parto dal congresso: se si vota ad aprile o giugno a mio avviso
non fa differenza, nel senso che comunque dovremo mettere in
conto 30/60 giorni di attività elettorale, nel senso di un
impegno militante ma anche di una "assenza" di interlocutori.
Ovvero: il congresso lo spostiamo, devo verificare il calendario
del parlamento per utilizzare gratis i locali e le traduzioni.
Oltretutto facendolo nel parlamento ha più appeal rispetto alle
persone "importanti".
elezioni: una linea -questa volta- dobbiamo trovarla. abbiamo
sempre "sprecato" le occasioni elettorali e anche quando c'era
"taradash l'eletto" il cora non era visibile e presente. non ho
una risposta alla semplice e dovuta domanda: è possibile avere
una nostra strategia in cui collettivamente ci si va a fare male?
Detto tra noi: io penso che in queste condizioni il 4% non lo
facciamo e se Marco riesce a combinare qualcosa escluderei che
tra i deputati ci sia qualcuno che abbia la priorità
dell'antiproibizionismo e del cora. Ed anche se facessimo il 4%
non è automatico che ci sia qualcuno del CORA, non dico di noi ma
del CORA in quanto tale. Questa volta, per le condizioni in cui
ci troviamo, è ammissibile che il CORA abbia almeno un suo
eletto? Le condizioni straordinarie giustificano un impegno
diretto dell'organizzazione? E' immaginabile chiedere ai diversi
partiti un "posto"? Lo so che siamo transpartitici, la verità è
che ci ritroviamo da una parte, senza partito e senza riferimenti
istituzionali certi. Ancora, anche senza eletto/i è possibile
immaginare un sostegno a candidati? a pagamento naturalmente.
Siccome Marco giustamente deve giocare fino alla fine, il rischio
è che saremo ancora una volta travolti. Io so che senza Marco non
andiamo da nessuna parte, so anche che ci stiamo muovendo senza
rompergli le palle, ma se vogliamo rilanciare la cosa ed andare
oltre la testimonianza dobbiamo rischiare qualcosa. Non
rischierei Marco, ma una lavata di testa da lui si. Osiamo?