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Conferenza Segreteria CORA
Manfredi Giulio - 13 novembre 1996
INTERVENTO NEL DIBATTITO PRE-CONGRESSUALE

E' difficile intervenire perchè mi pare manchino alcune tessere del quadro: mi pare, per esempio, che il "CORA internazionale" dovesse puntare molto sul Belgio; non so, al momento, e pochi lo sanno, quale è la situazione lì, cosa hanno fatto Michel Hancisse e soci, cosa fanno, cosa faranno e, soprattutto, cosa pensano; sono abilitati a entrare in questa conferenza; perchè non utilizzano mai la conferenza droga? Per non parlare poi del "CORA" portoghese, la "SOMA" , della cui esistenza ho saputo grazie a un precedente intervento di Maurizio. Che razza di CORA internazionale verrà fuori se continuiamo a parlarci fra italiani, anche se emigranti?

Ma poichè occorre comunque parlare, mi pare che una grande incognita sull'attività futura sia data dalla tenuta o meno del referendum; in caso di non tenuta sicuramente dovremmmo scontare un grosso arretramento , che dovremo affrontare nelle nostre già difficili condizioni. Ragionando, come è giusto, in termini europei, è necessario trovare uno strumento d'azione valido dall'Atlantico agli Urali; potrebbe essere una petizione rivolta ai rispettivi governi nazionali e all'Unione Europea per la modifica delle convenzioni internazionali e per la tenuta di una Conferenza Europea sulle droghe; potremmo darci un obiettivo di firme e un termine; sarebbe opportuna una raccolta formalmente rigorosa , per dare più peso alla cosa (le indicazioni anagrafiche corredate dal documento di riconoscimento).

Passando a parlare degli incarichi all'interno dell'organizzazione, mi pare che la leadership di Maurizio Turco sia incontestabile e necessaria, ancor di più se occorre ragionare a livello europeo; non vedo sinceramente altri in grado di assumere la guida del CORA. C'è Carmelo, certo, ma non credo possa trasferirisi a Bruxelles e dovrebbe, comunque, acquisire tutta una serie di conoscenze in troppo poco tempo. Si può pensare a una diarchia, Maurizio per il fronte europeo, Carmelo per il fronte italiano?

Rispetto all'Italia posso solamente constatare tristemente che l'unico centro di elaborazione politica antiproibizionista è a Torino, siamo Carmelo ed io ; almeno chi utilizza tale conferenza conosce i nostri sforzi perchè ciò non fosse e non sia. Per il prossimo anno, ricordo che a giugno qui ci saranno le elezioni comunali, per cui occorre tenere presente che potremmo perdere la piccola ma preziosa struttura in Comune nonchè la possibilità , soprattutto per me, di dedicare tempo di lavoro al CORA.

Rispetto all'uso della sede del partito, è innegabile che i rapporti con il tesoriere sono difficili; mi chedo, però, se Danilo Quinto non finisca per diventare l'alibi per molti per stare a casa; quando si sono pestati i piedi si è ottenuto quello che si voleva! Andarcene da via di Torre Argentina? Andarcene da Roma? Si tratta di vedere se il baricentro del CORA diventerà REALMENTE Bruxelles e allora Roma diventa periferia; non credo che la trasformazione sia così rapida da far venir meno l'importanza per noi di avere dei rapporti seri e costanti con deputati e senatori; ha ragione Maurizio: occorre stabilire un rapporto stabile con Paolo Cento, fra tutti i deputati il più credibile. Per il Senato occorre non accontentarci di Milio ; proposte in merito?

Per il momento è tutto; a voi la palla.....

 
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