La Conferenza di Napoli è già bella e pronta, e non da oggi. Il titolo non fa altro che confermare la (non)politica di questo governo dichiarata al momento della nomina della Turco.Condivido sostanzialmente l'intervento di Cucco ma una base noi ce l'abbiamo e solo quella possiamo sostenere: con la proposta di legge (e con il referendum e l'abbozzo di denuncia delle ceonvenzioni) abbiamo proposto una riforma della legge sulla droga (e di quella sull'Aids). Mi sembrano cose che possono essere tutt'ora valide e sostenibili (certo ne conosciamo anche i limiti ma... abbiamo qualcosa d'altro?).
Ogni nostro (eventuale) intervento alla conferenza deve essere una denuncia dura, con nomi e cognomi, delle responsabilità e delle inadempienzee, e indicare una possibile via d'uscita (che sono appunto le proposte di legge e la denuncia e revisione delle convenzioni).
Per quanto riguarda "tecnicamente" la nostra presenza a Napoli.
Non credo che noi si abbia la forza (ma ormai manca anche il tempo) per organizzare una tregiorni che abbia la possibilità di rompere l'informazione addomesticata. Sono d'accordo con Pannella: una controconferenza rischia di essere perdente. Se decidiamo di non andare alla conferenza ufficiale è meglio un'iniziativa clamorosa (senza escludere a priori un momento "convegnistico", di breve durata, o una conferenza stampa) che ci faccia bucare il muro, piuttosto che un bel ghetto dove diremo cose giustissime e interessantissime ma dove non verrà nessuno.
Per il fatto di essere quello che siamo e di rivendicare di esserlo, non vedo perché non dovremmo chiedere spazi adeguati, sia in plenaria che nelle varie sessioni tematiche: abbiamo la possibilità, in ognuna di queste sedi, di fare quelle denunce che auspicava Cucco e di fornire qualche proposta.
Credo (probailmente mi illudo) che un pochino temano la nostra capacità di mobilitazione e di azione, anche scandalosa. Chi c'era ricorderà che a Palermo cercarono di tenerci buoni. Ci trovavamo, ovviamente, in una situazione completamente diversa: c'erano Amato e la Contri, c'era il referendum vinto, c'era tangentopoli, non erano ancora nemmeno all'orizzonte Berlusconi e il Polo e tutto quello che hanno significato per noi.
Dunque, portiamo delle richieste precise alla Turco. Vogliamo spazi adeguati e paritari per parlare in penaria e nelle sessioni di mancate valutazioni, mancati controlli, soldi, negazione delle cure, alternative possibili. Abbiamo un mese per organizzare la nostra presenza e possiamo picchiare duro sui loro nervi scoperti.
Se poi la risposta - o le proposte - della Turco non ci soddisfano passiamo alla fase dell'alternativa e ci organizziamo in un altro modo.