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Conferenza Segreteria CORA
Cucco Enzo - 25 novembre 1996
alternativa?

mi sembra che sia necessario riflettere ulteriormente su una ipotetica alternativa che noi abbiamo in testa e che secondo me non esiste nei fatti. Cerchiamo di esemplificare: da una parte c'e' la proposta Perduca, una associazione internazionale tipo lobby, che organizza mailing, convegni, azioni di pressione sui media, insomma una attenta e continua azione di informazione e pressione tipo anglosassone. Dall'altra parte c'e' la proposta Turco: una associazione di politica antiproibizionista, orientata sulla denuncia pubblica della corresponsabilita' di governanti e agenzie internazionali, che sia in grado di mobilitare anche piccoli gruppi di militanti, ma disponibili all'azione diretta.

La prima ipotesi potrebbe portarci grandi contatti e firme di intellettuali e magari soldi, sia dalle agenzie che dalle istituzioni internazionali, ma il profilo deve essere di questo tipo. La seconda ipotesi e' l'unica in grado di dare una marcia in piu' all'antiproibizionismo che, invece di metterci una cinquantina di anni per raggiungere qualche obiettivo concreto, ce ne potrebbe mettere meno, magari 10-15. E quando parlo di obiettivi concreti significa smuovere qualcosa di serio nella compagine dei governi che per inerzia o ipocrisia non si smuove dal cartello di chi ha firmato le convenzioni internazionali. Ma di soldi questa ipotesi ne portera' pochi, statene certi. Tranne che non si trovi il pazzo miliardario che ci crede e ci finanzia. Ma alle favole (oggi) ci credo poco.

Ma non possiamo provare a creare una organizzazione che sappia muoversi sui due registri, o almeno ci provi? A questo penso quando immagino un comitato scientifico e un manifesto-appello di grande livello scientifico-culturale (100 premi nobel, 100 professori universitari, 100 parlamentari ...) e questa potrebbe essere l'unica carta da visita da giocare nelle sedi dove i soldi si possono chiedere. Una carta a valenza politica per chiedere ai governi riforme e una carta a valenza politica per accreditarci nei confronti di possibili finanziatori.

A questo penso quando immagino una ORGANIZZAZIONE DI AZIONE ANTIPROIBIZIONISTA che non si stufi di organizzare manifestazioni visibili, nei luoghi europei dove questa azione puo' avere i massimi risultati.

Non credo ci siano alternative, perche' non possiamo non fare una organizzazione politica e al tempo stesso dobbiamo cercare soldi. Io non ne vedo arrivare da altre parti che non siano le iscrizioni o quella dei progetti finanziati. E sulle iscrizioni si deve lavorare molto duro, perche' mi sa che sara' l'unica entrata per un po' di tempo.

Bisogna ricordare che per noi l'esempio "nessuno tocchi caino" non regge tanto, perche' in base a quanto ne so le uniche fonti di finanziamento certe e consistenti che hanno avuto sono state quelle derivate dall'eredita' Di Lascia. Quanti soldi abbiano mai avuto dai comuni o da altre fonti non so, ma certo sono stati pochi.

 
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