nel precedente intervento me la sono cantata e suonata, continuo con la speranza che qualcuno risponda.
ITALIA/ESTERO
da quando sono a new york, ormai quasi un mese, mi son accorto dei terribili limiti che certe nostre iniziative portano con se. Il piu' evidente e' l'assoluta impossibilita' di produzione di testi decenti in lingue di grande diffsione (inglese e spagnolo)
puo' sembrare accademia, ma credetemi che alla lunga non paga fare sempre la figura del peracottaro che raccoglie centinaia di firme ma che quando va a consegnarle balbetta due cosucce.
ITALIA
il referendum e la proposta di legge sono le cose che abbiamo. Senza avvitarci su noi stessi circa la paternita' dell'acquisizione degli stessi, non credo che si possa attendere troppo a lungo la consulta e cominciare a pensare non solo alle contromosse
(monitoraggio, interventi maratona oratoria ad hoc, petizione e altro), ma anche a mosse future. questo ci porta all'
ESTERO
se il ref non dovesse avere le firme necessarie e sufficienti o non dovesse passare al vaglio della consulta, ci dovremo interrogare seriamente circa l'opportunita' di iniziare una campagna nazionale che lo possa riproporre o della possiblita' di far
risorgere delle liste antiproibizioniste alle prossime elezioni amministrative.
DIRIGENZA-DIARCHIA
accordo completo sulla figura di maurizio, non capisco il perche' di una diarchia, il cora belgique? la SOMA? l'Atlantico? Gli Urali? che ne facciamo? Le provincie dell'impero?
questo secondo me e' il problema: se si europeizza si europeizza, se cambia il luogo e/o il modo di coordinare gli antiproibizionisti radicali, forse anche il nome potrebbe subire modifiche...
PATTO FEDERATIVO
il PR come tale non ha, ad oggi, una campagna precisa sull'antiproibizionismo, deve il cora essere, con il patto federativo, l'inizio di tale mobilitazione? oppure deve il Cora coordinare le iniziative del PR? a queste domande ancora non sono riuscito a
propormi risposte...
--- MMMR v4.60unr * +[periodo di prova scaduto da 7740 giorni.]+