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Conferenza Segreteria CORA
Partito Radicale Maurizio - 19 novembre 1996
se c'è un problema di fondo in questo dibattito è il non detto o detto di sfuggita. non è colpa di nessuno, molto semplicemente certe cose le si costruiscono, come si dice nessuno nasce imparato. eppoi c'è la struttura di ciascuno di noi che pesa, c'è chi sta troppo zitto e chi parla troppo, chi si trattiene e chi non si limita. non credo comunque all'uomo perfetto. tra le due tre cose che ho imparato da marco ci metterei quella che per fare il dirigente politico bisogna riuscire a non avere né sentimenti né risentimenti, al di là di simpatie/antipatie.
Penso che riuscire a staccarsi di un millimetro dalle proprie azioni/reazioni sentimentali sia molto difficile quanto importante; per quanto mi riguarda non so quanto riesca ad operare in questo senso so solo che mi sforzo tantissimo, vista la mia natura.

Dopo la pippa torno a bomba.

Vincenzo, quello che tu fai è importante quanto il lavoro da certosino di giulio o quello che non sappiamo di tanti altri, c'è di diverso che giulio non chiede che tutti si faccia quello che lui fa né che il lavoro degli altri è merda. se a torino riescono ad entusiasmarsi e coinvolgere altre persone facendo il referendum di strada ben venga. ci sono diversi livelli di militanza, di sensibilità, eccetera ed è un bene che vengano tutti ascoltati ed assecondati se vanno nello stesso senso e contribuiscono al comune obiettivo.

Ma sull'obiettivo mi pare che sia un bel po' di confusione.

In prima battuta direi che chi era presente allo scorso congresso abbia almeno l'umiltà di non sparare su chi in quei giorni ha rinunicato a mollare tutto ed ha invece tenuto ed oggi offre a tutti la possibilità di rilanciare la lotta (se vuole, se lo ritiene opportuno, congruo e cazzi vari). A me non importa chi c'era o non c'era e perché era presente o assente, quelli che c'erano e quello che hanno votato è il prodotto della generosità dei presenti e va rispettata anche se fosse errata.

Ma è stato fatto un errore allo scorso congresso? Ovvero l'esigenza di allargare l'area di azione era una conseguenza del mio essere stato inviato qui (non è stato ancora scritto ma spesso detto, e comunque non è problema mio)?

Per essere chiari io riesco a vivere benissimo anche da solo, riesco benissimo a lavorare letteralmente- per altri da me; per ragionare, elaborare e costruire qualcosa ho la necessità di avere altri con cui sedermi allo stesso tavolo; e metto anche in conto che a quel tavolo possa sedersi qualcuno che abbia ambizioni che non sono le mie o che magari sono per se, ma non ne faccio un dramma.

Ma abbiamo fatto un errore allo scorso congresso? Potrei dire che non c'erano altre proposte ma non lo faro'. I presenti fecero una analisi e si diedero un obiettivo che per me sono ancora validi: costruire una organizzazione degli antiproibizionisti per rilanciare in ambito europeo, attraverso il nostro metodo, la lotta per la legalizzazione.

Credo che nei prossimi mesi sarà necessario coltivare altri da noi perché insieme si riesca a costruire quello che vogliamo: questo è il nostro unico, reale obiettivo. Per fare questo è necessario "solo" un biglietto da visita e mezzi/strumenti per distribuirlo.

Saremo in grado di riuscirci? Non lo so e non so nemmeno se saremo in grado di provarci ma questo dobbiamo tentare.

Club, clebbino, clebbetto? e chi se ne frega? Nicchie da occupare? ma non diciamo cazzate, se la durata è la forma delle cose il CORA ha una sua forma ben definita. Noi facciamo un gioco democratico, con le regole che questo comporta, anche in democrazia ci sono gli scontenti ma mi pare sia stato detto che non abbiamo per il momento metodi migliori.Potremmo essere un ottimo centro studi, una potente lobby o quant'altro ed anche fare un bel po' di soldi: a questo abbiamo rinunciato perché noi sappiamo che attraverso questa strada non si arriva a nulla, o perlomeno non si cambiano le leggi, diciamo si riesce a campare bene. Noi invece facciamo i congressi, ci assumiamo delle responsabilità politiche, personali e collettive.

Queste sono delle scelte e costano e noi le paghiamo, come si dice, con felicità.

Che fare?

Come detto penso che Giulio allunghi la gamba oltre il possibile, ma anche marco perduca non scherza. C'è un congresso, prepariamoci a portare delle idee, a formulare scenari, scriviamo libri dei sogni, eppoi vediamo chi ci sta e decidiamo che fare.

A differenza di Vincenzo io il costo di far parte di una organizzazione, fin quando non supera i benefici, lo voglio pagare, non solo perché è "giusto" ma perché opportuno, mi conviene. E non voglio nemmeno polemizzare con Vincenzo, è giusto che se lui pensa che noi (chi pensa che il cora sia uno strumento di lotta) si è nell'errore tenti altro: l'esempio toscano del "Casa-Chiesa-Lavoro" non regge, perché esempio, perché circoscritto e perché troppo recente; senza nulla togliere a Vincenzo che cerca da alcuni decenni di costruire qualcosa di "diverso" con una ostinazione ammirabile: pero' a me l'esempio toscano continua a non convincere. Detto questo è possibile fare quello in cui si crede senza necessariamente denigrare il lavoro degli altri o magari solo il vile denaro che questi ci danno senza respingerli se non fanno anche un tavolo a settimana, un digiuno l'anno e via dicendo?

Insomma, Vincenzo, noi a tuo avviso stiamo perdendo tempo, sicuramente non stiamo sottraendo energie a nessuno, anzi le stiamo impiegando nonostante l'isolamento totale (a parte pannella, che cito solo per ragioni di verità). Insomma siamo tutti utili e se fossimo tutti consapevoli di non essere indispensabili o sacri sarebbe meglio. Questo è quanto.

Tornando al congresso e al post-congresso.

Se ci sarà qualcosa da vedere la vedremo al congresso. Intanto dovremo fare i conti con gli "altri" che non parlano la nostra stessa lingua, che non abbiamo mai visto, che non la pensano come noi e con cui la sera dovremo stare insieme, anche a costo di non stare insieme tra noi o di vederci nella notte. Parto dalla "cazzata" perché da questa io vedo l'inizio di una nuova "storia". Se il mezzo prefigura i fini mi sembra il minimo da cui partire. Chiedo scusa per l'entusiasmo ma quello a cui penso sono le antiche manifestazioni all'est, le riunioni degli antimilitaristi per preparare il carcere di olivier, e via dicendo ma è quello il metodo.

Se usciamo dal congresso cosi' come ci siamo entrati per me ha solo un senso: il tentativo è fallito.

Ma ci voglio provare a organizzare un nuovo soggeto; un soggetto per organizzare gli antipro europei non è un insieme di organizzazioni nazionali ma un soggetto altro che possibilmente metta in secondo piano le iniziative nazionali o almeno le affianchi in modo sostanziale.

C'è oggi in europa questo soggetto? senza ombra di dubbio la risposta è no.

E c'è oggi in qualche paese europeo qualcosa di simile a quello che è il CORA in Italia, forse la SOMA in Portogallo (non so molto di più, so solo che i suoi fondatori sono radicali iscritti e che non sono né cannabisti, né riduzionisti-e-basta, né solo-droghe-leggere: non è poco di questi tempi).

Io ritengo, magari illudendomi, che ci sono le energie umane per fare in europa quello che abbiamo fatto con il CORA in Italia. O comunque chiedo a me e a ciascuno dei congressisti che si provi a farlo.

Procedo per sintesi:

- il progetto, come già detto da enzo cucco, è temporalmente pianificato su diversi anni (io penso 4);

- l'obiettivo è di realizzare l'organizzazione (d'azione) nonviolenta degli antipro in europa;

- una prima azione dovrà essere realizzata in diversi paesi europei nell'agosto 97;

- dobbiamo parlare senza vergogna di possibili liste antipro per le elezioni europee del 2000, almeno come ipotesi

- dobbiamo perfezionare l'analisi sui responsabili; com'è noto io sostengo che chi detiene il potere legislativo -se è vero come lo è che il proibizionismo è dannoso- andrebbe denunciato penalmente (almeno in via teorica) ma politicamente va fatta una denuncia forte (vi accusiamo di essere assassini, di arricchire la criminalità, eccetera) con un risvolto accennato prima: se non siete capaci allora liste antipro in tutta europa, tanto per cominciare: piano con le critiche è un abbozzo di ragionamento.

sul piano pratico, sempre per sintesi:

- dobbiamo avere uno statuto federale che sancisca non già gli insediamenti di politica antipro nazionale o locale ma insediamenti territoriali di politica antipro europea (modello amnesty, per intenderci);

- dobbiamo avere la sicurezza di avere una struttura funzionante e valida di reperimento/gestione/utilizzo dati;

- dobbiamo avere chi risponde alle richieste e sollecita risposte; naturalmente in diverse lingue;

- dobbiamo avere chi si occupa seriamente di reperire denaro al di là delle iscrizioni;

tutto questo non ha bisogno di sedi (sedi di politica o politica delle sedi? marcello crivellini, tesoriere pr, notizie radicali 1981 circa) ma di persone e di strumenti.

dobbiamo inoltre predisporre oggi mentalmente, ma dall'8 gennaio materialmente, un po' di materiale:

- un cartoncino di presentazione: chi siamo, cosa vogliamo, eccetera in un bel po' di lingue

- per l'italia un giornale formato A4, testata: grazie Emma, grazie Marco (modello di riferimento i due giornaletti fatti in occasione della campagna sulla fame nel mondo curati da cicciomessere)

- le tessere subito (la grafica di carmelo che ha fatto le tessere 96 va benissimo).

- con carla abbiamo già iniziato a ragionare di un OeLD (europeo) autonomo ma saldamente nelle nostre mani che sia in grado di produrre materiale a stampa a proprie spese; ed anche con fabrizio abbiamo fatto qualche pensierino del genere. Ma che ci diano soldi come per nessuno tocchi c, l'era o non c'è pace è molto difficile, lo dico perché non ci si illuda...

IN ITALIA

Per esempio prima del congresso o subito dopo dobbiamo fare una manifestazione davanti al parlamento, sotto natale magari, slogan: voi andate in ferie, il vostro moralismo e la vostra stupidità sulle droghe ammazza la gente o la manda in galera o la espone alla violenza dei narcotrafficanti che ormai ecc...: da due anni c'è una proposta di legge... ma voi andate in vacanza, ci siete sempre stati, non siete capaci di governare... mentre pannella....

Sotto natale lo abbiamo fatto altre volte, eravamo nelle stesse condizioni organizzative di oggi, ecc...

PS vari pensierini disorganizzati

Sulle convenzioni internazionali io continuo a riflettere e, al momento, sostengo che è opportuno evocare la loro denuncia ma è anche opportuno non nasconderci dietro un dito: la denuncia/modifica la puo' fare un paese che non c'è; dunque proporre una campagna per la denuncia delle convenzioni illude noi e gli altri e non ci porta da nessuna parte.

L'appello? La petizione? Per me il lavoro da fare è altro: costruire l'organizzazione, dunque contatti, lingue, persone, e-mail, indirizzi, fax, ecc.. cioè lavoro sporco. Nel contempo organizzare un primo appuntamento davanti ai parlamenti di tutta europa, parola d'ordine: "noi vi accusiamo...", questa prova generale deve servire per organizzare una azione nonviolenta che -spero vivamente- non sarà una spinellata o una finta spinellata.

Appello, sono anni che cerchiamo l'equivalente di un appello dei premi nobel (e non era forse una delle prime cose che ho scritto sull'esperienza belga e sul contatto col nobel prigogyne?) ma va preparato non solo "ideologicamente" ma anche organizzativamente.

La politica sulle sostanze d'abuso è sbagliata: sia essa proibizionista come per le "droghe" sia essa lassista come per alcool e tabacco, né l'una né l'altra contemplano una corretta politica nei confronti dei consumatori e della società.

fine

 
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