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Conferenza Segreteria CORA
Palma Carmelo - 29 settembre 1996
Gli interventi di Maurizio e Vincenzo aprono il dibattito precongressuale del Cora. Tentano dii definire il senso delll'iniziativa e della prospettiva che il Cora si è dato. Io aggiungo una serie di considerazioni che potranno essere lette anche come risposte alle questioni che Viincenzo e Maurizio pongono. So che non saranno risposte soddisfacenti , perchè quelle poste da Maurizio e Vincenzo sono, più che questioni, obiezioni.
Che prendo sul serio; che non sottovaluto; che non condivido.

Gli altrii

A tutto avrei pensato, con un riferimento occasionale e strumentale alla Risoluzione di Francoforte, fuorchè di aprire una discussione in ordine al nostro rapporto con gli altri antiproibizionisti (quelli di sinistra, Taradash, i liberali in genere, i milioni di italiani che sono antiproibizionisti e non volgliono apparire tali, e pagarne il prezzo...). Ma , visto che la questione si è aperta, approfondiamola:

1) La Risoluzione di Francoforte è politicamente più forte dell'odg di Torino, per una ragione "politica" e non di immagine; perchè è una carta di impegni di città che hanno già iniziatito a denunciare concretamente il proibizionismo, sperimentando alternative parziali, che però rappresentano il solo termine di raffronto con ilrisultati delle legilslazioni e delle politiche proibizioniste; la R.F è , oggettivamente, un elemento di legittimazione dell'odg di Torino; il contrario non può valere.

2)Le città raccolte attorono alla RdF sono città con una immagine forte : non solo perchè altrove, a differenza dell'Italia, le Città contano qualcosa anzichè un cazzo; ma perchè hanno fama di "serietà" (non so se meritata o no, ma non è un problema), e obbligano chiunque a prendere sul serio le loro esperienze: dunque proprio la RdF può rappresentare uno strumento di "attacco" nei confronti dei suoi referenti italiani (i progressisti), che oggi sono al potere sia sul piano nazionale, sia,soprattutto nelle Città. Il riferimento alla RdF è un richiamo alla coerenza nei confronti di quanti vorrebbero ridurre in termini "solidaristici", e non politici e riformatori, i principi contenuti in quella carta di impegni; quindi non è solo opportuno, ma, secondo me, necessario; anche per non far loro degli sconti e per fare in modo che le risoluzioni delle Città italiane siano cose altrettanto serie

3)Noi (noi radicali, pannelliani, coraioli) non contiamo un cazzo, e, a differenza di Donvito, non penso che la situazione sia, a breve, modificabile, con un rilancio di forme di azione e mobilitazione più forti, più esplicite e scandalose. Contiamo qualcosa solo quando riusciamo a rappresentare una forma di "cattiva coscienza", quando riusciamo a incastrare chi sta al potere, quando siamo in grado di imbarazzarli, costringendoli ad ammettere quanto non possono non ammettere:. Per fare questo (il "demone" socratico ha le sue astuzie) tutto può servire, meno comportamenti che derivino coerentemente dall'idea che gli altri siano stronzi, o disonesti, o......Non perchè non sia vero, ma perchè è inutile e dannoso;. io l"azionista" (da Partito d'Azione) dell'antiproibizionismo non lo voglio fare; non significa che ponga il veto a che il Cora divenga il PdA dell'antiproibizionismo; significa che io non sono disposto a diventarlo. Io (ormai corrotto, probabilmente, dalla rendita istituzionale) continuo a pen

sare che qualunque compromesso di merda che smuova la situazione (anche di un solo millimetro) sia preferibile ad un nobile muro contro muro che blocca tutto, e che ci fa perdere posizioni,. E non perchè ritenga che "gli altri" siano meno peggio di quanto pensano Maurizio o Vincenzo. Ma perchè penso che "gli altri" potrebbero meglio farci fuori. Mi sembrerebbe in fondo una forma inconsapevole, e masochistica di intelligenza con il nemico.

Noi

Io non ho, a differenza di Maurizio, la sua passione per il "partito", e quindi nelle mie riflessioni sulle forme di organizzazione dell'iniziativa politica sono molto più superficiale e approssimativo. Ad alcuni serissim i interrogativi (cora -partito o cora-green peace ?) non so rispondere.

Ma so che sull'iniziativa antiproibizionista sta gravando, pesantissima, e, a mio parere, dannosissima, l'ipotesi dell'arresto di Marco. Nessun nonviolento ragionevole può pensare che una iniziativa nonviolenta così smaccatamente "ad uso interno"; fatta per riaprire i giochi dentro e attorno al partito, più che all'esterno di esso; costruita, deliberatamente, per suppllire ad un empasse politico senza precedenti; poggiata sul vuoto di una organizzazione inesistente; lanciata non a coronamento di una iniziativa ma a preludio, od ad auspicio, di una iniziativa futura.....ebbene, nessun nonviolento ragionevole può sperare alcunchè da questa roba. Marco pensa di "doverla " fare, come Ernesto Rossi pensava di dovere mettere le molotov negli uffici delle imposte, e, inoltre, sente la suggestione e forse il bisogno di consegnarsi davvero prigioniero politico .... Ma Ernesto Rossi dal martirio ci ha guadagnato 13 anni di galera. E basta .

Non è così;? ecco un bel temino di discussione........

Buon lavoro a tutti.

 
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