In questi giorni di silenzio e di riflessione ho riletto quello splendido libro del gruppo di Palo Alto (Watzlawick,Weakland,Fisch, i migliori psicologi del comportamento degli anni 70) che si intitola Change (editrice Astrolabio), ed in effetti qualche luce sui cambiamenti da effettuare rispetto alla nuova situazione che viviamo li ha forniti.
Il primo e' stato quello di rendermi conto che la nostra situazione attuale non poteva essere che la migliore fra quelle concretamente realizzabili prima del voto. Mi spiego:
I due problemi principali del Cora sono sempre stati :
a) la propria capacita' organizzativa (iscritti, militanti, attivita' prodotte, raccolta fondi, ecc.)
b) la capacita' di agganciare (con-vincere) altri, in particolare altri esponenti del mondo politico, sulla bonta' dell'ipotesi antiproibizionista e la effettiva possibilita' di creare le condizioni perche' l'Italia sia il paese guida di questa riforma (non chiamiamola rivoluzione, per favore ...).
Al primo problema non c'e' soluzione stabile. Non ci sarebbe stata con la nostra vittoria o con la vittoria del Polo e non ci sara' nell'epoca sinistra nella quale siamo entrati. Anche quando avevamo decine di deputati italiani e stranieri le iscrizioni al Cora sono state quelle che sono state, e ben sapete quanto i contatti parlamentari hanno prodotto ...
Questo problema non avra' soluzione se non e' visto nella sua chiave politica, ovvero la sfida e' tutta sulla nostra capacita' di trasformarci (i dieci o cento che siamo) nel motore della riforma. Con i mezzi che abbiamo, ne piu' ne' meno. E questa capacita' e' unicamente legata alla nostra facolta' (bravura?capacita? determinazione? intelligenza?) di convincere gli altri e di trasformarli in attori del cambiamento. Consapevoli, cioe', della necessita' di cambiare l'attuale stato delle cose nelle politiche sulle tx e sulla criminalita' organizzata.
Ma chi sono gli altri ai quali dobbiamo parlare?
Ebbene, il secondo problema trova nella attuale situazione politica, la condizione migliore perche' il Cora sia l'unica organizzazione antiproibizionista del nostro Paese.
Il governo Prodi non risucira' a esprimere nel settore delle tx nulla di piu' di quello che c'e' scritto in quell'orrido documento elettorale che Ceis e CNCA avevano sottoscritto insieme: un pizzico di riduzione del danno (secondo la vulgata di Leopoldo Grosso e il Gruppo Abele), molti soldi a tutti, soprattutto se del volontariato cattolico di sinistra. Tutto qui. Faranno uno scempio della vera riduzione del danno e delle politiche innovative che si potevano introdurre. Figuriamoci per l'Aids.
Se avesse vinto la destra avremo avuto a che fare con i tanti Corleone e Manconi che a ogni pie' sospinto avrebbero dichiarato che loro vogliono l'antiproibizionismo, che loro sono antiproibizionisti, facendo si che la situazione di impasse del Cora scoppiasse definitivamente e fosse sempre piu' e sempre peggio legata ai destinti personali di Pannella.
Niente contro Pannella e le sue scelte in materia antiproibizionista, anzi ... Ma quel refolo di moralismo antipannelliano che attanaglia tutti gli altri sedicenti antiproibizionisti diversi da noi oggi non ha piu' ragione di esistere.
Oggi non abbiamo a che fare con deputati che non avrebbero forza e tempo di essere antiproibizionisti "perche'" iscritti al movimento o pannelliani. Oggi abbiamo a che fare soltanto con deputati di sinistra al potere, e in posti chiave, che devono far onore alle loro posizioni politiche di ieri. Parlo innanzitutto di Violante che disse, apertis verbis, che bisogna legalizzare le leggere ...
Oggi comincia un bel periodo per il CORA: torniamo ad essere gli unici antiproibizionisti sul palcoscenico, senza problemi di tattica trasversale ma con l'unico sfizio di pungere tutti coloro che incautamente nella passata legislatura fecero dichiarazioni di coloritura antiproibizionista.
Dobbiamo cominciare da qui, semplicemente ricordando loro cosa hanno dichiarato e cosa dovrebbero fare per non smentire se stessi.
Il peggio che puo' capitare e' che riescano nell'obiettivo di legalizzare le leggere, che non mi sembra male come obiettivo parziale. Ma tanto questo non accadra', perche' il prode prodi non e' interiormente e psicologicamente impossibilitato a concepire una riforma del genere.
Cominciano gli anni migliori della nostra vita antiproibizionista: non e' forse vero che il principale compito di un politico e' quello di trasformare le proprie convinzioni nelle convinzioni della maggioranza? E non abbiamo sempre "patito" questo allontanamento dal popolo di sinistra ritenuto, da noi, come quello culturalmente piu' predisposto alle nostre ipotesi?
Due ultime "premonizioni": Taradash aumentera' sempre di piu' le uscite sull'antiproibizionismo e Riforndazione Comunista potrebbe diventare una sponda importante perle nostre battaglie. Basta aspettare non piu' di un paio di mesi per verificare se ho ragione.
PS: ho selezionato su Agora le dichiarazioni antiproibizioniste di Violante, Corleone, Ayala, Bordon. Chi ne avesse altre da attribuire a membri del governo o auterovli esponenti dell'Ulivo lo faccia in fretta.