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Conferenza Segreteria CORA
Radio Radicale Roberto - 26 febbraio 1997
RELAZIONE SULL'INCONTRO CON LA PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE AFFARI SOCIALI DELLA CAMERA.

Ieri pomeriggio abbiamo incontrato la presidente della commissione Affari sociali della Camera, Marida Bolognesi.

Alla commissione Affari sociali e' stata assegnata la nostra proposta di legge di iniziativa popolare per la riforma della legge sulla droga e la legalizzazione delle droghe leggere: la commissione dovra' esaminarla congiuntamente alla commissione Giustizia, presieduta da Giuliano Pisapia.

A rappresentare il CORA c'erano Carmelo Palma, Gianfranco Spadaccia e il sottoscritto.

Intanto va detto che da parte di nessun gruppo parlamentare (nemmeno dai Verdi) e' finora arrivata alcuna sollecitazione a discutere le varie p.d.l. giacenti. Nessuno (tranne Corleone) ha sollecitato alcunche'.

Carmelo le ha fatto notare che oltre cinquantamila firme di cittadini sono di per se' una richiesta ed una sollecitazione precisa e su questo la Bolognesi ha convenuto.

La presidente Bolognesi si e' soprattutto mostrata preoccupata di aprire una discussione sulle proposte di legge che corra il rischio di radicalizzare il confronto sulla questione delle droghe leggere e finisca cosi' per andare incontro ad una sconfitta.

Come sempre l'opposizione piu' dura e intransigente viene da AN (in commissione c'e' fra gli altri Gramazio e lo stesso Gasparri ha partecipato ai lavori) e dai democristiani delle varie osservanze.

All'interno della maggioranza bisogna fare i conti con i Popolari, anche se le recenti "aperture" della Bindi (no alla legalizzazione ma no anche alla punizione dei consumatori) a detta della Bolognesi hanno aperto degli spazi di manovra che fino a poco tempo fa sembravano preclusi.

Da parte di Forza Italia c'e' una posizione sicuramente piu' morbida e anche varie disponibilita' personali anche se poi FI deve avere una posizione di facciata ufficiale allineata con le altre forze del Polo.

Secondo la presidente bisognerebbe trovare un punto di mediazione sul quale condurre il dibattito in commissione tra le varie parti. Bolognesi, a sostegno della propria preoccupazione, ha portato anche il parere di Pisapia che evidentemente non ha cambiato opinione dal colloquio telefonico avuto con me circa tre mesi fa ("Discutere le proposte e' rischioso perche' ne' in commissione, ne' in aula ci sono i numeri e si va incontro ad una sconfitta certa").

Carmelo ha osservato che pero' il compromesso va raggiunto come conclusione della battaglia politica e che concedere gia' in partenza all'avversario un punto di mediazione al ribasso significa, questo si', andare verso una sconfitta certa.

Io mi sono permesso di far rilevare che il dibattito parlamentare (in commissione e in aula) avrebbe un effetto positivo all'esterno, anche nell'ambito del "volontariato" (ebbene si', ho usato questa parola!) - con inevitabili riflessi sull'opinione pubblica - che non e' solo Muccioli e Don Benzi, ma recentemente ha segnato la disponibilita', per esempio, di Don Picchi a discutere di riduzione del danno e anche di legalizzazione delle droghe leggere.

Spadaccia ha fatto molto opportunamente osservare che a noi non piace essere sconfitti ma una eventuale sconfitta parlamentare delle varie p.d.l. chiarificherebbe pero' il quadro, obbligherebbe le varie parti a prendere una posizione chiara e espliciterebbe il dibattito producendo un riflesso positivo anche nel Paese. L'impressione di Spadaccia e' che oggi ci si trovi in una situazione ribaltata rispetto al centrosinistra storico. Allora la DC pagava certe cambiali alla sinistra, accettando su certi temi la sconfitta in Parlamento o nel Paese (con i referendum). Oggi la sinistra paga ai democristiani, avendo all'interno della propria area costituzionalisti (Amato, Contri, Vassalli) che teorizzano che certi temi non possono e non devono essere sottoposti al confronto parlamentare e popolare.

Secondo Bolognesi, la questione della depenalizzazione (concordando con noi che non si possono prevedere misure diverse per reati analoghi), le aperture della Bindi, il fatto che la nostra p.d.l. e' di riforma complessiva della legge, sono buoni motivi per valutare l'opportunita' di avviare la discussione e, da questo punto di vista, da lei non sarebbero viste negativamente anche sollecitazioni esterne. In ogni caso di tutto questo si parlera' dopo aver evaso il "pregresso", cioe' i finanziamenti alle comunita' secondo il d.d.l. che ha rilevato la questione dal finalmente decaduto d.l. sulla riduzione del danno.

Considerando che il Governo arrivera' alla conferenza senza aver approvato il d.d.l. relativo ai finanziamenti per le comunita', la presidente ci ha congedato dandoci una sorta di "appuntamento" a dopo Napoli, in attesa di vedere come va la conferenza e che venga approvato il d.d.l. e invitandoci

nel frattempo a parlare anche con Pisapia.

Il mio giudizio sull'incontro e' moderatamente positivo nel senso che il dialogo pare aperto anche con la Bolognesi dopo la Turco. Abbiamo stabilito dei contatti e, che a loro piaccia o no, devono comunque considerarci degli interlocutori. Va rilevato il fatto come tutti questi, una volta che entrano nel palazzo e che siedono su qualche poltrona, si scordano che la politica e' fatta di confronto e di lotta e non solo di attenzione formale, preoccupazione per le procedure, attenta valutazione delle opportunita'.

Spero di aver riportato tutto e correttamente: eventualmente Carmelo puo' correggermi o integrarmi.

 
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