sono stati chiesti 10 dollari a testa per il servizio di traduzione. Era dunque il turno di un giovane italiano che e' salito sul palco un po' emozionato e si e' rivolto ai guerriglieri: "Salve a tutti, volevamo...". Dopo queste poche parole, i guerriglieri hanno applaudito ed osannato il giovane per quasi dieci minuti. Poi, il gruppo e' stato raggiunto dal portavoce e dai suoi uomini. Incredibilmente, il portavoce, parlava un perfetto italiano. "Ho lavorato per un anno in un McDonald's a Milano, poi, pero' sono stato licenziato". "Perche' faceva i prezzi piu' bassi, come Marcos?", ha chiesto il solito Giorgio "no, perche' mangiavo

i cheeseburger a scrocco. Mi sono preso il licenziamento ed un'infezione alimentare. Adesso ho lo stomaco trapiantato di un labrador, ma nonostante tutto, me la cavo. Mi dicevano che voi in Italia lottate contro lo strapotere della cultura americana e per far sopravvivere le vostre radici. Fate bene. Come fa quel politico italiano... come si chiama... quel... Rauti...". "No, comandante...", "portavoce, prego, ma potete dire a me", "dicevamo, portavoce, quello e' fascista, noi lottiamo affinche' si conservino le culture dei popoli. Non le culture degli stati.", "scusatemi, sono poco pratico di cose italiane, allora fate come quell'altro... Bossi, e' lui il vostro capo?", "no, lui combatte per i privilegi delle classi abbienti, noi siamo... comunisti", "Davvero? -ha risposto il portavoce- Bravi! Scusatemi se vi ho confuso con altri. Ottimo, il mondo ha bisogno di gente come voi. Siete autentici, come le fisarmoniche che vi abbiamo venduto". Il portavoce e' poi rimasto fermo, quasi sull'attenti, di fronte ai ra

gazzi. Uno di loro (il solito), capito come funzionano le cose, ha messo una banconota da cinquanta dollari in mano al portavoce, che si e' infuriato: "ma come ti permetti, imperialista mascherato, piccolo borghese con la bandiera rossa? Mettere cinquanta dollari in mano al portavoce dell'EZLN, come fosse una lavoratrice di un bordello? Pagate alla cassiera, perdio! E poi sarebbero cento. E a testa, per l'affitto del locale".

Alleggeriti di qualche dollaro, ma con un carico di certezze, di idee e di fisarmoniche, i nostri hanno ripreso la via di Citta' del Messico per fare rientro in Italia.

Una volta rientrati, hanno pero' scoperto che, forse per un banalissimo errore di produzione dei compagni messicani, dai quali non ci si puo' aspettare la precisione e la qualita' che si deve esigere da una multinazionale, i tasti delle fisarmoniche risultano in realta' un unico tasto incollato, e gli strumenti non suonano.

 
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