ANTIPROIBIZIONISTI DI TUTTO IL MONDO.......
agenzia di azione radicale antiproibizionista
Numero 18 di Notizie Radicali..............(come da numero precedente)
coordinamento
CORA (con i caratteri del simbolo) radicale
antiproibizionista
(titolo)
NE 'STRUZZI NE' PAVONI: UN'ORGANIZZAZIONE PER GLI ANTIPROIBIZIONISTI
Cara amica, caro amico,
Il Cora ha celebrato il proprio 7 Congresso fra il 26 ed il 28 gennaio a Roma. Non è stato un congresso "facile"; al carattere "clandestino"-assicurato, in perfetta par condicio, con l'eccezione di Radio Radicale, da tutti gli organi di informazione italiani, della stampa scritta come di quella radiotelevisiva- ha corrisposto il carattere "drammatico" del dibattito e delle scelte. Si è giunti al congresso con un pieno di politica, di iniziativa e di ambizioni (di cui parleremo fra breve), ma anche con un vuoto o (ad essere benevoli) una scarsità allarmante di risorse umane e finanziarie. Affrontare questa emergenza è stato il primo impegno politico del Congresso, e la prima responsabilità che esso ha affidato ai militanti antiproibizionisti italiani. Prima di ripercorrere, per brevi paragrafi, la storia dell'ultimo anno di iniziativa del Cora insieme alle risultanze ed alle sorprese offerte dal dibattito congressuale, è dunque prioritario chiarire quali sono state le conclusioni del Congresso in ordine al pr
oblema dell'autofinanziamento, dell'organizzazione e del rilancio delle attività del Cora.
IL CORA INTERNAZIONALE
Tra i vari disastri da imputare alle politiche proibizioniste sulle droghe v'è quello di aver reso il flagello delle droghe illegali un problema planetario. Per cambiare queste leggi è dunque necessario, come abbiamo da tempo compreso, organizzarsi al di là dei confini geo-politici nazionali. Il nostro essere associazione del Partito radicale, organizzazione transnazionale e transpartitica che non compete sul piano elettorale, corrisponde a pieno a questa necessità. Abbiamo fondato il CORA non per duplicare con una organizzazione monotematica antiproibizionista l'impegno del Partito radicale ma per potenziarlo. Non stiamo dunque cercando di costruire una organizzazione politica antiproibizionista transnazionale perchè questa esiste già ed è il Partito radicale. Ci stiamo pero' ponendo l'ambizioso obiettivo di "esportare" e far crescere anche altrove quella che è l'esperienza di lotta politica che il CORA ha realizzato in Italia.
Ed abbiamo già tentato di sperimentare se questo è possibile. Un fatto nuovo ed inaspettato è accaduto in Belgio nel mese di novembre. Mentre alcuni compagni stavano convocando una assemblea per la promozione del CORA in Belgio, accadeva che per la prima volta al mondo un partito di governo (il Partito socialista belga) decideva di impegnarsi per una nuova politica sulle droghe. Oggi, in Belgio, sono iscritti al CORA parlamentari di tutte le forze politiche (ad esclusione dei nazionalisti fiamminghi di estrema destra), nonchè medici, avvocati e cittadini. Ed il CORA è candidato ad essere uno degli interlocutori più prestigiosi ed attrezzati -politicamente e dal punto di vista scientifico- della commissione parlamentare che dovrà discutere e predisporre la nuova legge belga sulle droghe.
E' la stessa strategia, lo stesso modello con il quale ci siamo mossi in Italia. Nonostante alcune "incomprensioni" ed alcuni attacchi viscerali ed ingiustificati che sono stati portati alla nostra organizzazione negli ultimi anni. Per essere chiari, l'impegno dei Riformatori dei Club Pannella sulle proposte e sulle iniziative del Cora, di cui va reso pubblico ringraziamento, non certifica l'esistenza di alcuna subordinazione, ma al contrario testimonia di una condivisione di obiettivi e di lotte, che il Cora vorrebbe estesa, in Italia come altrove, a molti altri partiti. Per queste ragioni il Congresso del Cora ha sostanzialmente aperto una fase di gestione e mobilitazione straordinaria, in cui tutti i poteri statutari sono stati conferiti a tre iscritti, con un mandato specifico e secondo termini perentori: la trasformazione e ricostituzione internazionale del Cora a partire da un congresso straordinario da tenersi a Bruxelles entro il mese di giugno del 1996. Se entro quella data si verificasse l'impossib
ilità di realizzare questo obiettivo, se cioè non ne esistessero le condizioni politiche, organizzative e finanziarie, il Congresso ha impegnato i propri organi a procedere all'immediata liquidazione del Cora.
ALINA VITUHNOSKAJA
Al VII Congresso del Cora avrebbe dovuto partecipare la scrittrice russa Alina Vituhnoskaja, assurta agli onori della cronaca internazionale per una serie di inchieste e di denunce sul mercato della droga in Russia, e sulle rete di complicità e connivenze di cui esso gode sul piano sociale e politico. Queste inchieste le sono costate una serie interminabile di vessazioni da parte delle autorità di polizia, un accusa per spaccio di droga, ed un anno di carcere.
Le sono costate anche il congresso del Cora, a cui non ha potuto partecipare perchè trattenuta a Mosca dall'ostruzionismo intimidatorio delle autorità del suo paese.
Il problema di Alina, delle narcomafie in Russia, e dell'uso mafioso delle legislazioni repressive dovrebbero divenire, con urgenza, priorità di iniziativa e di lotta per il Cora del 1996. "Dovrebbero", perchè rischia di non essere possibile.
PROPOSTE DI LEGGE, REFERENDUM, BATTAGLIE PER I DIRITTI: IL CORA IN ITALIA
Ancora una volta sono perciò richiesti, con urgenza e drammaticità, impegni e assunzioni di responsabilità innanzitutto a quanti, dall'Italia, vogliono collaborare a questa ambiziosa scommessa.
Non è per puro e sterile revanchismo o per faziosità che il Cora può rivendicare a proprio fondamentale,e, in alcuni casi, esclusivo merito quanto nel nostro paese si è ottenuto in termini di riforma delle politiche sulla droga. Non è inutile vanto, inoltre, ricordare come tutte le lotte del Cora non abbiano discriminato ideologicamente i compagni o gli avversari, ma abbiano sempre, laicamente, privilegiato la concretezza delle proposte politiche.
Il referendum contro la punibilità del consumo di droghe proibite; i risultati della Conferenza Nazionale di Palermo, che hanno portato all'adozione, per la prima volta nel nostro paese, di politiche di riduzione del danno; l'impegno a sostegno della libertà terapeutica dei medici e dei diritti dei consumatori di droghe; le proposte di legge di iniziativa popolare per la legalizzazione delle droghe leggere, e per la riforma delle politiche sull'Aids; la presentazione alla Camera dei Deputati di una mozione per la denuncia e la revisione delle Convenzioni Internazionali sulle droghe ;il referendum (depositato in Cassazione da poche settimane) per la legalizzazione dei derivati della cannabis: esiste un patrimonio di lotte e di ragioni, assicurate all'Italia, alla sua politica ed ai suoi cittadini, da 8 anni di iniziativa del Cora, che è necessario rilanciare e rafforzarzare in prospettiva internazionale. Il problema, se cosi' si può dire, non è quello di "vendere" il Cora altrove, ma piuttosto quello di allar
garne, ovunque possibile, e quindi anche in Italia, il mercato, sapendo quanto, ovunque, sia prezioso e necessario il "prodotto" di politiche di diritto, libertà, e governo sui temi delle droghe e delle tossicodipendenze.
Però....però il Cora del 1995 contava su meno di 600 iscritti, e quello del 1996 non ha ancora raggiunto i 200. Sono numeri, termini di organizzazione e forza politica, che non consentono illusioni, ma obbligano ad impegni e responsabilità quanti ritengono che il Cora sia necessario o utile; ed è chiaro che la condizione non solo perchè si realizzi l'obiettivo del congresso, ma perchè il Cora esista, è quella di una immediata mobilitazione che moltipli le iscrizioni, le adesioni, i contributi e le disponibilità.
DA SINISTRA QUALCOSA DI NUOVO?
Il senatore verde-progressista Luigi Manconi ha partecipato ai lavori del congresso, per ragioni, che, continuiamo a pensare, non siano di cortesia, ma di amicizia politica: è intervenuto non solo per ribadire scontatamente le proprie idee antiproibizioniste, ma per offrire concretamente la propria disponibilità nel lavoro quotidiano, militante, a partire dal rilancio di iniziative di disobbedienza civile e di azione nonviolenta; prendiamo le sue parole come un impegno, e non come un auspicio; continueremo ad offrire a Manconi, ed a quanti in Italia si definiscono antiproibizionisti di sinistra, lo strumento di lotta e mobilitazione rappresentato dal Cora. Pensiamo, però, che non ci si può fermare ai tributi di stima, ed alle offerte di collaborazione, tanto più se esterne e condizionate.
Ciò che, proprio in nome delle comuni idee e del comune impegno antiproibizionista contestiamo agli antiproibizionisti di destra e di sinistra è proprio la connotazione "etnica" e partitica (in senso italiano, e quindi deteriore), che essi danno, nei propri giudizi, all'impegno del Cora ( e che essi hanno dunque, inevitabilmente, anche del proprio).
Alcuni non si sentono "sufficientemente" garantiti dalla pura formalità di uno statuto, quale è quello del Cora, che pure attesta in modo giuridicamente concretissimo e politicamente inequivoco la natura traspartitica di questa associazione politica, tanto quanto ne esalta il carattere di strumento di lotta e non di semplice testimonianza? Perchè dunque questi stessi non decidono di mettere alla prova, di verificare concretamente la laicità politica del Cora?Per queste ragioni il Congresso ha offerto a Manconi di divenire, a pieno titolo, dirigente del Cora; Manconi, seriamente, si è riservato di decidere. La nostra (e, speriamo presto, la sua) sfida vale per tutti. Una sfida che è stata sinora comunque raccolta dai deputati Tiziana Maiolo, Gianfranco Miccichè, Corrado Peraboni, Sergio Stanzani, Lorenzo Strik Lievers, Marco Taradash, Paolo Vigevano ed Elio Vito, e dagli eurodeputati Ernesto Caccavale, Gianfranco Dell'Alba e Marco Pannella.
ANCHE IL PROFESSOR GESSA DICE CHE......
Nel corso della campagna di raccolta firme sul referendum volto alla legalizzazione delle droghe leggere, alcuni quotidiani raccolsero, e presentarono con grande enfasi a sostegno della propria azione di boicottaggio del referendum, le dichiarazioni del Professor Gianluigi Gessa, farmacologo di fama mondiale, che contestava il termine non- droga con cui Pannella qualificava pubblicamente i derivati della cannabis. Gessa divenne dunque, suo malgrado, "recluta" proibizionista ed antireferendaria.
Il Cora ha dunque organizzato, all'interno del proprio congresso, un confronto fra Gessa e Pannella, per capire se è proprio vero che "di non legalizare le droghe ce lo dice il medico". Il risultato è stato, a nostro avviso, straordinario, e non a caso è stato taciuto da tutti gli organi di informazione.
Gessa, sostenendo la piena fondatezza scientifica del termine droga riferito ai derivati della cannabis, ed illustrando gli effetti della sostanza, non solo ha confermato quanto il Cora sostiene da anni, cioè che in termini propriamente sanitari i danni prodotti dal consumo di cannabis sono nettamente inferiori a quelli prodotti dalle droghe legali, ma ha anche sostenuto che proprio ragioni generali di opportunità a suggeriscono di adottare una stategia di "pan-legalizzazione delle droghe proibite", accompagnata da campagne di informazione e dissuasione.
Colui che la stampa italiana aveva trasformato in eroe antireferendario e proibizionista, è dunque favorevole a politiche di legalizzazione. E la stampa italiana lo ha "proibito" alla conoscenza dei cittadini.
Va rivolto un grazie al lavoro della Professoressa Carla Rossi, ordinario di Statistica matematica all'Università di Roma Tor Vergata, consulente dell'Onu, già Presidente e poi Segretaria del CORA che, con l'OLD osservatorio delle leggi sulla droga e il comitato scientifico del CORA ha, in questi anni, saputo offrire elementi di verità e di conoscenza politicamente rivoluzionari, in un campo, che vede la politica, molti "addetti ai lavori", e detentori del sapere scientifico arrendersi alla paura, alla superstizione, al moralismo ed alla menzogna.
Ma perchè anche questo possa continuare è necessario che il Cora abbia la forza di vivere e di far vivere speranze, obiettivi e ragioni di impegno politico.
Almeno 100.000 lire per le lotte antiproibizioniste
Ti chiediamo di riflettere: quello che ti proponiamo e ci proponiamo vale almeno 100.000 lire, pari alla quota di iscrizione o adesione al Cora, o, almeno, ad un contributo?
Almeno 100.000 lire per i tuoi e nostri progetti ed iniziative, perchè sia possibile anche nel 1996 incardinare lotte che, poco alla volta ma tutti i giorni, rendono le politiche proibizioniste sempre più inutili, indifendibili e ridicole e, soprattutto, meno dannose.
Noi questa sfida l'abbiamo accettata ma sappiamo che da soli, senza il tuo aiuto, tutto sarà più difficile, se non improssibile. Ti chiediamo un contributo economico, ma non solo. Ti chiediamo di dedicare un po' del tuo tempo, nel modo che riterrai più opportuno, più efficace e più consono alle tue capacità e disponibilità. Magari scrivendo ai giornali e chiedendo più informazione, o fotocopiando questi fogli distribuendoli a parenti, amici, conoscenti.Ti aspettiamo per un nuovo anno di lotte. Grazie, per quanto potrai e vorrai fare.
Enzo Cucco Carmelo Palma Fabrizio Starace
ULTIMA PAGINA:
mozione + (in rilievo) quote e modalità di iscrizione. Vedi ultimo numero allegato di Antiproibizionisti di tutto il mondo.....
NOTA PER STEFANO DA CARMELO PALMA
STAMPANE 10.000 COPIE (MAURIZIO TURCO MI ASSICURAA CHE NON SUPERERA' IL MILIONE)
SULLE 4 PAGINE PREVISTE LA DISPOSIZIONE DEI TESTI DEVE SEGUIRE QUEST'ORDINE:
SULLE PRIME 3 PAGINE DOPO TESTATA E TITOLO IL TESTO DELLA LETTERA, QUELLA CHE SI CONCLUDE CON LE FIRME DI CUCCO, PALMA, STARACE.
NELL'ULTIMA PAGINA LA MOZIONE, CHE TROVI NEL DISCHETTO ALLEGATO (MOZ96.DOC) E LE QUOTE E MODALITA' DI ISCRIZIONE (COME SUL NUMERO PRECEDENTE).
LA TESTATA DEVE ESSERE UGUALE A QUELLA DEL NUMERO PRECEDENTE.
BISOGNA RIPRODURRE IN QUALCHE MODO SOTTO IL TITOLO DELLA PRIMA PAGINA
LA FARFALLA DEL SIMBOLO.
BISOGNA RIPRODURRE LE FIRME DI CUCCO, PALMA E STARACE CHE TI ALLEGO.
I NUMERI A CUI POSSO ESSERE RINTRACCIATO SONO
06/68979302
011/4423161-4423175
0360498147