la prima, il nome è CORA, poi ci sono le varie traduzioni ma la sigla è quella.la lettura bocconiana di cappato regge molto bene a qualsiasi ipotesi alternativa.
secondo, cerchiamo di non dare numeri. ovvero le "sezioni nazionali" per costituirsi devono avere almeno 1000 iscritti in italia, 100 in belgio e 50 negli altri paesi da farsi entro giugno. tenete presente che in belgio ce ne sono circa 70 compresi una ventina di commissione/parlamento. e negli altri paesi non c'è nulla.
terzo, le sezioni nazionali del cora devono avere come priorità le iniziative del CORA e non della sezione. le politiche nazionali devono essere in secondo piano nelle attività: dopodiché l'azione di marco, le sue conseguenze, gli appelli necessari saranno priorità del CORA, chiaro no?
quarto, questo vale per le "sezioni nazionali" quanto per i gruppi locali (minimo 10 iscritti).
io sono per evitare la promozione di assciazioni nazionali. la soma portoghese è l'unica eccezione a noi conosciuta ma da verificare. transform che è inglese e che dice proprio le nostre cose non è organizzata, non esiste, ma è un gruppettino di persone, penso che convincerle ad avere un nome vendibile con delle iniziative vendibili (pannella) nonché una commissaria europea tra gli iscritti non è poco per chiunque.
il problema insomma è: siamo convinti che a livello nazionale si puo' fare ben poco? nel senso di abbattere il proibizionismo (è questo il nostro obiettivo) dopodiché mettere in crisi dei sistemi-paese, fare del terrorismo nazionale va benissimo ma a livello europeo dobbiamo tenere un profilo alto e duro. il proibizionismo non solo ha fallito ma ha prodotto danni ingenti: chi paga? i politici di potere continuano a far morire gente, a mettere in pericolo il sistema finanziario e democratico mondiale: bisogna immaginare una norimberga, che noi potremmo lanciare come idea ed organizzare fra 12/20 mesi con 10 grossissimi nomi.
io non penso ci siao ancora margini per simulare alcunché o questa cosa (il CORA, l'organizzazione nonviolenta deglia ntipro in europa) la facciamo o si chiude davvero. ma questa cosa la faremo. se fra 6 mesi facciamo una prima manifestazione e fra 12 cominciamo a far circolare la voce che queste classi dirigenti sono inette ci autoorganizziamo per cambiare noi le leggi (= presentiamo liste antiproibizioniste in europa) allora forse...
il pericolo che io avverto è che si svenda l'antiproibizionismo per un po' di depenalizzazione di erba e tanta riduzione del danno. dobbiamo dire con forza che non c'è una terza via. il problema è il proibizionismo.
dopodiché onu e via dicendo, ma io voglio prima ascoltare busda che dice (senza togliere nulla al perduca ma busda relazionerà al congresso). qui non c'è uno straccio di paese che ci appoggia e se lo facesse due ore dopo dovrebbe fare marcia indietro. e voglio pure vedere tra le ong riconosciute quante sono disposte a sottoscrivere un impegno duro.
detto questo se in italia si riesce a fare anziché 1000 anche 5.000 iscritti (o 1500 in belgio) è chiaro che le cose cambiano: è questione di forza politica, cioè organizzata. ecco perché e ritorno alle origini del mio intervento, non ci allarghiamo: servono i responsabili che rispondono alla corrispondenza in varie lingue, per esempio; quando sarà tutto pronto poi lanciamo le navicelle spaziali per il momento procuriamoci il carburante e costruiamo la base di lancio.
se invece ci accontentiamo di fare un giro sulla mongolfiera non c'è bisogno di tutto questo rompimento.