Radicali.it - sito ufficiale di Radicali Italiani
Notizie Radicali, il giornale telematico di Radicali Italiani
cerca [dal 1999]


i testi dal 1955 al 1998

  RSS
mar 21 mag. 2024
[ cerca in archivio ] ARCHIVIO STORICO RADICALE
Conferenza Rivoluzione liberale
Partito Radicale Rinascimento - 7 maggio 2001
EMMA BONINO SCRIVE AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Roma, 7 Maggio 2001. Emma Bonino ha inviato questa mattina una lettera al Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi: Quello che segue è il testo:

"Caro Presidente, temo abbia avuto ragione Luca Coscioni a continuare imperterrito, contro i nostri reiterati, anche pubblici, inviti l'autoriduzione delle sue terapie. Questa notte Luca è stato ricoverato d'urgenza per complicanze insorte a seguito della sua azione, ha superato una prima grave crisi ed una seconda stamani. Dalle 23 e 59 di oggi ritorniamo al fianco di Luca rivolgendoci doverosamente ancora una volta innanzitutto a Lei, Presidente. Le chiediamo (e mentre Le scrivo siamo già in 400, a mettere in causa in vario modo il nostro corpo) di trovare la forza perché le Sue parole siano tali da poter esser sentite, rispettate e non più sbeffeggiate nei fatti.

Da questa sera riprenderà dunque il Satyagraha radicale, l'azione nonviolenta che avevamo avviato assieme a 470 persone la scorsa settimana nel tentativo di dare maggior forza, con la fame, la sete e la sofferenza anche dei nostri corpi, alla vitale necessità di restaurazione del diritto e della democrazia in tanti aspetti nel nostro Paese.

Quando decisi di interrompere, tre giorni fa, il mio sciopero totale della fame e della sete che durava ormai da 120 ore, decisi innanzitutto di fare fiducia a Lei, Signor Presidente, alle Sue parole. Di fronte alla certezza di danni irreversibili che già avrebbero potuto manifestarsi di lì a poche ore, ritenni doveroso fare tesoro di quanto da Lei pubblicamente affermato, e dell'attenzione che quelle parole avrebbero potuto suscitare.

Accettai così di bere un bicchiere d'acqua, che significava offrire ad altri il tempo di ascoltarLa, di organizzare per il Paese gli appuntamenti di conoscenza dei temi radicali da Lei esplicitamente richiamati, e per i quali il Presidente del Consiglio aveva persino indicato la necessità di "sconvolgere i palinsesti televisivi".

Ora che tre giorni sono passati assolutamente invano, quindi aggravando fino all'irreparabile la situazione, sento davvero, Signor Presidente, di essere stata presa in giro. Eppure avevamo tolto a ciascuno, ed innanzitutto ai tenutari della cosiddetta informazione, ogni possibile alibi e fraintendimento. Annunciando la nostra indisponibilità a partecipare nei luoghi a ciò deputati, "programmi", "dibattiti", megafono al frastornato vuoto di informazione e di conoscenze con cui saturare la campagna elettorale, abbiamo tentato di facilitare a costoro il compito di ascoltare anche la lettera del Suo monito: i "temi" radicali, indicati dai radicali appunto, e non l'elemosina della nostra visibilità e del privilegio di tornare per qualche minuto ad essere persone titolari di diritto e di diritti nel proprio paese.

Da allora nulla è accaduto, se non il peggio immaginabile. Sono espulsi proprio i nostri temi: libertà della ricerca scientifica; riforme istituzionali, riforme economiche e fiscali del lavoro e dell'impresa, della giustizia, urgenze di scelta di politica internazionale, libertà di terapia secondo deontologia medica e rispetto della

dignità e dei diritti delle persone malate, libertà religiosa e rispetto per tutte le sue manifestazioni, libertà di ricerca scientifica e di sostegno alla scienza, libertà di scelte morali, rapporti fra potere e prepotere vaticano e diritti-doveri prescritti dalla Costituzione repubblicana, diritti civili e politici dei cittadini, pur simbolica riparazione al mancato rispetto del diritto costituzionale del popolo italiano al conoscere per scegliere fra le varie risposte alle domande, le varie soluzioni ai problemi della propria vita e di quella della Repubblica, per non ricordare anche i gravi aspetti e problemi costituzionali e democratici relativi alle elezioni del 13 Maggio (non solo tesi radicali, ma anche quelle del professor Sartori e del senatore Andreotti ).

Si sono usati perfino i miei medici e la mia salute per cancellare del tutto le nostre proposte, le nostre richieste, le nostre idee. A questo punto, Caro Presidente, anche Lei è ufficialmente preavvisato: stiamo tutti per assistere ad un'orgia di risse e di polemiche volte da una parte e dall'altra a meglio nascondere, soffocare e negare informazione e conoscenza da parte degli elettori di programmi e di precise e puntuali riforme, o controriforme ,che da entrambe le parti in contesa si vuole avere licenza poi di realizzare. D'altra parte come un sol uomo i massimi rappresentanti delle contese di questa settimana hanno affermato che problemi posti dalle coscienze individuali e dalla coscienza democratica non possono essere affrontati nelle campagne elettorali; così come lo scorso anno avevano affermato non poter essere risolti con le "accette" referendarie. Guardi, Signor Presidente, i palinsesti : è una valanga volta, e perfettamente atta, a seppellire definitivamente tutto quello di democrazia e di

legalità che, come da ormai un anno, avevamo pre-visto e continuamente anche a Lei documentato.

D'altra parte il Presidente della Rai aveva immediatamente ed ufficialmente annunciato di rifiutare gli inviti pubblici rivolti alla Concessionaria dal Presidente del Consiglio, in un intervento al quale anche Lei ufficialmente si era richiamato. E così è stato: anzi, se possibile, peggio. Dopo tanti attestati di stima e di solidarietà umana, scampato il pericolo del mio cadavere sulla coscienza il mondo politico e istituzionale si è affrettato ad archiviare la "pratica" nel modo notoriamente più violento: con il silenzio, sui "temi" e sui "radicali". I "politici", dal canto loro, si sono guardati bene da far sì che alcun confronto su quei temi potesse effettivamente tenersi.

VedendoLa ancora ieri alle prese con il ruolo del "paciere" in mezzo alla baruffa della giornata, temo davvero che anche la Sua parte sia diventata ormai irrimediabilmente necessaria alla baruffa stessa. Se parole precise e puntuali, come quelle finalmente da Lei e dal Presidente del Consiglio proferite, dovessero venire, come sta accadendo, dimenticate anche da chi le ha pronunciate, il segnale per tutti sarebbe inequivocabile: che vinca il più violento, il più fazioso, il più prepotente fra coloro che insieme hanno avuto ed hanno interesse e necessità di accecare, di ingannare il popolo italiano, di togliere democrazia e legalità alla prova elettorale del 13 maggio. Il tempo a disposizione, anche per Lei, è divenuto tremendamente poco. Riceva, Signor Presidente, i miei migliori saluti. Emma Bonino

 
Argomenti correlati:
stampa questo documento invia questa pagina per mail