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Conferenza Segreteria CORA
Cucco Enzo - 13 marzo 1997
Vademecum per Napoli

Mi permetto di offrirvi qualche considerazione su Napoli. Dò per scontato il contenuto dei miei pezzi di qualche tempo fa su napoli e il significato di queste iniziative. Aggiungo qualche informazione aggiuntiva che vi può servire.

1)

Coordinatore del seminario sulla riduzione del danno sarà Rezza, insieme a un direttore generale di ministero. Coordineranno il seminario sulle leggere la Zanone (che lavora agli Affari Sociali) e un funzionario del Ministero dgli Esteri, e così elencando: il Ministro ha deciso di tagliare la testa al toro, togliersi dall'impiccio delle diverse richieste ricevute ed ha fatto coordinare i gruppi solo a personale proveniente da Istituzioni pubbliche. Ha inoltre chiesto di poter fare una riunione con tutti i coordinatori giovedì sera, dove vuole essere presente personalmente.

2)

Pare che arrivino tutti incazzati alla Conferenza di Napoli. Mi hanno detto che la Lila è scontenta del lavoro della Turco (non dimenticate che Agnoletto, leader indiscusso, è stato consigliere provinciale di Rifondazione a Milano per un pò di tempo) così come grossi settori del CNCA. Che l'ipotesi di Don Picchi al coordinamento del seminario sulla riduzione del danno abbia mandato molti fuori di testa (compreso me, in realtà). Che tutti i gruppi legati ai vari Don (tranne Don Ciotti, Don Gallo e Don Picchi) parteciperanno alla contromanifestazione di Salerno, anche se sabato caleranno in massa a parlare tutti insieme nella plenaria. Insomma un bordello dove chi grida più forte punta ad assicurasi la fetta più consistente o di audience giornalistica o di attenzione/contributo pubblico. Noi dobbiamo fare attenzione a non offrire alla Turco la meravigliosa occasione di stare nel mezzo di due ali estreme: da una parte i cattoliconi e dall'altra noi, con in mezzo i soliti noti, Don Ciotti, il CNCA, larghi strati

di Don Picchi e tutto il cattocomunismo già conosciuto.

4)

Se quello che ho detto prima sarà verificato in conferenza e visto che abbiamo/avete scelto di andarci in conferenza quello che bisogna evitare è proprio di stare al gioco delle parti che farebbe tanto comodo alle forze di Governo. Non dobbiamo fare l'ala estrema, il contraltare dei vari Don che si succederanno al microfono per urlare il loro messaggio contro la legalizzazione. A costo di nemmeno rispondere, e tirare dritti per la nostra strada, che deve essere, secondo me, di forte denuncia del passato, e delle responsabilità individuali di coloro che hanno gestito la questione droga in Italia, e di forte caratterizzazione delle nostre proposte sul piano della lotta alla criminalità e per l'ordine pubblico.

5)

La lotta contro la legalizzazione delle leggere è ormai diventato un baluardo per i cattolici: se li sentite o li leggete regolarmente vi renderete conto che in questo momento storico i cattolici (quasi tutti, con poche eccezioni) vivono i temi legati alla bioetica e alla legalizzazione delle droghe come vissero le battaglie sul divorzio e sull'aborto. Un argine contro la modernizzazione, contro la perdita di identità (che per loro è perdita di moralità). E' questione che non si può sottovalutare, da parte nostra, con qualche battuta: si tratta di un pezzo della trasformazione del rapporto tra cattolici e politica che tocca corde profonde dell'essere di tutti, in primo luogo dei cattolici. Nella testa di molti di costoro (penso a Giovanardi, per esempio, o a tutti i don, ma non ad AN) dietro la legalizzazione delle leggere si annida realmente IL MALE, e guardate che non voglio ne scherzare ne banalizzare. Ascoltateli bene e capirete che dietro alla pochezza delle argomentazioni razionali rimane solo una fort

e preoccupazione moralista, e basta.

6)

quello che è successo in parlamento ieri è un vero brutto scherzo al PDS ed alla sua politica egemonica rispetto all'intero settore. Non ho letto i vari documenti presentati e soprattutto quelli bocciati, ma non credo proprio che le differenze tra le varie posizioni siano così eclatanti. Il parlamento ha tolto la copertura politica alla Turco per le poche cose di novità che in Conferenza avrebbe voluto introdurre ed ha tolto al PDS (non alla maggioranza nel suo insieme ) ogni velleità di egemonia rispetto al settore assistenziale. Dietro al contrasto tra sinistra e destra c'è il conflitto tra referenti politici dell'assistenzialismo italiano. In questo senso il PDS rischia di diventare la DC del 2000. E questo gli ex DC non lo possono permettere, di destra o sinistra che siano.

 
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