399, 16-Feb-96, 11:35, I-----, 57435, G.Bencini, IT, Borgo San
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"Affaire Saman"
Posto qui in conf. quanto comunicatomi riguardo le ultime vicende di "SAMAN".
Si tratta di un bel malloppo di Kb. ma credo proprio ne valga la pena.
Sempre ci sia ancora qualcuno che segue la conf.
Gianni Ben 8-)
Promemoria concernente gli ultimi fatti in Saman ad uso interno e
per la stampa.
A seguito delle vicende giudiziarie più o meno note, e proprio al
fine di distinguere le vicende personali dei singoli (anche se
legati all'associazione) da quella della Associazione che correva
seriamente il rischio di restarne travolta, si ritenne opportuno
operare un avvicendamento della dirigenza che rappresentasse e
desse il segno della continuità con la vecchia dirigenza, pur
nell'ambito dell'opportuno rinnovamento.
Da quel momento (luglio 1995) nessun problema è mai sorto.
I primi e gravi problemi sono sorti (fine novembre 1995) quando al
consiglio di amministrazione al completo, nell'occasione in
trasferta a Managua (Nicaragua) residenza attuale di Francesco
Cardella, è stato chiesto in termini perentori di porre in essere
una operazione finanziaria che vedeva quali controparti lo stesso
Cardella e la Saman. L'operazione consisteva nell'acquisto del 50%
delle quote della Saman S.R.L. - il cui socio di maggioranza
risulta essere lo stesso Cardella - proprietaria dell'immobile di
via Plinio 38 (MI) , originaria sede amministrativa della stessa
associazione. Quale controprestazione per questo "regalo" (così
definito dallo stesso Cardella) il consiglio di amministrazione
della Saman avrebbe dovuto, nel giro di due o tre giorni,
prelevare dal conto corrente dell'Associazione la somma di un
milione di dollari (un miliardo e seicento milioni) e depositarli
nello studio di un professionista milanese, che si sarebbe
occupato, in seguito, di farli pervenire al Cardella. Di fronte a
tale proposta lo stesso consiglio di amministrazione si spaccava:
da una parte la Presidente e la Tesoriera - rispettivamente
Dott.ssa Luisa Fiorini e Sig.na Lorella Raggi - che erano
fortemente perplesse sulla legalità della operazione e,
soprattutto, sul fatto che un tale esborso avrebbe posto in serio
pericolo la stessa sopravvivenza della Associazione, dall'altra il
consigliere Zuccotti Giancarlo che aderendo in toto alla richiesta
di Cardella asseriva che l'operazione era semplicissima e
fattibile. Al rientro in Italia (7 dicembre) dopo avere consultato
numerosi e stimati professionisti che unitariamente hanno
confermato l'illegalità e la illogicità di tale operazione da un
punto di vista economico, e la sua inopportunità dal punto di
vista etico, la Dott.ssa Fiorini e la Sig.ra Raggi, malgrado le
pressioni continue provenienti da oltre oceano nelle persone dello
stesso Cardella e del consigliere Zuccotti, presero tempo,
mettendo al corrente della situazione di disagio che si era creata
all'interno del C.d.A. il prof. Luigi Cancrini, che da circa due
settimane aveva assunto l'incarico di consulente esterno e
direttore scientifico delle comunità della associazione Saman.
E proprio durante un incontro con il prof. Cancrini a Roma
(precisamente il 14 dicembre 1995) le amministratrici furono
raggiunte dalla notizia che nella sede milanese della Comunità -
in Via Palmieri n· 7 - si erano riuniti numerosi soci unitamente
alla quasi totalità dei responsabili delle comunità a seguito di
telefonate da parte di Elisabetta Roveri (socio fondatore) ex
amministratrice unica della associazione, dimissionaria dopo le
vicende giudiziarie di cui si è accennato nelle prime righe.
Tale riunione, che avrebbe dovuto avere per obbiettivo la messa in
stato di accusa dell'intero consiglio di amministrazione, reo di
non avere "tempestivamente" riunito l'assemblea dei soci e
sottoposto alla loro decisione la proposta di Cardella. In
particolare, in tale riunione, si misero in evidenza Elisabetta
Roveri (intervenuta personalmente all'"assemblea") - "Francesco è
povero, vive in una casupola e ha bisogno di quel denaro" e lo
stesso Zuccotti che cercava di convincere tutti i presenti di come
tale operazione fosse possibilissima in barba alle leggi, alla
situazione finanziaria di Saman ed alla morale pubblica che non
prevede interessi privati nella gestione del denaro dello Stato
(tale è la situazione di Saman che vive di contributi e
finanziamenti statali).
L'assenza del Presidente e di altri soci, in quell'occasione, ha
vanificato l'intenzione di Zuccotti e della Roveri e,
nell'occasione, è stato deciso di aggiornare la stessa assemblea
(va detto che per statuto una tale assemblea non avrebbe avuto
alcun valore legale) al giorno dopo: all'indomani la presenza di
soci in disaccordo con l'intera operazione, e del tesoriere
Lorella Raggi ha fatto tramontare del tutto l'idea che tramite
l'estemporaneità di una assemblea autoconvocata fosse possibile
far recedere parte del consiglio di amministrazione dalla propria
decisione o dimissionarlo.
Dal canto suo (18 dicembre) lo stesso consiglio di
amministrazione, alla presenza del Prof. Cancrini, decideva di
riunirsi in data 22 dicembre al fine di decidere per una
immissione di nuovi soci. Tale decisione, dovuta unicamente alla
volontà di lavorare in un clima di democrazia, trasparenza e
maggiore rilassatezza, aveva inoltre lo scopo di impedire nuovi
linciaggi morali da parte dei vecchi soci, legati in tutto e per
tutto alla vecchia dirigenza. Inoltre, e non secondario, tale
immissione accoglieva in toto i consigli del Dott. Oreste
Malatesta (ispettore del Ministero del Tesoro incaricato dal
Consiglio dei Ministri di accertare la salute patrimoniale di
Saman e di verificarne il reale rinnovamento, e che proprio in
quei giorni aveva fatto visita agli uffici centrali avendo così
modo di parlare con i nuovi dirigenti: si noti bene che tali
ispezioni erano finalizzate allo sblocco dei finanziamenti per
l'anno 1993).
E veniamo agli accadimenti: in data 4 gennaio:
Nella prima mattinata del 4 gennaio 1996 alla attenzione del
consiglio di amministrazione viene inviato un fax (all. n. 1) in
cui i responsabili delle comunità siciliane, calabresi, pugliesi e
laziali chiedono, in maniera bizzarra e formale, un incontro alla
presenza dei soci fondatori al fine di comunicare loro (soci
fondatori) "le nostre intenzioni" (dei responsabili). La
presidente, Dott.ssa Fiorini, cerca invano di comunicare
telefonicamente con i responsabili firmatari di questo testo per
capire cosa esso significhi e tra la sorpresa generale scopre che
gli stessi, a totale insaputa della attuale dirigenza, si erano
riuniti nottetempo presso la comunità di Laccata (CS). Dopo
numerosi tentativi di mettersi in contatto con i responsabili e
preso atto della loro non volontà di comunicare, il legale
rappresentante della associazione invia un fax a tutte le comunità
in cui si invita alla riflessione ed a comportamenti maggiormente
corretti (All. n. 2).
In serata è giunta la risposta da parte dei responsabili delle
comunità sopracitate nella quale si dichiarava " la
dissociazione"" dagli uffici centrali di Milano e la creazione di
strutture facenti capo a Saman Calabria, Sicilia, Puglia, e Lazio
( all. n. 3 - a titolo di esempio si tratta del fax di
"dissociazione" delle sedi siciliane, del tutto identico ai fax
delle altre sedi regionali "dissociate"), ed il rifiuto di
comunicare con il consiglio di amministrazione. A questo fax
seguiva un altro fax a firma del consigliere Zuccotti (in vacanza
in Canada) che tempestivamente informato appoggiava i
responsabili secessionisti e sottolineava " con disgusto " la
mancanza di rispetto dei suoi due colleghi componenti insieme a
lui il consiglio di amministrazione (all. n. 4).
Il giorno dopo la Dott.ssa Fiorini e la Sig.ra Raggi mandavano un
fax alla attenzione dei responsabili in cui si tentava di fare
rientrare la frattura all'interno di Saman con un atto di
distensione, dichiarando la disponibilità ad un incontro con i
soci fondatori, con il prof. Cancrini, il dott. Colacicco
(anch'egli consulente Saman) e i responsabili. In tale ottica
l'assemblea dei soci precedentemente fissata per il 15 gennaio
veniva rinviata al 29.
Sorprendentemente a tale fax rispondeva Francesco
(presumibilmente Cardella) il quale oltre a fare gratuite
affermazioni in merito al prof. Cancrini, a Lorella Raggi e Luisa
Fiorini (all. n. 5) rilanciava la via della secessione e
riaffermava che la Saman era e rimane sua, denotando una
concezione privatistica della Saman quantomeno discutibile e che
in tale ottica era necessario avere il controllo dell'assemblea.
Affermava altresì che avrebbe concordato con i responsabili data e
luogo dell'incontro.
La situazione si radicalizza ulteriormente nel momento in cui
alcuni "responsabili (?)" fanno firmare ai propri utenti lettere
di sfiducia nei confronti del consiglio di amministrazione, e, più
in generale, nel momento in cui si coinvolgono gli utenti in cura
per fare pressione e per indurre il presidente e la tesoriera a
dimettersi.
ciò che pareva essere una frattura ricomponibile all'interno della
associazione assume toni sempre più duri e deleteri per chi ha
avuto fiducia nella stessa, ovvero gli utenti, che, si pensa, non
sono entrati in Saman per schierarsi da una parte o dall'altra ma
all'esclusivo fine di curarsi.
Priorità diventava, giunti a tal punto, tutelare gli utenti:
seguendo questa linea la rappresentante legale di Saman diffidava
i responsabili dal tenere ulteriormente tale linea di condotta e,
successivamente si rivolge alla magistratura formalizzando tale
operazione con un esposto (all. n. 6) che evidenzia la situazione
di disagio all'interno delle comunità e successivamente si
presenta in questura (sezione Digos) per illustrare la strana
situazione che si è venuta a creare.
Da parte dei responsabili "dissociati", l'unica proposta che
viene formulata è conforme, ancora una volta, alla volontà del
loro capo, Cardella: infatti il presupposto per trattare e
riprendere le comunicazioni è l'assoluto controllo della
associazione da parte di Cardella (all. n· 7. Successivo alla
proposta di un incontro con i responsabili delle sedi
"secessiniste", il C.d.A. ed il Responsabile Scientifico Prof.
Cancrini)
Un tentativo della dott.ssa Fiorini di sostituire il responsabile
di Ravenna (comunità in cui la situazione si sta particolarmente
degradando), recandosi sul posto non ha avuto buon esito a causa
del comportamento di alcuni utenti in cura indottrinati ad arte
(all. n. 8). Anche in tal caso una denuncia querela è stata
allegata alla competente caserma dei Carabinieri (all. n. 9)
Né, in data 15 gennaio sortiva effetto una accorata lettera del
prof. Cancrini e del dott. Colacicco che tentava di riportare il
livello di scontro su toni più civili (all. n. 10). attualmente
una proposta sempre del prof. Cancrini è ancora in attesa di
risposta da parte di Cardella e suoi epigoni (all. n. 11), motivo
per la quale nell'impossibilità di addivenire ad una ragionevole
soluzione il rappresentante legale della Associazione Saman si
rivolge alla stampa.
Va sottolineato che in data 29 c.m. un gruppo di responsabilie e
di soci - corrispondente in linea di massima ai partecipanti alla
prima "assemblea" di Via Palmieri - ha cercato di occupare la
stessa sede. In quill'occasione la Dott.ssa Fiorini ha richiesto
l'intervcento della forza pubblica che ha identificato i
partecipanti all'azione motivata, a quanto pare, dal rinvio
dell'assemblea, precedentemente fissata per lo stesso giorno, e
successivamente rinviata al giorno 23 febbraio. Tale rinvio aveva
lo scopo di favorire una trattativa che sembrava potesse favorire
una positiva evoluzione della crisi intyerna all'associazione.
Allegato 1
Alla C.A.
CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONEASSOCIAZIONE SAMAN
S E D E
Carissimo Consiglio di Amministrazione, preoccupati per
l'andamento che ha contraddistinto la gestione della nostra
Associazione in quest'ultimo periodo,
Chiediamo che I 'assemblea dei soci che si terrà il giorno 15
c.m., sia effettuata alla presenza dei nostri soci fondatori ai
quali comunicheremo le nostre intenzioni. Il luogo Vi sarà
comunicato in seguito alla Vostra risposta che Vi chiediamo di
farci pervenire entro le ore 20.00 di oggi nella sede SAMAN di
Latina al Resp. ITALO FRANGIPANE.
Certi di una Vostra gradita collaborazione, vi porgiamo cordiali
saluti.
I Responsabili sedi SAMAN
SAMAN LACCATA - Resp. TONINO DI LIBERTO
SAMAN BRUSCATA - Resp. MARIO VILLA
SAMAN TRE PONTI - Resp. EMILIA FASCIANO
SAMAN LATINA - Resp. ITALO FRANGIPANE
SAMAN LENZI - Resp. ROBERTO BERRETTA
SAMAN CONVERGANO - Resp.. ALESSIO LIPAROTI
SAMAN CAROSIO - Resp. GIUSEPPINA CARDELLA
SAMAN BONAGIA - il delegato del Responsabile ENZO ANTINORI
(Roberto Beretta)
allegato 2
ALLA C.A. dei RESPONSABILI
In merito al fax inviatoci in data odierna - a firma dei
responsabili dei centri calabresi, di Lenzi, di Conversano, di
Latina, e per delega di Bonagia - il consiglio di amministrazione
composto dalla dott.ssa Luisa Fiorini e Lorella Raggi (Giancarlo
Zuccotti, assente) comunica:
1)In via preliminare si sottolinea come Emilia Fasciano, Mario
Villa, Giuseppina Cardella (quest'ultima neppure responsabile) non
sono soci della Associazione e, conseguentemente, non hanno alcun
titolo per partecipare e presenziare all'assemblea e, quindi, per
chiedere modificazioni di luogo e tempi della stessa:
2)Si sottolinea, inoltre, come i comportamenti tortuosi di alcuni
responsabili perseverino a grave danno dell'iter terapeutico dei
ragazzi in comunità.
3) Il consiglio di amministrazione non intende - considerate le
modalità poco pulite della richiesta - cambiare data e luogo della
assemblea che quindi é confermata per il 15 c.m. presso gli uffici
di via Palmieri.
4)Si chiarisce, a scanso di equivoci, che tutti i soci fondatori e
non - sono stati avvertiti con congruo preavviso ed hanno la
possibilità di delegare, in caso di loro assenza, un altro socio.
5)Si invitano i responsabili firmatari il fax a riflettere sulla
portata dei loro atti irrazionali e si invitano, altresì, a
prendere decisioni sulla loro voglia di continuare all'interno di
Saman. Nella certezza che nessuno di noi é indispensabile si
crede che a fronte di stanchezza o mancanza di fiducia
nell'attuale dirigenza più sensato e coerente sarebbe abbandonare
il proprio ruolo e non, continuamente, pescare nel
torbido: cosa che sta continuamente succedendo.
allegato 3
Spett.le CONSIGLIO DI AMMINISTMZIONE
ASSOCIAZIONE SAMAN
In merito al Vs. fax del 04.01.1996 intendiamo comunicare
determinate nostre posizioni:
- E' nostra ferma intenzione continuare il lavoro svolto tanti
anni nell'associazione Saman, pertanto NON INTENDIAMO DIMETTERCI.
- Non riteniamo, inoltre, chiedendo di far presenziare i nostri
soci fondatori all'assemblea del 15.01.1996, che i nostri
comportamenti siano dannosi ai fini di un corretto iter
terapeutico dei ragazzi in comunità.
Vi informiamo infine che fa oggi in poi le strutture siciliane
verranno gestite da SAMAN SICILIA
Per Saman Sicilia
Roberto Beretta
Enzo Antinori
Gianni Di Malta
allegato 4
A TUTTI I RESONSABILI DELLE COMUNITA'
Cari amici tutti noi CONOSCIAMO il nostro reciproco passato,
Lorella ed io vi dobbiamo molto ci avete salvato la vita e per
molti anni ci siamo amitti, rispettati, abbiano litigato e ci
siamo odiati per poi riamarci proprio cotone fratelli.
Ho sempre considerato SAMAN la mia famiglia e sono sicuro che
anche Lorella in passato l'abbia vissuta così.
La dott.ssa Lisi venne accolta da noi nel primi anni 90 perché si
trovava in difficoltà' e quindi gli demmo tutto il nostro amore e
rispetto trattandola sempre come parte della famiglia. Credo che
oggi le cose siano deteriorate al punto che sia Lorella che la
Lisi pensino di potervi escludere dal dibattito facendovi passare
per persone non indispensabili, lo siete sicuramente per me e per
tutti i ragazzi delle comunità' che rappresentate.
Sono ancora una volta disgustato dalla mancanza di rispetto che si
dimostra nei confronti dei responsabili delle comunità' che fra
l'altro sono i portavoce della volontà' dei ragazzi.
I ragazzi sono Saman e se si sentono in disaccordo con
l'eliminazione dei soci fondatori e sullo spregiudicato uso del
potere da parte di Lisi e Lorella hanno Il diritto di chiedere
chiarificazioni e dì mettete In discussione l'operato dei
dirigenti in un ampio dibattito alla presenta dei nostri soci
Fondatori.
Sono inoltre convinto che la repentina ed a mio avviso
sconsiderata decisione di immettere nuovi soci sia da considerarsi
une presa di potere inammissibile.
Prendo atto, e mi trovo d'accordo sulla volontà di parte delle
comunità di considerarsi autonome ed indipendenti fino a quando la
situazione coi dirigenti non sarà chiarita , al fine di poter
continuare serenamente a fare i1 proprio lavoro senza che quanto
accade possa in qualche modo interferire negativamente sui
ragazzi.
Vorrei ricordare che Saman è di chi l'ha costruita con tanti anni
dì lacrime e sangue e diffido chiunque e portarci via quello che
senza ombre di dubbio è nostro.
Un forte abbraccio
Giancarlo Zuccotti
allegato 5
Cari amici,
la linea della regionalizzazione di Saman ha ottenuto un qualche
successo. Misurate la distanza che passa tra il primo e l'ultimo
fax del C.d.A. (assente Zuccotti).
Su questo sto ora riflettendo e vi invito a fare lo stesso poiché
mi pare di capire che l'arroganza con la quale mi ha trattato e vi
ha trattato Lorella nelle ultime settimane non possa essere solo
frutto di un eccessivo carico di lavoro e dello stress
conseguente.
Probabilmente la regionalizzazione di Saman, mitigata da un
coordinamento, potrebbe essere la formula che ci mette al riparo
da improvvise "follie". Ma di questo avremo modo di riparlare. Il
problema ora è come fronteggiare la situazione che abbiamo di
fronte, la quale va così riassunta. Mentre raccontavano che tutto
era normale la Lisi e Lorella, mettendo in minoranza Zuccotti ne
con l'aiuto non tanto esterno di Cancrini, cercavano di
impadronirsi del controllo di Saman immettendo nuovi soci e
preparando la "sospensione" mia e degli altri inquisiti.
Devo dire con grande chiarezza che trovo inammissibile questo
disegno. Devo dire con altrettanta chiarezza che considero Saman
la mia creatura perché non solo l'ho immaginata nel 1980, come
pure qualcuno ha detto, ma l'ho anche costruita con tutte le mie
energie, i miei soldi, le mie case. Il paradosso è che ciò che ha
fatto grande e forte Saman è anche in qualche misura all'origine
dei guai giudiziari nei quali ci troviamo io ed un gruppo di
comuni amici.
Approfittare di queste difficoltà è quanto di più ignobile si
possa immaginare.
Ho riassunto così la situazione nella quale ci troviamo perché
essa deve fare da sfondo ad ogni ragionamento che andremo
costruendo. E' in questa luce infatti che si capisce come - fatti
fuori Francesco e la Chicca con la scusa che sono inquisiti,
presto verrebbe fatta anche fuori Lorella e prima di lei alcuni di
voi. Qui si vuole liquidare non solo la vecchia gestione di Saman,
ma ogni traccia di essa per impadronirsi di un patrimonio che per
noi è di valori e di amicizia costruiti nel tempo, per alcuni è di
conti correnti, di case e palazzi, di 15 miliari che avanziamo
dalle USL.
Se le cose stanno così, e penso di non sbagliarmi, dobbiamo
guardare al cuore del problema . E il cuore del problema è che
questa vicenda non mi permette di sbagliare di nuovo. Pensavo di
starmene un pò fuori dalle balle e che il gruppo cui avevo
affidato l'amministrazione di Saman potessero svolgere un azione
di raffreddamento nei confronti delle istituzioni pubbliche.
Pensavo e penso che questa sia una necessità. Ma se questo deve
significare la mia (e la vostra) eliminazione fisica e morale,
allora val bene la pena di battersi. Qui per noi si aprono due
possibilità: uno continuiamo nella strada intrapresa e
regionalizziamo completamente Saman; due, ci garantiamo il
controllo dell'associazione attraverso il consolidamento
dell'assemblea dei soci (cioè impedendo le nuove immissioni) e
togliendo contemporaneamente al C.d.A. il potere di modificare i
rapporti di forza all'interno dell'assemblea dei soci.
In altri termini noi siamo e prima di condividere questo status
con persone che non conosciamo vogliamo decidere insieme. Come
vedete in tutti e due i casi si tratta di riappropriarsi di quello
che è nostro, perché l'abbiamo fatta noi, perché noi sabbiamo come
l'abbiamo fatto, perché noi sappiamo come continuare a farlo. Su
queste condizioni io sono pronto a rimettermi in posizione
dormente in attesa che si calmino le acque e si chiarisca che
quello che io (noi) ho fatto, l'hanno fatto tutte le comunità
senza di questo ì, nella folla degli ultimi arrivati, ma ahime
anche di qualche anziano improvvisamente scoprono la legalità e la
trasparenza e ne vogliono fare uso strumentale contro di me ed i
miei amici, io sono ben sveglio e pronto a battermi. Del resto
Saman l'ho fatta una volta e la posso fare una seconda volta.
Quanto alla proposta do Lorella e Lisi di vederci il 15 nel luogo
che indicherò, su questo vi consulterò domani per telefono. Sento
una grande nostalgia di voi. Spero di trovarvi fermi nelle vostre
determinazioni ma anche allegri e generosi come vi penso.
FRANCESCO
allegato 6
La sottoscritta Dott.ssa Luisa I Fiorini domiciliata in Milano,
via Palmieri n.7 presso l'Associazione Saman, nella qualità di
Presidente del Consiglio di Amministrazione della Associazione
stessa espone:
la Associazione SAMAN, con sede legale in Roma, Via Stasi n. 44 e
sede operativa in Milano, via Palmieri n. 7 opera nell'ambito
delle attività finalizzate al recupero di soggetti
tossicodipendenti o alcol dipendenti. E' per tale attività, che
per altro, rappresenta il fine non di lucro della associazione
stessa, la Saman intrattiene rapporti di diritto pubblico con enti
dello Stato quali ministeri, Regioni, USL e ovviamente, con
soggetti privati. Nelle ultime settimane, per via di problemi che
riguardano l'attuale assetto del consiglio di amministrazione
della associazione, l'Associazione Saman sta vivendo momenti di
tensione interna. Dette tensioni, si ribadisce, relative alla
volontà di alcuni dei soci dì modificare la composizione
dell'attuale consiglio di amministrazione, saranno affrontate e,
si spera, risolte nell'ambito di apposita assemblea dei soci
convocata per la data del 29 gennaio
Quanto in questa sede, invece, si intende rappresentare alla
Autorità Giudiziaria e quanto segue:
Nell'ambito delle suaccennate tensioni interne e quale momento di
esasperazione delle stesse, i responsabili delle comunità site in
Sicilia (Lenzi di Napola, Bonagia, Trapani), in Calabria
(Bruscata, Tre Ponti e Laccata) in Puglia (Conversano), in
Lombardia (Belgioioso), in Emilia Romagna ( Ravenna ) e in Lazio
(Latina), hanno dichiarato di dissociarsi dalla Associazione
stessa interrompendo ogni obbligatoria comunicazione con la
direzione centrale della associazione sita in Milano via Palmieri
n. 7.
più precisamente, i signori Roberto Beretta responsabile della
comunità di Lenzi (TP) Gianni Di Malta responsabile della
comunità dì Trapani, Enzo Antinori responsabile della comunità di
Bonagia (TP) , Tonino Di Liberto responsabile della comunità di
Laccata (CS), Emilia Fasciano responsabile della comunità di Tre
Ponti (CS), Mario Villa responsabile della comunità di Bruscata
(CS), Alessio Liparoti responsabile della comunità di Conversano
(BA), Italo Frangipane responsabile della comunità di Latina,
Michele Minischetti responsabile della comunità di Ravenna,
Rossella Budassi responsabile della comunità di Belgioioso (PV)
hanno iniziato a gestire - occupandole di fatto - le comunità in
questione interrompendo ogni rapporto con la direzione di Milano e
con il presidente del consiglio dì amministrazione.
Vale la pena di fare presente che nelle comunità sono presenti
utenti delle comunità stesse proprio in virtù di di convenzioni
con enti di diritto pubblico instaurate con la associazione Saman
e relativamente alle quali incombono precisi obblighi a carico
Saman e del Presidente della associazione.
La interruzione di qualsiasi comunicazione relativa alle attività
svolte in favore degli utenti affidati alla comunità ed in ordine
al buon funzionamento di tutte le attività per legge previste,
oltre che porre in serio imbarazzo il Presidente del Consiglio di
amministrazione (che delle Associazione Saman è legale
rappresentante) si traduce in una vera e propria condotta illegale
relativamente alla quale si chiede l'intervento della Autorità.
Basti in questa sede soltanto fare presente che attualmente la
associazione Saman non e in grado di riferire alla autorità
giudiziaria in ordine a vicende relative ad utenti affidati alla
comunità a titolo di arresti domiciliari o di affidamento speciale
ai sensi della legge Gozzini.
Non è in grado, altresì, di riferire in ordine alla attualità
delle presenze degli utenti per tutto quanto attiene ai rapporti
con le USL, anche ai fini della fatturazione in ordine alla retta
giornaliera prevista per convenzione.
Per fronteggiare la situazione sopra descritta, il presidente del
Consiglio di Amministrazione della associazione Saman sta ponendo
in essere ogni opportuna azione, anche mediante la sostituzione e
la rimozione dell'incarico dei responsabili che hanno posto in
essere tale scellerata condotta.
va, per altro, segnalato che in Milano via Plinio n. 38 (vecchia
sede operativa della associazione Saman fino al mese di maggio
1995) si é insediato un gruppo di soci della associazione stessa,
che certamente a telefono e non si sa se mediante ulteriori
attività, si presenta agli utenti e intrattiene rapporti con enti
spacciandosi per la vera associazione Saman.
Non vi e dubbio che tale ulteriore condotta, oltre che creare
disfunzione e disagio relativamente alle attività proprie della
associazione, si pone quale un vero e proprio attentato al
corretto operare della Saman, sia sul piano operativo, sia sul
piano legale amministrativo.
val la pena, infine, di segnalare che attualmente il consiglio di
amministrazione dell'associazione Saman é quello regolarmente
eletto dalla assemblea dei soci in data 12 giugno 1995 e
riconosciuto fino a qualche settimana fa e che solo detto
consiglio, in persona del Proprio sottoscritto Presidente, è
legalmente autorizzato ad agire sia con riguardo a rapporti di
diritto privato, sia con riguardo a rapporti di diritto pubblico.
E val la pena, infine, di segnalare che proprio il fatto di aver
convocato una apposita assemblea dei soci per la data del
29/1/12995, rende ancora più illecita là condotta posta in essere
da coloro che in maniera cosi vistosa ed illegale si sono
contrapposti all'attuale consiglio di amministrazione.
La sottoscritta, per tanto, deposita il presente atto che
espressamente è da intendere, quale querela nel caso, dovessero
essere ravvisati fatti rilevanti sul piano penale, procedibili a
querela.
Allega alla presente copia del verbale di assemblea dei soci del
giorno 12/06/1995 nell'ambito del quale venne eletto l'attuale
consiglio di amministrazione della associazione Saman, nonché
copia del verbale della riunione del Consiglio di Amministrazione
del giorno 14/06/1995 nell'ambito della quale la sottoscritta
venne eletta quale Presidente.
Allega, infine, copia dei fax con i quali i responsabili di
comunità hanno dichiarato di dissociarsi da Saman.
F.to Dott.ssa Luisa Fiorini
allegato 7
In risposta alla comunicazione pervenutaci in data 11/01/1995,
relativa agli incontri del 16/01/1996 e 18/01/1996 con il C.d.A.,
il Prof. Cancrini e le comunità di Lenzi, Bonagia, Carosio,
Conversano, Bruscata, Laccata, Tre Ponti e Latina, ti informiamo
che le uniche condizione per un possibile incontro fra C.d.A. di
Saman, i Responsabili di tutte le strutture operative, i soci
fondatori e il consulente Prof. Cancrini, sono le seguenti:
alla presenza della Sig.ra Lorella Raggi, Dott.ssa Lisi e del
Sig. Zuccotti Giancarlo, che costituiscono il C.d.A. di Saman, 1a
Sig.ra Budassi Rossella, Responsabile della struttura di
Belgioioso (PV), Frangipane Italo, Responsabile della struttura di
Latina, Di Liberto Antonino, responsabile della struttura di
Laccata, Villa Daddato Mario, responsabile della struttura di
Bruscata (CS), Fasciano Emilia, responsabile della struttura di
Tre Ponti (CS), Liparoti Alessio, responsabile della struttura di
conversano (BA), Beretta Roberto, responsabile della struttura dì
Lenzi (TP), Di Malta Gianni, responsabile della struttura di
Trapani, Antinori Enzo, responsabile della struttura di Bonagia
(TP), Saro indice, responsabile della struttura di Napoli,
Piccinelli Maurizio, responsabile della struttura di Milano,
Martinoli Delia, responsabile della struttura di Bondeno (FE),
Minischetti Michele, responsabile della struttura di Ravenna,
Osmetti Carlo, responsabile della struttura di Vouzon (Francia),
Francesco Cardella e Elisabetta Roveri, soci fondatori, Prof.
Luigi Cancrini, consulente.
Questi signori, nello spirito della più alta comprensione
reciproca ed al fine di superare la grave crisi istituzionale ed
associativa che si è determinata nell'Associazione Saman, si
impegnano ad attuare i seguenti punti:
1) Restituire l'effettivo controllo dell'Associazione ai soci
che sono storicamente entrati a far parte dell'Assemblea Soci
Saman eliminando l'immissione di quei soci oggetto di
controversia.
Si stabilisce pertanto che sono membri dell'Assemblea e soci
ordinari di Saman i seguenti signori:
Francesco Cardella
Elisabetta Roveri
Klary de Hosszufalussy
Peter Joseph Hahn
Wilma de Federicis
Tonino Dì Liberto
Walter Goffi
Italo Frangipane
Roberto Beretta
Giancarlo Zuccotti
Luisa Fiorini
Lorella Raggi
Fausto Salvadori
Anna Sordini
Edi Abderrazak
Alessio Liparotí
Luisa Ventura
Giuseppina Cardella
Gianni di Malta
( ..... )
** seguono diverse firme, tra le quali quelle di Francesco
Cardella ed Elisabetta Roveri.
allegato 8
Cari amici,
come estremo contributo ad un dibattito che sta assumendo sempre
più toni 'Beckettiani' - e per chiarire i fatti di Sabato 13
gennaio 1996 - abbiamo deciso di esporne brevemente la dinamica.
Di seguìto ad una serie di comunicazioni inviate ai- responsabili,
riteniamo sufficientemente pacate e civili, abbiamo deciso di
provvedere alla sostituzione dei responsabili di due sedi, allo
scopo di ripristinare le comunicazioni ed uno stato di normalità
prima dell'assemblea del 29 gennaio 1996, permettendo agli altri
responsabili di riflettere ulteriormente sulla loro posizione per
evitare situazioni che comunque non riteniamo né gradevoli e
nemmeno funzionari al buon andamento della comunità.
Visto l'esasperarsi dei toni, che tuttora caratterizzano questa
vicenda abbiamo deciso, a tutela del diritto legale che il
Consiglio di Amministrazione detiene, di rivolgerci alla forza
pubblica proprio allo scopo di evitare ogni forma di intemperanza.
I comandanti di ognuna delle due stazioni dei Carabinieri hanno
dato la loro piena disponibilità, riconoscendo il diritto legale
della Dott.ssa Lisi a sostituire i responsabili. A Belgioioso,
visto l'atteggiamento dì' parziale ragionevolezza da parte di
Rossella, e visto il desiderio del comandante della stazione dei
carabinieri di trovare comunque un accordo, ci siamo ritenuti
soddisfatti del ristabilimento dei contatti con la sede di Milano.
Ciò non è stato deciso, come qualcuno sostiene, per il fatto che
non sia stato riconosciuto il diritto legale dell'Associazione, ma
per una scelta precisa, coerente alla linea adottata fin
dall'inizio dal Consiglio di Amministrazione, che comunque avrebbe
potuto decidere di muoversi anche in altro modo.
I fatti di Ravenna rappresentano invece un capitolo a parte, molto
triste e squallido per quel che riguarda i fatti ed i presupposti
che probabilmente lo hanno originato.
In breve.
Accompagnati presso la sede di Ravenna dal maresciallo dei
carabinieri e giunti ad un accordo con Vilma De Federicis(
presente dal giorno prima - non capiamo a quale scopo ed a quale
titolo) ed il responsabile Michele Minischetti - accordo che ne
prevedeva l'avvicendamento - e visto il clima di "apparente'
distensione, si decideva che la presenza della forza pubblica non
fosse più necessaria.
Su richiesta di alcuni ragazzi, coinvolti loro malgrado in questa
vicenda, si decideva inoltre di organizzare un incontro con la
Lisi, Lorella ed il nuovo responsabile allo scopo di chiarire le
rispettive posizioni.
Va detto che nel corso di questo incontro non è stato usato alcun
argomento che potesse risultare offensivo nei confronti di
Francesco, di Chicca, del precedente responsabile o di qualsiasi
altra persona che rappresentasse il punto di vista opposto a
quello del Consiglio di Amministrazione. La riunione aveva anzi
lo scopo di mettere a disposizione di ognuno gli strumenti per
valutare i fatti e di giudicare liberamente i termini della
contestazione in atto.
Per correttezza si era deciso di far intervenire a sostegno delle
sue argomentazioni Vilma, che non si presentava.
A questo punto siamo stati attaccati sia verbalmente che
fisicamente da alcuni ragazzi, tant'è che uno di loro, incitato
dai suoi compagni a seguito di una serie di insulti e di minacce
(rivolte, lo ricordiamo ad una donna dì 70 anni) tentava di
percuoterla con violenza mentre scendeva le scale (quindi
colpendola alle spalle), ed è stato fortunosamente fermato da
Paolo Damasio e Luca Oprandi. Contemporaneamente anche Antonio
Minerba veniva aggredito - riuscendo fortunatamente, ad evitare il
peggio - da tre ragazzi non meglio identificati. Il tutto in un
clima caratterizzato da insulti pesantissimi rivolti ad ognuno dei
presenti. La cosa gravissima è che tutto questo avveniva alla
presenza del responsabile, senza che questi intervenisse in nessun
modo; comportamento che chiunque interpreterebbe come un'implicita
approvazione dell'aggressione in atto. Anche in seguito, una
volta che a tutti era chiaro che la nostra intenzione era quella
di abbandonare la sede, proseguivano i gesti di intemperanza, con
calci e pugni alle macchine, scoppi di petardi ed una fitta
sassaiola che ha danneggiato alcuni dei nostri mezzi. In tutto
questo Vilma, che sicuramente era consapevole di quel che stava
avvenendo, e che avrebbe potuto intervenire calmando gli animi
(visto che probabilmente li aveva accesi) sì è data latitante. A
questo punto, una volta usciti dalla baraonda, abbiamo deciso di
rivolgerci nuovamente ai carabinieri perché verificassero che
all'interno della comunità gli scontri non proseguissero tra i
ragazzi, avvisandoli che comunque non era nostra intenzione
rimanere a Ravenna.
Queste poche righe per chiarire prima di tutto lo svolgimento dei
fatti. In secondo luogo per esprimere il nostro disgusto e la
nostra preoccupazione non tanto per il comportamento dei ragazzi,
che in tutta questa storia ci sembrano vittime ingiustamente
coinvolte ed assolutamente mal informate, ma per il modo di agire
di quelle persone che si dichiarano legittime proprietarie della
comunità che, e lo diciamo ancora a scanso di ogni equivoco, non è
proprietà di nessuno se non delle persone che ne usufruiscono e
dei soci, che fino a prova contraria e fino a contraria decisione,
hanno delegato questo consiglio di amministrazione alla sua
gestione e che di fronte a gesti di intolleranza e di violenza non
hanno neppure ritenuto doveroso intervenire a tutela di persone
con le quali possono pure avere forti contrasti, ma che comunque
non hanno mai oltrepassato i limiti della civiltà e della
legalità.
Pur non sapendo se queste righe andranno oltre il filtro del
responsabile, ritenevamo comunque doveroso inviarvele.
allegato 9
La sottoscritta LUISA FIORINI, legale rappresentante della
Associazione di volontariato Saman con sede legale in Roma via
Stasi n. 44 e sede operativa in Milano via Palmieri n. 7, espone
quanto segue:
In data 13 Gennaio 1995, la sottoscritta unitamente ai Signori
Lorella Raggi, Achille Saletti, Ibba Fabrizio, Oprandi Luca,
Crastus Cristina, Minerba Antonio e Camus Giordana, si é recata in
Ravenna, località S.Alberto via Basilica n. 58, ove ha sede una
delle comunità terapeutiche facenti capo alla Associazione Saman.
Il motivo della presenza della sottoscritta e delle suindicate
persone era determinato dalla necessità di procedere alla
sostituzione del responsabile di quella comunità a seguito della
condotta da quest'ultimo tenuta negli ultimi tempi che, a parere
del sottoscritto presidente del Consiglio di Amm.ne della
Associazione Saman, appariva meritevole della rimozione dal
delicato incarico di responsabile di Comunità.
Infatti, negli ultimi tempi, nella Associazione Saman si sono
creati dei problemi interni proprio su iniziativa di alcuni dei
responsabili di comunità che, avendo dichiarato di dissociarsi
dalla attuale dirigenza, hanno interrotto ogni rapporto con il
presidente, omettendo di porre in essere ogni attività di
informazione e di relazione relativamente all'andamento del lavoro
presso le comunità stesse e principalmente in ordine alla
condizione ed alla attività terapeutica degli utenti.
Proprio con riguardo a tali fatti la sottoscritta ha avuto modo di
informare la Autorità Giudiziaria con l'atto che si allega quale
documento n. 1.
IL giorno 13 Gennaio 1995, pertanto, la sottoscritta - prima di
recarsi presso la comunità SAMAN Villa Cilla, Via Basilica 158,
Sant'Alberto di Ravenna - proprio al fine di dare il crisma della
legalità alla attività di sostituzione del responsabile, si é
recata prima presso la locale caserma dei Carabinieri, chiedendo
l'intervento degli stessi.
Cosa che é, in effetti, avvenuta.
Alle ore 19:00 circa, conseguentemente, la sottoscritta e tutte le
persone più sopra citate, unitamente al Maresciallo Sambroni,
comandante della Stazione dei C.C. di Savarna (RA) si sono recate
presso la Comunità.
Entrata negli uffici amministrativi, ha avuto modo di verificare
la presenza oltre che del Responsabile da rimuovere MINISCHETTI
MICHELE nato a Napoli il 25.1.1959 ed ivi residente
anagraficamente in via Cappella a Montenuovo n. 34 e domiciliato
presso la comunità SAMAN Villa Cilla, Via Basilica 158,
Sant'Alberto di Ravenna, anche della Signorina VILMA DE FEDERICIS,
nata a R0Ma il 12/7/1957 e residente a Cassano ionio (CS) C.da
Bruscata Piccola, che, pure essendo socia della Associazione
Saman, non ha alcuna responsabilità né alcuna funzione presso la
comunità di Ravenna. Più precisamente la citata De Federicis
neanche dimora abitualmente presso detta comunità presso la quale
si era recata soltanto il giorno prima.
A quel punto la sottoscritta ha ufficializzato il motivo della
propria presenza.
Immediatamente il Minischetti e la De Federicis hanno negato che
la sottoscritta avesse alcuna autorità per procedere alla
sostituzione del responsabile della comunità, inscenando - alla
presenza dei C.C. - una vigorosa e pretestuosa polemica con i
Carabinieri - una volta verificati i poteri della sottoscritta
anche a seguito di telefonata intrattenuta con altro componente
del consiglio di amministrazione, Zuccotti Giancarlo - hanno a
fatica sedato.
Non appena i C.C. sono andati via, gli utenti della comunità
evidentemente fomentati sin dal giorno prima dalla DE FEDERICIS -
hanno iniziato ad insultare la sottoscritta e le persone che la
avevano accompagnata.
IN un clima a dir poco arroventato, la sottoscritta ha tentato di
spiegare quali fossero le ragioni per le quali si era resa
necessaria la sostituzione del responsabile.
Nell'ambito di quella che - di fatto - era diventata una vera e
propria riunione, alla quale fisicamente - a quel punto - la De
Federicis si era sottratta, la sottoscritta oltre che essere
insultata ed ingiuriata con frasi del tipo "vecchia troia, vuoi
impadronirti di Saman ..." ed altre dello stesso tenore, é stata
oggetto di un tentativo di aggressione fisica che non andato
fortunatamente a buon fine soltanto grazie all'intervento dei
signori Luca Oprandi e Paolo Damasio, che facendo da scudo con il
proprio corpo hanno assicurato la incolumità alla sottoscritta.
Le scene di violenza nei confronti della sottoscritta si sono
ripetute ed hanno avuto seguito sino a quando la scrivente e
montata sull'autovettura con la quale era colà giunta. Nella
accezione é stato danneggiato anche il furgone su cui erano le
altre persone FIAT DUCATO Tg. MI 7X2847.
Alcuni dei presenti, infatti, hanno continuato ad inveire,
insultare, tirare calci e sassi a tal punto da danneggiare lo
Stesso furgone.
Non vi e dubbio che il più sopra descritto atteggiamento di
intemperanza e di violenza e stato conseguenza di una attività ,di
fomentazione posta in essere dalla Vilma De Federicis la quale si
e resa protagonista della lotta interna alla Associazione Saman
contro l'attuale Presidente del Consiglio di Amministrazione e
contro il consigliere Lorella Raggi.
Non si giustifica diversamente, infatti, la presenza della De
Federicis presso la Comunità di Villa Cilla se non per il
denunciato motivo. Fa presente infine che relativamente ai fatti
oggetto della denuncia qui allegata, e informata la Questura di
Milano la quale - per altro - tramite la DIGOS - ha provveduto ad
aprire un indagine.
Chiede, pertanto, che si proceda penalmente.
Si allega copia della denuncia (documento n. 1)
Si allega copia del verbale di nomina della sottoscritta quale
presidente del Consiglio di Amministrazione dell'Associazione
Saman
allegato 10
AL C.d.A.
Al SOCI FONDATORI
AI RESPONSABILI DELLE COMUNITA' SAMAN
Ci sono fasi in cui il nervosismo semina sospetti, rabbia e
aggressività. Le persone coinvolte in una vicenda come quella di
Saman si muovono tutte, oggi,in un clima emotivo che spiega molte
intemperanze verbali. Anche nei nostri confronti. Di esse non
terremo conto in questa lettera, dunque, semplicemente perché
riteniamo che la richiesta che c'è stata fatta sia quella di
aiutare - in una situazione di crisi - senza lasciarsene
coinvolgere.
Giancarlo Zuccotti si è presentato da me, Luigi, in settembre,
dicendomi che Saman aveva bisogno di un "padre". Scherzando
chiarimmo in quella sede che si trattava di padre affidatario e
non adottivo. Saman restava per me (per noi) impresa portata
avanti da altri costretti da vicende esterne a non occuparsene per
un certo tempo. Il contratto che abbiamo siglato successivamente
chiariva in modo inequivocabile questo aspetto del problema:
nessun intervento sui programmi interni, nessuna partecipazione
agli utili, rifiuto di entrare sia nell'assemblea dei soci che nel
C.d.A., contenimento delle richieste economiche basato sul
rispetto di una condizione presentata come una condizione di
crisi.
Due elementi caratterizzanti del nostro contratto sono rimasti
tuttavia fuori dei testi ufficiali:
a) si richiedeva a noi di sostenere Saman attraverso un
operazione di immagine: le vicende giudiziarie avevano scosso il
prestigio dell'Associazione, il rischio reale era quello di un
blocco dei finanziamento ministeriali e di un isolamento
progressivo di Saman nel mondo del volontariato;
b) si assicurava a noi di poter presentare gli organi
dirigenti dell'associazione come totalmente rinnovati sulla base
di una scelta autonoma del Fondatori che si erano preoccupati di
non coinvolgere l'associazione in vicende che intendevano
affrontare direttamente;
Sulla base di queste premesse noi abbiamo iniziato il nostro
lavoro muovendoci in due direzioni:
a) all'esterno, garantendo sulla nostra parola l'affidabilità
totale di Saman presso i ministeri e presso il mondo del
volontariato; rapidamente ottenendo, con questo intervento, il
mantenimento a Saman dei fondi già attribuiti ma non ancora
formalmente assegnati e di cui era stata chiesta l'assegnazione
altri ed il consenso del C.N.C.A. e della F.I.C.T. al recupero di
Saman all'interno di una costituenda associazione nazionale;
b) all'interno, verificando con il C.D., i responsabili e gli
operatori delle Comunità la rispondenza alle norme vigenti e le
prospettive di sviluppo delle singole strutture e
dell'organizzazione complessiva.
E' nel corso di questo lavoro che ci siamo incontrati con le prime
difficoltà.
Il piano per l'accoglienza concordato "spiritualmente" con
Francesco prima del giugno '95 e concretamente con il nuovo C.d.A.
a novembre è stato accolto infatti con diffidenza da operatori che
non erano stati preparati al nostro intervento. L'ispettore
ministeriale incaricato di verificare l'affidabilità di Saman e
della sua nuova gestione, inoltre, ci ha segnalato, in forma
discreta ma in evidente attesa di chiarimenti, il problema
costituito da un C.d.A. che poteva essere revocato in qualsiasi
momento da un assemblea in cui la gestione precedente era non
solo rappresentata, ma probabilmente maggioritaria. Negli stessi
giorni i giornali hanno parlato di una richiesta di acquisto di
immobili da parte dell'Associazione e della necessità di aiutare
in questo modo Francesco e Chicca in difficoltà. Messi di fronte
a questi problemi i membri del C.d.A. sembravano divisi su
posizioni difficilmente conciliaboli. Per questo motivo abbiamo
fatto l'unica cosa possibile chiedendo un incontro con tutti e
tre.
L'incontro si è svolto il 20 dicembre ed ha avuto il seguente
esito:
A) Fiorini, Raggi e Zuccotti ci hanno chiarito che
l'operazione commerciale di cui si era parlato sui giornali non
era all'ordine del giorno e che ci si rendeva bene conto del fatto
che non si trattava di un operazione compatibile con le finalità
dell'Associazione e con i suoi bilanci;
B) Fiorini, Raggi e Zuccotti hanno preso atto delle
difficoltà proposte dall'ispettore ministeriale e si sono
impegnati rispettivamente a chiedere (Zuccotti) la disponibilità
di Francesco e di altri soci ad una temporanea autosospensione ed
a procedere (tutti) all'immissione di nuovi soci;
C) tutti ci siamo riconvocati per il 5 gennaio '96 per
discutere un progetto articolato di organizzazione delle attività
che noi avremmo preparato per sottoporlo al C.d.A. e per i
responsabili prima dell'assemblea.
Il significato di queste decisioni è stato oggetto di una
interpretazione del tutto inaspettata. Parlando e scrivendo su fax
arroventati di colpo di mano e di membri del C.d.A. che tentavano
di far fuori i soci fondatori. Francesco, con cui io (Luigi) ho
parlato telefonicamente, mi ha ribadito l'idea di un tentativo di
impadronirsi del controllo di Saman da parte della Fiorini. Il
giorno dopo, lui stesso ha scritto un fax in cui suggerisce ai
responsabili che anche noi avremmo avuto un ruolo in questo
tentativo di golpe: suggerimento di cui lui si è successivamente e
correttamente scusato ma che ha determinato fantasie assurde e
sgradevoli.
L'unica cosa che noi possiamo fare a questo punto, mi pare, è
quella di rimettere le bocce al punto di partenza. Consulenti
tecnici siamo e i consulenti vogliamo fare: sul piano
professionale, tenendo conto del mandato che abbiamo ricevuto e
dei punti richiamati all'inizio, inizieremo a discutere, appena
possibile, un piano di attività con il C.d.A. e con ì
responsabili. Sul piano del rapporto con gli organismi
ministeriali e non, aspetteremo che l'associazione ci faccia
sapere in che modo ha risolto i suoi Problemi di gestione prima di
portare avanti il nostro lavoro.
Per ciò che riguarda il merito della questione, poiché è
impossibile non dare un parere, vorremmo tuttavia precisare tre
cose:
a) annullare le nomine del nuovi soci e ridare potere alla
assemblea così come era con le motivazioni date sin qui renderebbe
difficile sostenere, nei confronti degli interlocutori esterni,
che l'associazione Saman abbia una nuova gestione; le esigenze
alla base della richiesta di compromesso fatta dai responsabili
potrebbero essere rispettate anche in altro modo? Soluzioni noi
non riteniamo di averne ma l'impressione che abbiamo è quella di
un conflitto oggi inutilmente radicalizzato;
b) per noi e per tutti quelli che guardano comunque "da
fuori" alle vicende dell'Associazione, per esempio, il fatto che
si parli di proprietà dell'associazione è totalmente privo di
senso: l'associazione è un associazione senza scopo di lucro che
ha un patrimonio spirituale che è e resta del suoi fondatori e un
patrimonio economico che appartiene solo alle sue finalità
istituzionali; il C.d.A. comunque composto, lo amministra ma non
ne dispone, se lo usasse per finalità particolari andrebbe
perseguito di fronte al giudice penale;
c) la proclamazione di autonomia delle sedi regionali è
difficile da proporre in termini amministrativi ed è assai
rischiosa: le Regioni potrebbero denunciare le convenzioni che
hanno sottoscritto con i responsabili dell'Associazione:
riaprendole (se ci si riuscirà, e i dubbi sono molti, nel clima
che comunque intorno a Saman si è creato) quando le sedi regionali
avranno chiesto ed ottenuto le, nuove convenzioni.
Così stando le cose, quello che a noi sembrerebbe auspicabile da
parte di chi vuole davvero salvare Saman è una drammatizzazione
immediata del clima, la rinuncia ai "Proclami", la ricerca di un
intesa ragionevole (alla cui elaborazione noi siamo disposti a
collaborare), la ripresa del lavoro che si era appena intrapreso.
Con molto affetto e sincera preoccupazione
Prof. Luigi Cancrini
Dott. Francesco Colacicco
allegato 11
ALLA RICERCA DI UNA RAGIONEVOLE MEDIAZIONE: IPOTESI DI ACCORDO SUL
FUTURO DI SAMAN
Premessa
La prima cosa che ci ha colpito, nel corso di questa fase, è la
violenza dello scontro, la sincerità delle sofferenze e delle
ansietà che lo sostengono. Da lì siamo partiti per costruire le
nostre ipotesi: dal tentativo di capire quali erano le aspettative
e i bisogni trascurati nell'attuale organizzazione di SAMAN.
Un equilibrio da costruire
Il modo in cui i soci fondatore sono usciti dalla gestione di
SAMAN è stato traumatico e improvviso. L'affidamento ad altri
delle responsabilità di direzione è stato fatto all'interno di una
situazione emotiva forte. Un problema sottovalutato in quella
fase e che emerge con forza adesso è quello del ruolo che i Soci
Fondatori debbono comunque avere all'interno dell'Associazione.
Un problema speculare è quello dell'attuale C.d.A.: dire che le
sue scelte devono essere autonome e rispondere prontamente alle
richieste dei Soci Fondatori determina una situazione confusa, di
cui Bisogna tenere conto.
Una proposta semplice
La nostra proposta, a questo punto, è quella di riconoscere
ufficialmente Francesco come Presidente Onorario
dell'Associazione. Verrà scritto a verbale che tale carica gli
viene conferita perché, per sua scelta, egli non può ricoprire
quella di Presidente effettivo finché le sue vicende giudiziarie
non verranno chiarite. La sua funzione sarà quella, non
sostituitile di partecipare da subito alla scrittura di un piano
di attività vincolante sulle scelte che il C.d.A. e l'assemblea
dovranno assumere nei prossimi due anni: un piano che verrà
scritto insieme dal C.d.A., dal Presidente Onorario e dal
Responsabile Scientifico e che verrà votato in una assemblea
straordinaria Chicca d'altra parte, farà una proposta sul ruolo
che eventualmente riterrà opportuno ricoprire dall'esterno (finché
resta all' esterno le sarà necessario).
Il piano di attività
Il piano d'attività che verrà proposto unitariamente
dall'Assemblea, dal C.d.A., dal Presidente Onorario e dal
Responsabile Scientifico dovrà contenere:
a. l'impegno al mantenimento e ad una migliore
organizzazione delle strutture oggi in funzione: provvedendo ad un
adeguamento agli standards e ad una diversificazione regionale
delle attività;
b. l'apertura già concordata delle strutture d'accoglienza;
c. la verifica delle possibilità di aprire nuove Comunità a
Cantagallo (tossicodipendenti con problemi psichiatrici) ed a
Rivoltella e di riaprire Orero e le case satelliti di Milano
utilizzando il sostegno del Comune;
d. la valutazione delle possibilità che si aprono a Palermo (Bando
del Comune) ed in altre località della Toscana;
e. la riqualificazione e l'aggiornamento degli operatori
attraverso progetti regionali e di F.S.E.;
f. la nomina di un responsabile amministrativo per ogni regione.
g. il riconoscimento degli impegni assunti con SAMAN ~CE nel
rispetto della convenzione già esistente;
h. una ricognizione definitiva, basata sulle indicazioni di
Francesco, di eventuali altre partite creditorie;
i. la ridefinizione del rapporto economico con il Presidente
Onorario e con Chicca. Nel primo caso, proponendo il
riconoscimento delle spese di rappresentanza a Milano e
trasformando in affitto il comodato di Lenzi, perché, in linea di
massima, un Presidente è Onorario proprio perché non ha un
rapporto di lavoro retribuito con l'Associazione. Nel secondo
caso ragionando sulle proposte che lei stessa farà; chiarendo
ufficialmente comunque che l'associazione continuerà a sostenere
le spese legali e che una eventuale interruzione del rapporto di
lavoro, ove richiesto da Chicca, corrisponderà ad una messa in
regola e ad una liquidazione in termini di legge.
Il piano di attività dovrà essere presentato in maniera
sufficientemente dettagliata da garantire sulle scelte che gli
organismi dirigenti assumeranno nel corso dei prossimi anni, Degli
allegati relativi ai punti a., b., c., h., ed i. verranno
predisposti prima dell'Assemblea e saranno considerati parte
integrante del piano,
Statuto e Composizione dell'assemblea
Le modifiche di Statuto richiedono che la prossima Assemblea sia
preparata e condotta con l'assistenza di un notaio. Le modifiche
riguardano l'istituzione della figura del "Presidente Onorario",
l'indicazione delle sue funzioni e dei suoi diritti; l'istituzione
(è un nostro consiglio) di un Collegio di Probiviri per la
risoluzione di controversie e l'adozione di provvedimenti nei
confronti di soci che si rendano responsabili di colpe o
inadempienza gravi; la restituzione all'Assemblea del potere di
dimissione, revoca o sospensione dei soci; la durata di almeno due
anni del C.d.A.
Condizioni preliminari
Per l'avvio della trattativa ci sembra tuttavia ragionevole
chiedere il rispetto di almeno due condizioni:
a) il ripristino delle procedure sin qui utilizzate nei rapporti
tra sedi e Centro
b) il rinvio dell'assemblea già fissata per il 29 c.m.
--- MMMR v4.50reg * Se guardi fisso la radio...
...ti portano via.