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Conferenza Segreteria CORA
Radio Radicale Roberto - 13 novembre 1996
CONGRESSO
Comincio io a partire dall'intervento di Giulio che ha il merito di centrare alcuni dei temi che avremo di fronte a Bruxelles.

Il Cora internazionale io lo intendo come esportazione di un metodo di proposta, di organizzazione e di lotta politica. Non mi interessa creare un'organizzazione antiproibizionista transnazionale: quella c'è, è il PR e semmai il nostro problema è quello di esaminare il nostro rapporto col partito, anche sul piano formale, per rilanciare la campagna antip. del partito sulle convenzioni internaz..

A Roma un nucleo c'è, minimo, pieno di difficoltà ma anche capace di continuare a produrre politica in autonomia, molto più di altri soggetti radicali. Parlo di politica, non di altro. I problemni semmai sono di comunicazione, finanziari, di militanza. Ho detto niente!

Si tratta allora di vedere se un primo piccolo nucleo operativo c'è anche in Belgio e se questo è già in grado di produrre qualcosa. Si tratta di verificare se embrioni sono presenti in altri paesi e se esistono organizzazioni che per affinità varie possono diventare un punto di riferimento concreto e affidabile (anche se magari limitato solo ad alcuni aspetti specifici della nostra battaglia politica).

Il referendum sarà sconfitto, non ci sono dubbi su questo. O almeno io non li ho, hic et nunc. E quindi occorre sapere fin da ora quale sarà la nostra risposta. Fortunatamente il congresso si tiene circa un mese prima della sentenza della CC e ciò permetterà ai nuovi organi dirigenti di organizzare una prima, anche se minima non importa, risposta alla prevedibile bocciatura della Corte.

L'arretramento è comunque già avvenuto se non si riesce in un modo qualunque a smuovere la situazione parlamentare. Corleone incasserà crediti per i prossimi dieci anni per la sua pdl che non ha nessuna intenzione di sostenere davvero. Il vero arretramento sono loro, non ci sono storie. E' vero che arrivano strani segnali sparsi di attenzione ma, come ci insegna Marco, proprio ora è il momento di attaccarli più duramente, a costo di farsi isolare ancora di più (anche se Pannella non è tanto facile da isolare).

Se invece avvenisse il miracolo come nel 93.... beh, quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare e questa volta ci sarà da fare sul serio.

Sulla leadership secondo me il fatto vero, positivo, è che il Cora, piaccia o meno, finita la gestione Taradash/Barenghi è riuscito a esprimere un gruppo dirigente capace di un certo affiatamento e di una certa autonomia di azione. Io non vedo altre alternative all'orizzonte e lì andarnno cercate le responsabilità per il prossimo anno. Se qualcuno ha opinioni diverse venga a Bruxelles e apra il confronto in congresso.

L'anno prossimo ci saranno elezioni anche a Roma e in altri comuni e il rischio di perdere queste piccole strutture di supporto è reale. E' realistico però considerare che le scelte di Marco potranno non essere in linea con ragioni di bassa opportunità "strutturale" e quindi anche a questo occorre preparasi, magari valutando la possibilità di trovare fonti di finanziamento che fino ad oggi non abbiamo voluto considerare.

Quanto al trasferimento a Bruxelles ci credo poco, in primis perché lo vedo quanto meno prematuro, in secundis perché se il nostro fine è la proliferazione di tanti Cora non ci sarà un solo centro ma tanti centri che semmai avranno un problema di coordinamento tra loro sia funzionale che formale.

Queste considerazioni possono anche apparire premature ma se pensiamo davvero a un'internazionalizzazione del Cora (in qualunque forma esso avvenga) è chiaro che dobbiamo fino ad ora prevedere alcuni cambiamenti sia di struttura, che di ordinamento interno. E quindi dobbiamo considerare possibili modifiche statutarie e diverse forme di collegamento al partito.

Tra le varie cose, se avverrà un'apertura a soggetti esteri dobbiamo valutare per la prima volta la possibilità di abolire la distinzione tra iscritti e aderenti (di cui resto un sostenitore nell'attuale assetto statutario).

Scusate la frammentarietà e la superficialità: ho scritto in un ritaglio di tempo. Ho buttato lì un po' di idee in ordine sparso ma mi riprometto di riscrivere con più ordine e approfondimento anche dopo aver letto altri interventi.

 
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