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Conferenza Rivoluzione liberale
Partito Radicale Paolo - 15 aprile 2001
ONU - COMMISSIONE SUI DIRITTI UMANI

CINQUANTASETTESIMA SESSIONE - Marzo-aprile 2001

14. punto all'Ordine del giorno

Intervento orale della International Romani Union (Unione Internazionale Rom), Organizzazione Non-governativa con Status Consultivo Speciale

Pronunciato da Paolo Pietrosanti, Commissario agli Affari Esteri

Singnor Presidente,

intervengo a nome della International Romani Union.

Potremmo dire che i Rom sono una minoranza; potremmo dire che tale minoranza deve essere protetta, sostenuta. Crediamo invece che tutti noi ci troviamo di fronte ad un problema concreto, drammaticamente concreto, quello di guardare da un punto di vista non adeguato, o almeno non piu' adeguato.

Prendiamo l'Europa come esempio, Signor Presidente. Se il sogno, la volonta' politica dei grandi federalisti europei del passato (nessuno tra loro era un Rom...) fosse divenuta realta', i Rom non sarebbero una minoranza, o lo sarebbero tanto quanto gli 85 milioni di Tedeschi.

E' quindi evidente quanto si tratti di una questione di punti di vista.

E' anche evidente che il punto di vista piu' adeguato che incontra l'interesse dei Rom coincide con quello piu' adeguato all'interesse della Europa intera, all'interno e al di fuori della Unione Europea.

La Nazione Rom, composta da individui che sono cittadini di molte decine di Stati, ha bisogno e merita leggi adeguate, che non a caso sono le stesse di cui ciascuno e tutti abbisognano e che ciascuno e tutti meritano in una societa' che muta con profonda rapidita'. Una Nazione trans-statuale ha bisogno di uno Stato di Diritto trans-statuale.

Montesquieu disse che ogni individuo appartiene alla umanita' per il fatto di esser nato; siamo d'accordo con lui quando aggiunge che quella persona e' cittadino di uno Stato o di un altro per puro incidente.

Il 5. Congresso Mondiale della International Romani Union, nel luglio scorso, ha approvato solennemente la Dichiarazione della Nazione Rom; una Nazione che non vuole divenire Stato, ma che rivendica una rappresentanza, anche nell'ambito delle Nazioni Unite (Nazioni, Signor Presidente...).

Con Emil Scuka, il Presidente della International Romani Union, abbiamo finora consegnato la Dichiarazione della Nazione Rom a Capi di Stato e di Governo, in incontri ufficiali: al Presidente della Repubblica ceca Havel, al Presidente del Consiglio italiano Amato, al Presidente yugoslavo Kostunica, al Presidente bulgaro Stojanov, cosi' come alla Ministra degli Esteri austriaca Ferrero-Waldner. Mentre altri incontri al massimo livello saranno presto fissati.

Durante questi incontri con leader cosi' importanti abbiamo anche proposto la creazione della cittadinanza europea per i Rom, quale primo passo di quel che e' la attuazione di una vecchia promessa fatta dai governi europei, e che e' prevista dai Trattati Europei.

Nulla piu' e nulla meno, Signor Presidente, che la applicazione di cio' che aveva da essere applicato molto tempo fa.

"Abbiamo un sogno", Signor Presidente, lo stesso sogno politico, concreto, realistico di Martin Luther King, che non lotto' soltanto per la emancipazione di una minoranza, ma per la piena applicazione della Costituzione americana, il testo fondativo di una delle piu' antiche democrazie.

King fu ucciso il 4 aprile 1968; e' forse significativo che il primo "Memorandum di Intesa e Cooperazione" tra la International Romani Union e un Governo sia stato firmato il 4 aprile 2001. E' accaduto a Praga, e il Governo e' quello della Repubblica ceca, un paese in cui - come il Vice-Ministro degli esteri Martin Palous ha apertamente e onestamente pochi giorni fa in questa stessa sede ammesso - le condizioni degli individui appartenenti alla comunita' Rom sono in via di miglioramento, ma nello stesso tempo continuano ad essere negative.

Dovremmo forse esprimere, Signor Presidente, gratitudine al Governo ceco? Diremmo di no, giacche' non e' questione di gratitudine, ma piuttosto di ammirazione per la intelligenza di coloro che hanno portato a buon fine la operazione.

Tale intelligenza e' evidente nello stesso Memorandum. Cito: "la visione per cui la minoranza Rom nella Repubblica ceca e' parte della Nazione Rom che vive in Europa. La richiesta di riconoscimento generale della Nazione Rom - continua il Memorandum - non costituisce un problema di natura di principio".

Come e' evidente, Signor Presidente, stiamo offrendo una possibilita' alla Comunita' internazionale, quella di potere rispondere adeguatamente alle necessita' concrete di una societa' che cambia. Necessita' che devono essere soddisfatte con riforme istituzionali adeguate, capaci di rendere lo Stato di Diritto un metodo concreto per vivere insieme, piuttosto che un "valore" astratto.

La democrazia stessa, Signor Presidente, e' credibile se e' un metodo, e non un valore, assai facile da essere trasformato in alibi.

Abbiamo qualcosa da offrire, nel chiedere una rappresentanza per la Nazione Rom, che non vuole essere uno Stato; abbiamo qualcosa da proporre agli "altri": un investimento. Investire in istruzione per i ragazzi Rom, seguendo l'esempio delle pochissime scuole Rom che finora esistono, ci rendera' tutti investitori di successo. A condizione, ne siamo certi, che quelli siano gli esempi da seguire, e che li si rafforzi.

Signor Presidente,

la Comunita' internazionale ha di fronte a se' una sfida, quella che e' nel mettere in pratica, nel fare vivere i principi contenuti nella Dichiarazione Internazionale sui Diritti dell'Uomo e nelle diverse Dichiarazioni. Noi siamo convinti che cio' potra' accadere soltanto se regole e istituzioni saranno rese adeguate alle necessit'a concrete degli individui, a prescindere dal loro appartenere all'una o all'altra Nazione. Soltanto se lo stato di Diritto sara' reso adeguato ad una societa' che muta ed e' mutata radicalmente. E' questo il nostro impegno.

Grazie, Signor Presidente

 
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