....... e suona assurdo, caro Spagnolo.E suona talmente assurdo che, se qualcuno non vuole ascoltare -o peggio fa finta di non ascoltare-, anche quel poco di capacita' e di energie che abbiamo e riusciamo a mettere in movimento, se ne vanno a ramengo.
Quello che sto leggendo qui -e non fuori (dove a parte i comunicati di Carmelo c'e' il nulla)- e' l'esercizio di un gruppo di radicali che stanno facendo di tutto per cercare di capire quale deve essere l'arredamento della nicchia che credono di essersi conquistata.
La conferma di questo viene dall'assurda posizione spocchiosa di Carmelo sulla manifestazione del 16 di Torino. Sei d'accordo o no sulle parole d'ordine? Se sei d'accordo ci vai insieme, se non sei d'accordo ci spieghi perche' e fai qualcosa di alternativo, proponendolo anche agli altri.
Ma Carmelo, in questo caso (non nella sua stupenda ostinazione e costanza che ha portato all'approvazione della mozione torinese), non fa altro che prolungare la spocchiosita' nicchiosa di chi si ostina a proporci il referendum di strada come unico momento di dialogo con l'esterno. Sul referendum ho gia' detto a suo tempo, e sono gia' stato abbastanza ignorato, e purtroppo gli inutili numeri raccolti con quell'iniziativa mi hanno dato ragione (oltreche' i denari). Quindi non c'e' da sprecare tanto fiato.
Ed e' qui uno dei nodi principali del problema: l'essersi chiusi nella casa dorata dell'antiproibizionismo radicale, giudicando a destra e a manca con in mano il presunto scettro della "politica giusta". Siamo diventati una lobby potente? No! Per fortuna abbiamo alle spalle periodi e metodi diversi che ci fanno essere coloro che hanno presentato il pdlip. Sul referendum in corso .... stenderei un velo di pietoso silenzio in merito all'impegno di qualcosa che non c'era.
Succo: tutte le volte che siamo stati radicali e/o riformatori, abbiamo fatto performance che potrebbero cambiare il mondo, quando ci siamo chiusi nella nicchia dorata in fase di arredo, abbiamo parlato a noi stessi. Certo, certo: c'e' tutto quello che il Cora ha prodotto; c'e' la Rossi, c'e' lo Starace, c'e' il Palma, ci sono i libri e i libbriccini ...... ma questa e' roba da Drug Policy Foundation dei poveri, non da una associazione politica che ha depositato un pdlip (il referendum vinto no, anche quello no, perche' era roba dei "radicali peri i referendum" ....).
E quello che leggo qui, e' di compagni che stanno parlando a se stessi, non a chi potrebbe essere coinvolto ed interessato. Compagni che stanno cercando una ragion d'essere come se fossero in una famiglia che funziona male, e non in una lotta di liberazione libertaria e antiautoritaria.
Io ho sempre fatto altro, armonizzandovi con voi e mettendovi a disposizione quello che riesco a produrre e mobilitare. Alcuni di voi mi ignorano, con altri c'e' dialogo, e altri ancora mi sopportano malamente. Ma siamo su due strade diverse. Io sono quello che ha mobilitato altri compagni ed e' riuscito a raccogliere -su un ambito appositamente limitato dal punto di vista territoriale- quasi 20 mila firme sull'unico documento antiproibizionista che in questo momento gira fra i cittadini, raccogliendo i loro contributi e incitandoli alla mobilitazione in difesa del referendum e del Pannella futuro-detenuto.
E in questo fare altro, ho sempre ragionato con una mentalita' non di nicchia, ma di cittadino impegnato in una campagna civile e rivoluzionaria. Ho sempre dato piu' attenzione al coinvolgimento -quello che i marxiani chiamerebbero il movimento.
Qui, invece, si soffre di altro. Principalmente si soffre dei propri limiti, senza rendersene conto, oppure -e sarebbe tragico- credendo che siano virtu'.
Ma possibile che l'azione di Pannella non ci abbia ancora insegnato che e' il rilancio cio' che conta? Qui invece, si sta -disperatamente- cercando di razionalizzare l'esistente, convinti che, per il fatto stesso di esistere, abbia chissa' quale valore. Niente di piu' semplice, poi, che non si venga considerati da altri soggetti impegnati nella stessa battaglia. Siamo antipatici.
Sembra quasi che il metodo burocratico ormai dilagante in via Torre Argentina, abbia invaso le stanzine del Cora, entrando nelle budella chi vi alberga.
Potrei cominciare a fare l'elenco di cosa occorre rilanciare, ma Agora' non basterebbe: per cui mi e' sufficiente quel baleno che spero sia passato in ognuno di voi che mi legge, ricordando alcune delle priorita' che piu' volte ci siamo ripetuti: non in questa casina, per carita', non in questa casina, ma in quella piu' ampia del cosiddetto pianeta radicale.
E' un metodo: intorno al quale costruire l'organizzazione, funzionale al raggiungimento di un obiettivo a corto raggio, per poi andare oltre, e oltre ancora, con tutti i compagni di strada che avremo trovato.
Qui, invece, dato per assunto il possesso del verbo, su di esso si sta costruendo l'organizzazione. Un bel club, per carita', ma un club.
Mi fermo qui.
Al metodo.
La fse propositiva me la risparmio dopo aver letto i vostri improperi.