io la parola d'ordine l'ho data "l'odg di torino" che rispetto alla "risoluzione di francoforte" è di attualità, politica e per una volta anche giornalistica.tirare fuori il cadavere della risdifran non serve a nulla, semmai a mandare i giornalisti in grecia a conoscere chi ti ha ispirato. invece bisogna puntare sull'originalittà di torino, dall'agenzia comunale all'odg. insomma dal laboratorio politico (cora) al laboratorio istituzionale (torino).
per il momento è cosa italiana ma se ci inventiamo qualcosa per cui diventa fatto nazioanle (non dieci ma cento comuni che approvano e 500 in cuis i presetna) inevitabilmente puo' essere fatto anche europeo. ovvero, nonostante le convenzioni, per minarle, eccc... qualcosa si puo' fare e si fa ripetendo il ritornello: al di là dei professionismi vari che per due denari si accodano a qualsiasi scelta.
punto e vbasta. anzi non basta.
ieri michel hancisse mi ha dato l'invito che ci è arrivato per partecipare alla manifestazione che si terrà a avenezia su: per una nuova convenzione internazionale sugli stupefacenti, organizzata dal gruppo abele e dal comune di venezia con il patrocinio del parlamento eu, del consiglio d'eu e dei ministeri afafri sociali e intyerni.
tra le adesioni i nostri massacratori, tutti. tra i relatori idem, tutti i nostri conoscenti ed ex amici. TUTTI. chi manca? i nostri amici, rezza, starace, carla rossi, e al dibatitto su le città e le droghe ci sono oltre ai rappresentanti di to bo ro pd e re. sei tu che andrai per torino? penso proprio di no.
e comunque dico solo stiamoci attenti che questa volta abbiamo se non le prime pagine il venerdi' di repubblica: qualche centinaio di migliaia di acquirenti. che ne facciamo?
tutto qui, solo piccole preoccupazioni.
p.s.
ho finalmente avuto fotocopia del pezzo su l'espresso, se posso a differenza di molti, mi pare insignificante lo spazio che abbiamo avuto: il fatto è che essendoci abituati alla censura totale appena mettono un rigo godiamo. e mi fermo qui. domanda finale: la "roba " torino è o non è farina del nostro sacco, e allora mettiamoci sul sacco il nostro timbro.