L'ultimo intervento di maurizio mi pare chiaro, stimola e pone dei problemi che dovremo/dovremmo affrontare prima del congresso:
1) la priorita' e' l'antiproibizionismo
2) delle sigle ce ne sbattiamo
3) dobbiamo uscire con un'organizzazione antiprob europea
1) su questo non ci piove e quindi passo al due
2) delle sigle ce ne sbattiamo sopratutto se sono vuote.
qui le considerazioni sono varie, sia perche' sigle come la LIA sono solo siglie, sia perche' anhe il CORA non mi pare che brilli per pienezza, se per pienezza si intende la capacita' possibilita'
di pensare ed agire senza dover necessariamente contare su altri soggetti o sigle (per l'appunto).
3) orga anti europ. Se tale organizzazioni dovra' nascere, coordinarsi, agire, mi sfuggono i termini della cosa. Non vorrei che si dovesse essere poi costretti a far conto su persone di area sparse per l'Europa per cercare di fa nascere qualcosa che si
ripresenterebbe come altra, ma doppia, del partito radicale.
Posto che i miracoli siano di per se difficili, ma comunque sempre possibili, ho la paura che sia arrivato il momento di fare il punto della situazione:
Puo' il CORA continuare ad esistere nelle forme in cui lo abbiamo consciuto e di recente tenuto in vita, dopo una europeizzazione della battaglia? so, no, si apre il predibattito
siamo qui in conf ce la possiamo cantare e suonare, si tratta di una simulazione, alla quale tutti dovrebbero partecipare (piemontesi compresi), perche' se giustamente, ci vogliamo europeizzare la cosa va ripensata. per esempio essendo un organizazzione
di azione politica, se volessimo proporre un ref in tutti i paesi dell'unione e non, chi le raccoglie le firme laddove e' necessario eccetera eccetera.
--- MMMR v4.60unr * +[periodo di prova scaduto da 1581 giorni.]+