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Conferenza Rivoluzione liberale
Aduc Associazione - 17 aprile 2001
STUPIDARIO PARLAMENTARE DEL 17 APRILE

COMUNICATO STAMPA DELL'ADUC

Associazione per i diritti degli utenti e consumatori

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mailto aduc.it@aduc.it

Tel.055290606 - 0552302266

UE / DEI POMODORINI E DELLE LORO CICATRICI

ITALIA / I DIPENDENTI PUBBLICI COME LE GIOVANI MARMOTTE

Firenze, 17 Aprile 2001. E' uscito il nuovo numero dello "Stupidario Parlamentare", un osservatorio sui lavori nelle Istituzioni in Europa, con particolare attenzione al Parlamento italiano e a quello europeo. Pubblicazione quindicinale (ogni 2 e 17 del mese), edita sul portale dell'Aduc http://www.aduc.it e' curata da Donatella Poretti, responsabile dell'ufficio stampa dell'associazione. Il sunto della edizione odierna:

--Europa-- DEI POMODORINI E DELLE LORO CICATRICI

Per oltre un anno abbiamo convissuto con un regolamento europeo che alle prese con i pomodori dettava delle norme a dir poco stupefacenti. Il Regolamento n.790/2000 del 14 aprile 2000 che stabilisce la norma di commercializzazione applicabile ai pomodori, nella solita prassi di descriverci i malcapitati prodotti vittime delle attenzioni regolamentatrici, in questo caso trattava dei pomodori distinguendoli nelle categorie: "tondi", "costoluti", "oblunghi" o "allungati" e "ciliegia" o "cocktail". Nell'affrontare tutte le deformazioni e le possibili mostruosita' che potevano presentare, nella solita categoria dei prodotti malmessi, si parlava genericamente per tutti i tipi di pomodori della possibilita' di avere cicatrici di 3 centimetri di lunghezza. Ma lo vedete un pomodorino di 1 o 2 centimetri di diametro con una cicatrice lunga 3 centimetri???

Esattamente un anno dopo, il 10 aprile 2001, nel regolamento n.717/2001 e' scritto: "per ragioni di trasparenza sul mercato mondiale e' opportuno rivedere tali disposizioni", infatti solo in Europa si avevano dei pomodorini con la cicatrice piu' grande di loro stessi. Diciamo che era una razza non esportabile all'estero, e questa tipologia di pomodorini sfregiati dovra' scomparire. Ovviamente danno loro il tempo necessario di adeguarsi: con una formula tipica da parole crociate scrivono "esso si applica a decorrere dal primo giorno del secondo mese successivo a quello dell'entrata in vigore". Insomma fino al primo di Giugno i pomodorini potranno essere delle cicatrici, perche' in Europa succede che si accorgano anche degli strafalcioni, ma la lentezza di riconoscere l'errore -e di correzione- e' d'obbligo.

--Italia-- I DIPENDENTI PUBBLICI COME LE GIOVANI MARMOTTE

Una sorta di manuale delle Giovani Marmotte per i dipendenti pubblici e' entrato in vigore, dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale (10 aprile 2001, n.84) del Codice di comportamento dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni. Al posto di Qui, Quo e Qua abbiamo gli impiegati statali alle prese con delle vere e proprie tavole del buon comportamento. Finiranno anche le leggende metropolitane che vedono questa categoria di lavoratori come dei privilegiati scansafatiche sempre al bar con le nostre pratiche nei cassetti: "nel rispetto dell'orario di lavoro, il dipendente dedica la giusta quantita' di tempo e di energie allo svolgimento delle proprie competenze, si impegna ad adempierle nel modo piu' semplice ed efficiente nell'interesse dei cittadini e assume le responsabilita' connesse ai propri compiti". Non capiamo bene la "giusta quantita' di tempo" da reperire all'interno dell'orario di lavoro, un po' come fosse una modica quantita' della quale non abusare pena un effetto dannoso, ma forse e' giusto

procedere con gradualita'. Una raccomandazione da Nonna Papera e' quella che "il dipendente usa e custodisce con cura i beni di cui dispone per ragioni di ufficio", della serie non rosicchiate le penne e non fate le barchette con le carte, ma soprattutto non versate il caffe' sui documenti. E sempre nello stesso genere dysneiano e' il punto 2 dell'art.10: "nel rispetto delle previsioni contrattuali, il dipendente limita le assenze dal luogo di lavoro a quelle strettamente necessarie". Ma che bisogno c'era di scriverlo, visto che e' materia gia' regolamentata dal contratto? E quali e quante sono le assenze "strettamente necessarie"? Altra parte ben approfondita e' quella dedicata al "conflitto di interessi". Il pubblico impiegato deve essere una sorta di libro aperto, di lui si deve conoscere praticamente tutto, o quasi, a quali associazioni e' iscritto, ma non a quali partiti e sindacati, quali rapporti ha con gli organi di informazione, tutti i suoi interessi finanziari e soprattutto dovra' seguire un rigi

do obbligo di astensione.

E poi dicono che questo Parlamento non si e' occupato del conflitto di interessi! Un dubbio: ma il presidente del Consiglio sara' anche un impiegato statale?

 
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