Mi scuso per la lunghezza e la pesantezza di questo monologo al quale sono obbligato. Alcune parti erano già state inserite in precedenza su Agora, ma per comodità le ho risistemate in questo testo.
IL CORA
La dirigenza politica del CORA si è assottigliata oltre il minimo accettabile. Riassumendo:
Eric Picard (Segretario) ha svolto un consistente lavoro sull'impostazione della campagna in Belgio, ma non ha assunto sinora responsabilità di segreteria nei confronti dell'intera organizzazione;
Io (Tesoriere) sto a New York, mentre il Cora si era posto l'obiettivo di essere l'organizzazione degli antiproibizionisti in Europa;
Michel Hancisse (direzione politica) ha avuto la capacità di creare e di tenere insieme un consistente gruppo di iscritti e militanti in Belgio.
Jean-Luc Robert (direzione politica)segue il lavoro del Parlamento europeo sulle droghe.
Thierry Meyssan (direzione politica) ci ha aiutato nei nostri rapporti in Francia, ma non ha finora agito da responsabile politico dell'organizzazione.
Carmelo Palma (direzione politica) ha dato le dimissioni questa settimana per ragioni personali.
Fabrizio Starace (direzione politica) ha anch'egli dato le dimissioni questa settimana perchè ritiene il CORA organizzazione inadatta a portare avanti la lotta antiproibizionista, sovrapponendosi inutilmente al Partito a livello internazionale ed alla Lista a livello italiano.
Jean François Hory (Presidente d'onore) ha recentemente per la prima volta organizzato come CORA, un appuntamento pubblico in Francia.
Il conte Paul Boel (Presidente d'onore) è sempre pronto a sostenere le nostre iniziative in Belgio.
Si può dire che il soggetto politico CORA è ad oggi quasi paralizzato, e comunque assolutamente inadeguato per far fronte all'evolversi della situazione.
Il CORA però porta anche con sè un patrimonio che non va dilapidato. Con "patrimonio" mi riferisco alla cassa, agli iscritti, alla ditta, agli indirizzari, ed alle iniziative in corso. In Belgio ed in generale in Europa, il CORA è la sigla con la quale abbiamo operato negli ultimi anni sull'antiproibizionismo. Il CORAFAX raggiunge decine di organizzazioni antiproibizioniste in giro per il mondo e ultimamente sono aumentate le persone che si sono fatte vive per via telematica.
E' quindi necessario decidere se rivitalizzare il CORA con l'assunzione di nuove responsabilità di dirigenza oppure se organizzarne la chiusura. Ritornerò successivamente su questo punto.
ITALIA
Posto che l'obiettivo é quello di costringere il Parlamento a riformare la legge sulla droga, e che le azioni di disobbedienza civile sono la cosa più importante che sia stata realizzata, bisognerebbe tradurre il tutto in un "testo politico", in una campagna. La campagna dovrebbe avere come obiettivo il Parlamento ed il Governo, per la messa in discussione delle proposte di legge di iniziativa popolare giacenti da due anni e mezzo in Parlamento. Premesso che la vera incognita è senz'altro quella di quali e quante energie disponiamo e siamo in grado di mobilitare in questo momento (ma su questo non vedo altra possibilità se non quella di provarci), alcuni nodi da sciogliere sono:
- come formulare il collegamento (nei tempi, nei testi e negli interlocutori) tra processi da una parte e le pressioni sul Parlamento dall'altra;
- come agire rispetto al Governo;
- come agire rispetto alla raccolta firme del sinistra per la depenalizzazione del consumo e la legalizzazione delle droghe leggere.
Il nostro interesse mi pare quello di rendere il più possibile stretto il legame tra i vari punti di attacco "al palazzo". Sono stati finora redatti quattro testi inerenti ai processi:
* quello di Donvito in sostegno all'azione di disobbedienza civile di Pannella, sul quale sono state raccolte in Toscana circa 30.000 firme. Questo testo non individua un interlocutore specifico, ma le firme possono comunque essere utilizzate.
* L'appello di sostegno a Pannella elaborato in occasione del congresso Cora, che a molti e'parso troppo complesso ed elaborato, sul quale non abbiamo mai raccolto firme eccezion fatta per Pecoraro Scanio e un deputato svizzero che non so come l'abbia avuto.
* L'appello di sostegno a Pannella elaborato sulla base del precedente e sottoscritto da quaranta deputati europei.
* L'appello che si intitolava qualcosa come "la generazione della legalizzazione" e che si é tentato di distribuire nelle scuole a Roma in un paio d'occasioni senza grande successo.
Sulla questione Governo/sinistra credo che ci convenga dare massima visibilitá all'adesione alla raccolta firme di Forum (assicurata a settembre dal CORA), senza peró aspettare che la raccolta delle firme sia terminata per chiedere che le proposte di legge già da ora esistenti siano messe in discussione. Quando la "loro"campagna sará completata con le firme necessarie, questo sará un elemento di forza per le nostre richieste rispetto al Parlamento.
Sul Governo il ragionamento puó essere simile, nel senso che dobbiamo offrire apertamente la nostra collaborazione sulla questione depenalizzazione ed eroina terapeutica) in linea con l'apertura decisa dal CORA a marzo alla Conferenza di Napoli, e che successivamente non abbiamo avuto la forza di seguire e verificare nella puntualità delle richieste da noi avanzate.
L'ORGANIZZAZIONE
La Lista Pannella è oggi il soggetto politico che sta organizzando le iniziative di disobbedienza civile e le uscite di tavoli, soprattutto a Roma. Prima di partire con una vera e propria campagna di raccolta firme di cittadini e di personalità per fare pressione sul Parlamento, credo che vada deciso con quale soggetto politico operare. Ci sono tre possibilità:
- La Lista Pannella, come finora è stato fatto. La LP è l'unico soggetto che dispone delle risorse per organizzare una simile campagna; è però soggetto privo di vita statutaria.
- Il CORA, attraverso un congresso da organizzarsi entro Natale che attribuisca nuove responsabilità politiche, in particolare per chi ha trovato la motivazione per organizzare e vivere in prima persona le azioni di disobbedienza civile.
- Il Partito Radicale, che, come il CORA, avrebbe in tal caso bisogno di una robusta trasfusione di risorse umane e finanziarie dalla Lista per poter organizzare il fronte italiano.
Se si decide di continuare in Italia ad operare come Lista, proporrò ai residui organi che si sospenda l'attività italiana del CORA.
Per organizzare la costituzione di un fronte antiproibizionista in Parlamento si potrebbero chiedere adesioni a PAA (Parlamentari per l'Azione Antiproibizionista, campagna del CORA per la revisione delle Convenzioni internazionali, della quale sono formalmente ancora il coordinatore) o direttamente al CORA ed al PR;
PARLAMENTO EUROPEO
Il Parlamento euopeo vota martedi in commissione la proposta di raccomandazione di Hedy d'Ancona (suscitato da una iniziativa dei PAA) che chiede essenzialmente tre cose: revisione dellle convenzioni ONU per l'Assemblea generale di giugno 98, depenalizzazione delle droghe leggere e distribuzione controllata di eroina. É molto difficile, ma non impossibile, che un testo simile venga approvato in plenaria. Il voto finale avverrá verso fine anno e, pur non disponendo il Parlamento europeo di alcun potere effettivo nei confronti degli stati membri, potrebbe costituire un'indicazione politica di evidente importanza.
APPELLO DI PARIGI
A parte il lavoro all'interno del Parlamento europeo, l'unico strumento, per la verità un po'debole,di mobilitazione internazionale che abbiamo messo in piedi é l'appello di Parigi per la libertá terapeutica ed il diritto alle cure. L'appello, promosso dal CORA, é perlappunto una petizione al Parlamento europeo e chiede tra le altre cose la depenalizzazione del consumo di tutte le droghe e la libera prescrizione medica di eroina ai tossicodipendenti. Credo siano state raccolte circa 250 firme, soprattutto da Italia, Belgio e Francia, delle quali 150 circa sono di medici (di cui non piú di una decina molto noti nell'ambiente dei "riduzionisti del danno", qualche parlamentare ed il ministro Kouchner). La petizione va depositata al PE prima del voto in plenaria sul rapporto d'Ancona. L'idea originaria era quella di organizzare delle conferenze stampa di presentazione dell'Appello (anche se per ora i nomi non sono e sufficientemente importanti) almeno a Roma e a Bruxelles. La tappa successiva potrebbe essere que
lla di presentare al Parlamento europeo un vero e proprio testo legislativo (ad esempio una proposta di direttiva della Commissione) che estenda le politiche dell'Unione dal campo della prevenzione a quello della riduzione del danno, eroina terapeutica compresa.
EROINA TERAPEUTICA
La questione eroina terapeutica sta vivendo una situazione di particolare attenzione e va usata anche per evitare che il problema legalizzazione venga ridotto alla questione droghe leggere. Il Governo olandese ha annunciato che l'anno prossimo partirá un progetto che coinvolgerá 50 eroinomani. Anche il Lussemburgo mi pare abbia dato un'indicazione simile, e i capi di polizia delle piú grandi cittá tedesche hanno chiesto lo stesso. In Belgio esiste un progetto per la cittá di Liegi che é tuttora bloccato dal Ministro della sanitá (tra l'altro a Liegi vi sono alcuni iscritti al Cora che potrebbero occuparsi della cosa in sede locale). Considerata la buona rete di comuni che avevano approvato la "mozione Palma", nonché la sensibilitá dell'ONU all'argomento (il caso "Zurigo" ha scatenato polemiche a Vienna), ci sarebbero tutte le condizioni "esterne" per dare un'accellerata al nostro impegno. La fase finale potrebbe consistere in azioni di disobbedienza civile sull'eroina (vedi seguito).
LA CAMPAGNA PARLAMENTARE INTERNAZIONALE
Sul fronte parlamentare si potrebbe cercare di estendere fuori dal Parlamento europeo le adesioni all'appello in sostegno alle azioni di disobbedienza civile e le adesioni a PAA.
Il Corafax (direttore Donvito)e i web del Cora e del Partito sono gli strumenti dei quali attualmente disponiamo per diffondere a costo limitato le informazioni sulle iniziative in corso.
Per contattare i parlamentari in giro per l'Europa potremmo fare un giornale incentrato sulle azioni di disobbedienza civile.
Una novità positiva arriva da Nadelman. Ad agosto ci aveva proposto di pubblicare a spese nostre un testo di Reinarmann dove si confutava punto per punto il proibizionista USA Califano in una polemica di un anno fa con Emma. Ora invece si offre di pubblicare, a spese del Lindesmith Center e a nome nostro, 1000 / 2000 copie di quel testo, che spedirebbe a Bruxelles. Noi le potremmo usare accompagnandole con una lettera, firmata dalla stessa Emma o dai PAA, da mandare a tutti I deputati del Parlamento europeo, olandese, belga e britannico, più ad un elenco di giornalisti.
NAZIONI UNITE (L'AGENDA)
L'8-9-10 giugno 1998 si terrà a New York la Sessione speciale dell'Assemblea generale dell'ONU sulla questione droghe ("narcotic drugs" è il termine utilizzato).
Si prevede che l'Assemblea generale approverà:
1) Una dichiarazione politica che (parola di Arlacchi) "riaffermi il forte impegno degli Stati membri di considerare il controllo delle droghe come loro priorità a livello sia nazionale sia internazionale"; tale dichiarazione, che pare sia già stata redatta nei suoi elementi essenziali, sarà formalmente proposta dalla Commissione droghe che, in veste di comitato preparatorio dell'Assemblea Generale, si riunirà a Vienna a febbraio;
2) Una dichiarazione sui principi guida di riduzione della domanda, già preparata dalla Commissione droghe all'inizio di ottobre (il Partito Radicale Transnazionale era presente e ha consegnato un intervento scritto);
3) Una serie di proposte per il rafforzamento del sistema internazionale di controllo delle droghe. In particolare sono già stati affrontati dalla Commisssione droghe i seguenti temi (su ciascuno dei quali il partito è stata l'unica NGO che ha preso la parola è che ha distribuito ai delegati copia dell'intervento):
- droghe sintetiche;
- precursori chimici (sostanze chimiche "ausiliarie" nella produzione di droghe);
- cooperazione giudiziaria internazionale;
- lotta al reciclaggio di danaro sporco;
L'unico punto che la Commissione droghe deve ancora trattare è quello delle politiche di eradicazione delle coltivazioni illecite (5 dicembre).
Il 3 e 4 dicembre la Commissione droghe approverà anche il bilancio del cosiddetto Programma delle Nazioni Unite di Controllo delle Droghe (UNDCP), cioè l'organo operativo dell'ONU sotto la direzione di Arlacchi. Il bilancio dell'UNDCP e coperto solo per il 10% dal budget ordinario dell'ONU. Il 90%, cioè la quasi totalità della spesa per i programmi operativi in loco, è coperta da donazioni "straordinarie" da parte di alcuni Stati membri. L'Italia in particolare è il maggiore finanziatore dell'UNDCP.
Segnalo che uno dei grandi progetti previsti per l'anno prossimo è quello del finanziamento del presunto impegno dei Talebani in Afghanistan nella lotta contro la produzione di droghe. Uno degli alti funzionari dell'UNDCP con il quale ho parlato, tale De Fondaumiere, conosceva molto bene il Partito radicale e lo identificava con Emma e la sua polemica con Arlacchi.
Per finire segnalo, anche l'anno prossimo il 26 giugno sarà giornata mondiale per la lotta alla droga.
NAZIONI UNITE / USA: INIZIATIVE POSSIBILI
Intervenendo davanti al terzo comitato delle Nazioni Unite Arlacchi, sollecitato da una domanda del delegato della Turchia, ha ricordato che finora nessuno Stato membro ha legalizzato alcunchè nè ha ritirato il proprio impegno a rispettare le Convenzioni.
Effettivamente in nessuna delle riunioni da noi seguite vi è stato alcun acceno di critica al sistema proibizionista. Mi pare dunque che non si possa realisticamente prevedere di incidere sul processo istituzionale, in buonissima parte già completato, di preparazione dell'Assemblea generale di giugno.
I testi che saranno approvati a giugno avranno un valore politico senz'altro rilevante, visto che la quasi totalità dei Paesi del mondo concorderanno con la continuazione della "guerra alla droga", ma nessuno effetto giuridicamente "obbligatorio" per gli Stati membri.
Per quanto riguarda le NGO, non vi è finora segnale di grande mobilitazione. Esistono due Comitati di NGO, a Vienna e a New York, che non paiono dotati di una strategia definita (anche se va detto che ne abbiamo da poco scoperto l'esistenza). Esiste una rete di organizzazioni, delle quali fa parte il gruppo Abele, che propongono la revisione delle Convenzioni internazionali sulla base della necessità di rispettare le diversità culturali e i diversi modelli di sviluppo propri di ciascun Paese. Cercheremo di capirne qualcosa di più in una riunione che questi terranno tra breve a Torino.
Il Partito Radicale Transnazionale potrebbe, grazie anche al suo status consultivo di I categoria al Comitato Economico e Sociale, raggruppare le organizzazioni in favore della revisione in senso antiproibizionista delle Convenzioni internazionali. La forma potrebbe essere quella di una "coalition" sul modello di quella esistente per il Tribunale internazionale, che abbia semplicemente lo scopo di "connettere" le varie organizzazioni, anche quelle che hanno obiettivi "parziali" (riduzione del danno, depenalizzazione, marijuana terapeuticaecc...), per l'organizzazione di una manifestazione "anti-Convenzioni ONU" l'8 giugno a New York, accompagnata da parallela "mobilitazione telematica".
L'organizzazione della "coalition" ci consentirebbe di entrare in contatto con soggetti potenzialmente "sensibili" anche rispetto alle azioni nonviolente che la lista Pannella sta portando avanti in Italia. In particolare potremmo cercare di aprire un fronte Stati Uniti, verificando la consistenza della disponibilità che sta mostrando Nadelman.
L'ORGANIZZAZIONE DELLA CAMPAGNA INTERNAZIONALE
Una data per la quale si potrebbe sperare di organizzare un grosso evento di livello internazionale sul quale far fare un salto di qualità alla mobilitazione internazionale è quella del 26 giugno, giornata mondiale contro le droghe. L'evento (suggerisce Perduca) potrebbe essere un concerto internazionale a Roma, con manifestazione e azioni di disobbedienza civile con coinvolgimento di cittadini stranieri.
Credo che per quella data potremmo anche essere pronti a lanciare una disobbedienza civile ancora più grave, difficile e scandalosa: sul modello di quanto si fece per l'aborto, si potrebbero mettere in piedi centri clandestini di somministrazione di eroina sotto controllo medico, dei quali dichiararci responsabili. Anche sul piano internazionale è importante stabilire quale soggetto politico sia più appropriato per organizzare la lotta.
Come Cora, pur non essendo riusciti da dicembre ad oggi a fare significativi passi in avanti nella costituzione dell'organizzazione degli antiproibizionisti in Europa, abbiamo saputo tracciare un percorso politico chiaro che integra gli obiettivi nazionali a quelli internazionali, gli obiettivi di legalizzazione dura a quelli di piena realizzazione di politiche di riduzione del danno, ed abbiamo comunque aperto alcune piste ed alcuni contatti che potrebbero rivelarsi decisivi per ció che accade in Italia e per il ruolo che possiamo giocare. In particolare da Bruxelles è stato fatto molto, anche come organizzazione di riunioni e attività militante, da parte del gruppetto di persone che hanno lavorato intorno al Cora.
La dimensione assunta dalla campagna rende ancora più inadeguato quel gruppo, che necessita ora di agire "facendo i conti" con le iniziative di disobbedienza civile in Italia e lavorando assieme al Partito alla struttura parlamentare.
Io ritengo necessario agganciare nei fatti il più possibile il CORA (con PAA) ed il Partito.
Una possibilità sarebbe quella di programmare che, in occasione del prossimo congresso del Partito, anche il Cora tenga il suo congresso per confluire formalmente nel Partito. Fino ad allora il nome del CORA e quello del Partito potrebbero essere usati insieme oppure alternativamente a seconda delle opportunità del momento.
Se lo si scegliesse, questo percorso di assorbimento del CORA nel Partito potrebbe accrescere la capacità dei radicali antiproibizionisti di agire come "organizzazione politica", a condizione che tale processo sia concordato dai rispettivi organi dirigenti e che il Partito assegni e faccia vivere al suo interno responsabilità formali anche pubbliche alle persone che in questi mesi hanno speso le loro energie nelle iniziative antiproibizioniste del Partito e del CORA, in Belgio, al Parlamento europeo ed all'ONU.
L'altra possibilità è quella di rafforzare e rilanciare il progetto di CORA come organizzazione degli antiproibizionisti in Europa, definendo però anche formalmente delle responsabilità del Partito, dei parlamentari e dei protagonisti delle azioni di disobbedienza civile nella "dirigenza" CORA.
Un'occasione potrebbe essere la riunione al parlamento a dicembre oppure la convocazione del congresso italiano di cui sopra.
Marco