Credo sia necessario, per tutti, investire qualche minuto di tempo per capire cosa esattamente sono le conferenze come quella che si prepara a napoli e cosa possiamo fare noi.
La conferenza nazionale sulle droghe dovrebbe essere, per volonta' del legislatore, il momento di valutazione sull'applicazione delle norme approvate. Un sistema di valutazione decente (non dico serio ...) deve prevedere un confronto tra i risultati conseguiti rispetto agli obiettivi prefissati, con in mezzo la valutazione delle risorse impiegate (uomini, donne e soldi). Questo non e' possibile, semplicemente perche' nessuno in italia si e' preoccupato di creare un sistema controllabile. Numeri se ne raccolgono a iosa, ma con pochi criteri e senza possibilita' di analizzarli seriamente. Non esiste una rete di monitoraggio, non esiste nemmeno un'idea di cosa significhi fare l'analisi dei costi e dei benefici in un settore come quello delle politiche sulle droghe che per definizione e' complesso, interdisciplinare.
Il secondo obiettivo (non ricordo se scritto o no sulla legge, ma certamente presente e enfatizzato alla grande dalla sinistra al potere) e' quello del confronto e del dialogo. Ma il dialogo e' tale se c'e' almeno una parvenza di possibilita' dialettica tra le parti, insomma una pallida opportunita' che noi si ascolti e comprenda le ragioni degli altri, e gli altri viceversa. Credo che questa sia la cosa meno facile e voluta dagli organizzatori: chi partecipa alla conferenza avra' un tasso di politicizzazione e pre-giudizio sulle questioni legate alle droghe che il margine di dialogo concreto con costoro sara' vicino allo zero assoluto. Certo molti compreranno le nostre pubblicazioni e magari ci faranno un sacco di complimenti, ma possibilita' di fare "proselitismo zero.
La conferenza potrebbe essere anche (e questo non c'e' scritto da nessuna parte) una occasione per tessere alleanze. Ma le alleanze si fanno sulle proposte concrete, e non mi sembra che noi si sia attrezzati in questo senso. Mi spiego: la politica del cora in questi ultimi due anni ha tentato di stringere alleanze, ma si e' scontrata col muro dell'ostracismo e del pre-giudizio di sinistra, e contro il muro di ingnoranza e superficialita' della destra. Cosi' a forza di parlare al muro non abbiamo piu' parole per parlare con altri umani. Oggi non abbiamo proposte da fare al mondo di coloro che si occupano di droghe, perche' noi non le abbiamo elaborate piu' in seguito al fallimento dei nostri precedenti tentativi.
(non esprimo giudizi, faccio una constatazione...)
Per riassumere: la conferenza non puo' essere la verifica seria del lavoro svolto perche' non esiste un sistema serio di controllo del lavoro svolto, appunto; la conferenza non puo' essere il luogo per raccogliere nuove adesioni, se non marginali; la conferenza non potra' essere il luogo per stringere alleanze, tranne che qualcuno di noi, contro la mozione di bruxelles e inghiottendo la merda di questi ultimi anni, non voglia riparire da zero e farsi venire idee per raccogliere consenso e alleanze.
Quindi non rimane che un uso della conferenza: cassa di risonanza per le nostre tesi perche' le stesse vengano recepite da chi in conferenza non ci sara' fisicamente e che magari potra' raccogliere qualche brandello di informazione.
Ora, se questo e' l'unico obiettivo concreto che si puo' intravvedere nella partecipazione - o meno - alla conferenza di napoli, bisogna attrezzarci (bello il pannellese, eh!) per fare il botto piu' grosso della conferenza, per bucare il muro di indifferenza e insofferenza degli astanti e bucare la glassa dell'informazione di regime che si spalmera' sull'evento.
Il tema, in questo senso e' uno solo: la responsabilita'. Chi e' responsabile del fallimento del proibizionismo? Chi e' responsabile del numero impressionante di sieropositivi che la politica folle dei servizi sanitari nazionali ci ha regalato? Chi e' responsabile per aver dato carburante infinito alle organizzioni criminali di tutto il mondo? I responsabili ci sono, e sono coloro che queste politiche hanno fatto in questi anni, e giu' i nomi dei ministri alla sanita' degli ultimi dieci anni, dei presidenti del consiglio, dei funzionari ministeriali, sempre quelli, che sono a capo della macchina.
Effettaccio da comizio di periferia? Puo' essere. Ma guardate che loro riusciranno a ingurgitare la nostra ottima carla, i nostri ottimi tutti (non ne dimentico uno) ma quello che non possono sentirsi dire che anche loro un pezzo di responsabilita' ce l'hanno.
Se questo discorso lo si debba fare dentro o fuori la sala ufficiale dipende dallo spazio che ci concederanno, che deve essere adeguato al peso politico del cora, quindi centrale rispetto ai momenti del dibattito plenario. Tutto il resto (lo spazio cora, eventuali seminari tematici, conduzione di gruppi di lavoro o relazioni di esperti a noi vicini) lo lascio valutare ad altri: se serve, se ci puo' essere effettivament uile lo si faccia, ma ci deve essere uno di noi che va al palco a fare questo discorso.
<,.OÆA A ¡^ ^ ^ ^ ` c Ä -] Napoli
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