ho tra le mani il n. 16 di Aspe extra, completamente dedicato al mondo giovanile. Non ce n'era bisogno, ma e' chiarissima, ora, la posizione di tutta quell'area della sinistra che trova in Don Ciotti la propria voce. Il problema non e' legalizzare, ma riformare la tabella delle sostanze psicotrope, inserita nel testo unico, e differenziare la norma sulla base della tossicita' o meglio della pericolosita' d'uso delle sostenze. Magari inserendo nelle tabelle anche alcool e tabacco.
La posizione e' senz'altro intelligente, e non manca di un certo interesse, non solo sul piano strategico (per chi si occupa di legalizzare le leggere) ma anche nel merito della proposta. Perche' e' innegabile che alcool e tabacco siano pericolose come e piu' dei derivati della cannabis (lo abbiamo detto anche noi, mille volte e mille volte prima di loro).
Eppure la proposta non e' e non puo' essere la nostra.
Si tratta certamente della proposta piu' avanzata che una forza non antiproibizionista abbia mai fatto su questo tema, e certamente pesera' sul piano delle trattative a livello governativo e di maggioranza il giorno in cui si dovesse decidere qualcosa sulla materia. Anche se, a mio avviso, l'unica riforma seria che rischia di passare e' una completa, massiccia, radicale depenalizzazione di uso e piccolo commercio della cannabis, con la creazione di un regime di blanda tolleranza.
Rimane, comunque, il fatto che la proposta che abbiamo di fronte e' questa: rivedere la tabella.
Ma noi come rispondiamo? Quale proposta abbiamo da sviluppare per tentare di fare breccia oltre coloro che sono per l'antiproibizionismo?
Mi spiego: non c'e' ombra di dubbio che la nostra unica proposta non puo' che essere una radicale politica di legalizzazione delle sostanze psicotrope, tutte. E questo, lo abbiamo ripetuto mille volte, puo' passare anche attraverso una campagna di legalizzazione delle droghe leggere, una campagna di denuncia delle convenzioni internazionali, una forte pressione sul mondo scientifico e culturale, una pressione altrettanto forte sulla classe politica. Ed abbiamo anche creduto, a ragione, che se tutto questo parte da un paese e' poi possibile che l'azione di riforma si allarghi a macchia d'olio.
Ma adesso che al governo e in maggioranza ci sono tante e tali posizioni molto diverse dal becero proibizionismo e che quindi le possibilita' di intaccare il rigido proibizionismo imperante sono, anche se di poco, aumentate, noi cosa ci inventiamo per essere di nuovo al centro del dibattito politico sulla materia?
Perche' il rischio e' che la santa alleanza tra comunita' si ristabilisca, e che alla fine della fiera in Italia non ci sara' altro che una nuova depenalizzazione del consumo delle leggere.
Sono troppo ottimista?
Le cose non andranno cosi?
Proviamo a capire cosa puo' accadere e cosa possiamo fare per essere protagonisti?
Please: non ditemi che sono troppo italiano. Ragionare su queste cose serve a noi italiani per la situazione italiana ma serve anche a tutti gli altri.
<,.OÆAuello che vogliono veramente
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