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Conferenza Segreteria CORA
Radio Radicale Roberto - 30 settembre 1996
BOZZA DI MOZIONE PARLAMENTARE SULLA DROGA

Il Senato della Repubblica / La Camera dei Deputati,

premesso che

- lo stato del fenomeno delle tossicodipendenze e dei consumi di droghe illegali quale emerge dall'ultima relazione sui dati dell'anno 1995 presentata al Parlamento dal Ministro della Solidarietà sociale (31 marzo 1996), denuncia un quadro di allarmante e pericolosa "assenza di governo" e di prospettiva politica;

- le politiche sociale e sanitarie adottate sino ad oggi hanno registrato parziali e limitati successi, rispetto a fasce della popolazione tossicodipendente capaci di seguire e coronare processi riabilitativi, ma hanno di fatto limitato l'offerta terapeutica ad una gamma, più o meno diversificata, di "strategie dell'astinenza";

- il fenomeno nel suo complesso sembra evolversi in modo indipendente, rispecchiando da una parte la diversificazione dell'offerta del mercato illegale e dall'altra l'irrilevanza di interventi cui, nel quadro dell'approvazione della 162/90, il legislatore aveva fatto grande affidamento per limitare la circolazione ed il consumo di droghe illegali; in particolare:

a) il ricorso a strutture socio-riabilitative di tipo comunitario o comunque residenziale, oltre a denunciare una lieve flessione (3%) rispetto al 1994, interessa una quota tutto sommato ridotta della intera popolazione tossicodipendente e comunque non più di un terzo (37%) rispetto a quella complessivamente in contatto con i servizi;

b) i livelli di sieroprevalenza fra la popolazione tossicodipendente continuano ad essere, purtroppo, altissimi, in conseguenza delle dissennate politiche sanitarie del passato, ed il 61% dei casi registrati di AIDS sono correlati allo stato di tossicodipendenza;

c) i sequestri delle "tradizionali" sostanze sono diminuiti rispetto al '94 (-18% per l'eroina, -61% per la cocaina, -17,74% per l'hashish), mentre sono aumentati quelli delle nuove droghe chimiche (Ecstasy: +117%); tali sequestri, più che incidere concretamente sulla circolazione delle sostanze, sembrano "registrare", come semplici indicatori, i mutamenti di un fenomeno che, anche nella sua dimensione commerciale, sfugge ad ogni controllo efficace;

d) le segnalazioni ai servizi da parte delle Prefetture investono maggioritariamente consumatori di droghe leggere (53,51%) che per la grandissima parte non si rivolgono ai servizi (di cui rappresentano solo il 7,98% dell'utenza) poiché non ne hanno alcun bisogno e non ne riceverebbero comunque alcuna risposta se non "retorica": infatti, a quanto consta, non esiste alcun trattamento specifico per il consumo di cannabis e gli stessi Servizi per le Tossicodipendenze non hanno alcuna attinenza con un comportamento che sfugge ai canoni della patologia tossicomanica: dunque, l'intero sistema sanzionatorio, sopravvissuto alle abrogazioni introdotte dal referendum del 1993, dimostra di non avere alcuna effettiva rilevanza in ordine al controllo del fenomeno ed al raccordo dei consumatori di droghe con i servizi, ma continua a rappresentare l'aspetto più gravemente e inutilmente persecutorio della normativa italiana sulle droghe;

e) i livelli di utilizzo del metadone protratto o a mantenimento (che coinvolge circa il 20% degli utenti dei servizi e solo il 3% dei detenuti tossicodipendenti) rivela come tutt'ora esistano remore e rifiuti ideologici rispetto alle strategie di normalizzazione della tossicodipendenza attiva (di quei soggetti che non accettano, cioè, di subordinare l'offerta terapeutica all'astensione dall'uso delle droghe) e come, per altro verso, non abbiano trovato alcun riscontro le molto prudenti "Linee guida per il trattamento delle dipendenze da oppiacei con farmaci sostitutivi" emanate dal Ministro della sanità in data 30 settembre 1994;

f) i decessi per overdose di eroina sono aumentati del 20,29% (passando da 867 a 1043 casi) e denunciano, da una parte, i rischi gravissimi connessi alla diversificazione e destabilizzazione dei mercati illegali e, dall'altra, la ridotta capacità dei servizi e dei sistemi di cura ad attuare concrete politiche di prevenzione sanitaria rispetto al consumo di droghe;

- i risultati del referendum e quelli della Conferenza nazionale sulla droga di Palermo del 1993 sono lontanissimi dal trovare una puntuale applicazione; al contrario, negli ultimi due anni, i governi succedutisi e i provvedimenti sino ad oggi adottati hanno rinnovato ed aggravato forme di "proibizionismo sulle cure" e sui diritti dei consumatori di droghe illegali;

- il decreto attuativo del T.U. 309/90, che nella sua versione originaria del gennaio 1993 aveva tentato per la prima volta di dare cittadinanza alle politiche di riduzione del danno, è stato reiterazione dopo reiterazione, rapidamente normalizzato sino a divenire un decreto "omnibus", in assoluta continuità con le peggiori politiche sulla droga realizzate nel nostro Paese;

- sono state effettuate 20.248 operazioni "antidroga" rispetto alle fattispecie criminose ex art. 73 D.P.R. 309/90 (traffico illecito di sostanze psicoattive e psicotrope e relative sanzioni; sono stati intrapresi 32.378 procedimenti giudiziari ex art.73, per la gran parte (26.310) rispetto al piccolo smercio di droghe illegali; sono stati effettuati 21.721 arresti;

- la depenalizzazione del consumo di droghe illegali introdotta con il referendum popolare del 1993 ha evidentemente incrinato l'impianto rigidamente repressivo e punizionistico della normativa sulla droga;

- una parte significativa dei comportamenti disciplinati dagli artt. 73 e 75 del D.P.R. 309/90 sono relativi ad una sostanza - la cannabis ed i suoi derivati - alla quale, ormai, qualunque analisi scientifica minimamente accreditata attribuisce livelli di tossicità o di pericolosità sociale uguale o inferiore a quelle di sostanze legali liberamente commerciate e pure riconosciute come "droghe" dal citato D.P.R. (art. 2, lett. a, c, e g);

- esiste un evidente limite di ragionevolezza (e, inevitabilmente, di efficacia) in una normativa che disciplina in modo analogo sostanze diverse (eroina, cocaina, cannabis, droghe sintetiche, ecc.) senza alcun riferimento al diverso grado di pericolosità sociale delle sostanze considerate;

- si impone l'esigenza di una riflessione nuova e originale sulle droghe come "prodotti", di cui la "proibizione" giuridica rappresenta un valore aggiunto economico di eccezionale portata, capace di consegnare alle "mafie delle droghe" profitti (di difficile quantificazione, ma comunque ingentissimi) che concorrono all'inquinamento e al condizionamento criminale della stessa economia legale;

- il prezzo delle sostanze illegali risente in maniera significativa dei processi di diversificazione del mercato delle droghe e della comparsa di nuove sostanze, ma non sembra dipendere, nemmeno in minima parte, dall'attività repressiva delle forze di polizia. Infatti, pur in presenza di una massiccia attività di contrasto (che nel 1995 ha portato al sequestro di 939,453 Kg. di eroina, 2592,686 Kg. di cocaina e 14.921,550 Kg. di cannabis), il prezzo delle droghe illegali tradizionali è apprezzabilmente diminuito per effetto delle nuove offerte (stimolanti, eccitanti, droghe chimiche), dimostrando come il mercato criminale delle droghe risulti sensibile a dinamiche interne e "commerciali" e non già ad interventi esterni e "repressivi".

Considerato che

- è non solo possibile ma necessario riconoscere che le politiche sociali, sanitarie, di ordine pubblico e di repressione delle criminalità, sono condizionate negativamente, quando non pregiudicate, proprio dall'impianto proibizionista delle leggi sulla droga;

- le politiche sulla droga perseguite fino ad oggi si sono alimentate dei propri fallimenti, rispondendo ad ogni nuova emergenza con strumenti che moltiplicano proprio quei problemi che dovrebbero contribuire a risolvere;

- l'esperienza internazionale dimostra storicamente che quanto più si inasprisce in senso repressivo la normativa sulla droga, tanto più si ingigantiscono ed aggravano le conseguenze connesse alla diffusione delle droghe proibite;

- negli scorsi giorni la Città di Torino ha approvato un documento che denuncia il fallimento delle attuali politiche sulla droga e propone di procedere in tempi rapidi ad una riforma della legislazione in vigore a partire dalla legalizzazione delle droghe leggere e dalla somministrazione "terapeutica" dell'eroina sotto controllo medico ai tossicodipendenti;

- è necessario che la questione dei risultati dell'applicazione del D.P.R. 309/90 e della riforma delle politiche sulle droghe, divenga una priorità di discussione e azione parlamentare e di governo, oltre che tema di dibattito politico e civile.

Tutto ciò premesso e considerato, impegna il Governo

- a porre all'ordine del giorno della II Conferenza nazionale sulla droga il tema della riforma del D.P.R. 309/90, secondo linee di politica sanitaria, sociale, di ordine pubblico e di repressione criminale alternative a quelle perseguite negli ultimi sei anni senza alcun successo;

- ad operare affinché venga convocata al più presto la sessione speciale sulla droga dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite e affinché essa divenga occasione per una valutazione dei costi sociali, sanitari, economici e politici che le Convenzioni internazionali sulle droghe hanno imposto alle società ed ai Paesi che hanno recepito nella propria legislazione i capisaldi della politica proibizionista;

- a riferire in Parlamento, entro il termine di trenta giorni, sulla posizione del Governo in ordine alle diverse proposte di modifica del D.P.R. 309/90, di iniziativa popolare e parlamentare, che richiedono la legalizzazione delle droghe leggere e la somministrazione dell'eroina ai tossicodipendenti sotto controllo medico.

 
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