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Conferenza Segreteria CORA
Partito Radicale Marco - 8 aprile 1998
CONGRESSO CORA

Condivido totalmente la premessa di Maurizio: o decidiamo subito, oppure il Congresso di Parigi a giugno non si fa.

Sul resto ho le idee meno chiare, e provo a fare una sintesi.

In dicembre, se vi ricordate, avevo proposto di organizzare il Congresso in due sessioni, a Bruxelles e a Roma. La proposta era senz'altro poco realistica, ma alcune delle ragioni che sollevavo come "urgenti" non si sono nel frattempo risolte, anzi si sono aggravate.

Il problema dei problemi era quello delle risorse umane, in particolare di carenza di persone che operassero con responsabilità politiche nel Cora. A quei tempi avevamo appena ricevuto le dimissioni di Starace e Palma, e si poneva il problema di integrare nuove risorse. La situazione oggi mi pare peggiorata. Il Segretario e' sempre meno in grado di svolgere il suo ruolo, per non parlare del Tesoriere oltreoceano. Jean-Luc non ha assunto responsabilita' "dirigenti", in particolare attraverso la coordinazione dei PAA, come avevamo a suo tempo deciso. L'unica persona per la quale il ruolo formale coincide con un impegno sostanziale e' Michel.

Le conseguenze di questa situazione non potevano non essere pesanti in termini di iniziativa politica. Permettetemi di fare il punto:

1) Appello di Parigi: consegnato al Parlamento europeo, ma politicamente abbandonato.

2) Parlamento europeo: sul fronte Rapporto d'Ancona il ruolo del CORA come titolare dei PAA e'scomparso.

3) Proposte di legge in Italia: non si sa piu' nulla della raccolta firme "con la sinistra", e nemmeno stiamo esercitando alcuna pressione sul dibattito parlamentare.

4) Governo italiano: con gli esposti stiamo trovando un buon punto di attacco da rafforzare, grazie soprattutto a Giulio.

5) Processi-disobbedienza civile: siamo presenti con tavoli e striscioni davanti ai tribunali, ma senza altro tipo di contributi politici o organizzativi.

6) Belgio: spentosi il fronte parlamentare, stiamo cercando di aprire quello dell'eroina terapeutica.

7) Francia: grande interesse per il progetto Cora da parte dei responsabili di varie organizzazioni e partiti.

8) Russia: si e' costituito il Cora in Russia, con reazioni che paiono promettenti.

9) il Corafax arriva quasi dappertutto negli ambienti antiproibizionisti.

10) Iscrizioni e contributi non italiani quasi inesistenti.

11) Flusso di iscrizioni italiane ottimo, quasi esclusivamente derivante dal telemarketing.

Questa sintesi potra' essere incompleta, ingiusta o ingenerosa, ma e' quella che io ho in mente, e che mi fa portare a una conclusione: l'obiettivo di costituire l'organizzazione degli antiproibizionisti in Europa si sta allontanando invece che avvicinarsi. Se non si fa un congresso urgentemente, la chiusura (nel senso di cessazione di ogni capacita' di produrre politica organizzata) sara' realizzata nei fatti, senza che nessuno lo decida.

Ecco perche' io dico una cosa diversa rispetto a Maurizio: il Congresso si deve fare a Giugno a Parigi, ma se non ce la facessimo a farlo a Parigi, il Congresso lo dobbiamo fare comunque, a costo di farlo a Roma. Perche' altrimenti ci troveremo a settembre a parlare di congresso di dicembre, con sempre meno persone per parlarne.

QUALE CONGRESSO

Maurizio dice: Il Congresso dev'essere DEL Cora e non SUL Cora. Non fa una piega. Per cui va benissimo arrivare con un progetto politico e delle proposte di azione.

Ed e' proprio parlando di contenuti politici che non mi pare possibile eludere, come fa Maurizio, il problema dei rapporti con il Partito Radicale. Credo di capire il suo ragionamento: il problema e' del Partito non nostro, vista la situazione del Partito in termini statutari e di strategia, e visto che il CORA si occupa d'altro rispetto al Partito, occupandosi di Europa e non di ONU.

Questa distinzione Europa / ONU non mi pare regga. Denunciare il proibizionismo come crimine contro l'umanita' e' un obiettivo di dimensione europea? La manifestazione di Londra era mondiale? Ovviamente la risposta e' due volte "no".

La possibilita' di tranciare le competenze tra europee e mondiali nella realta' non esiste.

L'unica istituzione "europea" con un minimo di poteri e' l'Unione europea. Rispetto all'UE, le due campagne che avevamo aperto, quella sul Parlamento e quella sulla liberta' terapeutica sono, come Cora, interrotte. Questo non vuol dire che non si possano riaprire, ovviamente.

La terza campagna possibile, e non me ne vengono in mente altre, e' quella relativa alle elezioni europee. Qui il discorso si fa senz'altro interessante, anche perche' questo e' un terreno sul quale il partito non puo' agire direttamente.

Questi tre fronti sono tutto quello che c'e' di propriamente europeo. Il resto, cioe' l'organizzazione di antiproibizionisti su obiettivi antiproibizionisti, non ha nessuna ragione per essere europeo piu' di quanto non ne abbia per essere comunale, regionale, nazionale o internazionale. In una parola: transnazionale. Le denunce sui Sert, le manifestazioni di sostegno a Marco, le azioni in Belgio, il Corafax o il Cora in Russia, i contatti in Francia non hanno come connotato principale, e a volte nemmeno collaterale, quello di essere europee. Sono del Cora, come organizzazione di antiproibizionisti, punto. Se le azioni sono quelle di manifestare davanti ai parlamenti o fare pressione sui governi, non c'e' nessuna ragione perche' gli antiproibizionisti in Marocco e in Venezuela siano, quando li troveremo, "organizzati" sotto sigle radicali diverse da quelli russi o italiani. Tutto potrebbe benissimo essere fatto come Cora, cosiccome tutto potrebbe benissimo essere fatto come partito.

Mi si dira': "e allora perche' non lo fa il partito?". E magari poi mi si accusera' di voler chiudere il Cora e con esso chiudere quanto esiste come Cora, senza che il partito non si sia gia' messo a fare quello che potrebbe fare e che non fa (anche se la manifestazione di Londra mi pare un fatto nuovo e positivo rispetto all' impegno del partito).

Questa obiezione, che mi sono fatto da solo in via preventiva, mi porta a concludere che i dirigenti del Cora (?) dovrebbero chiamare il Congresso a:

1- Decidere se promuovere la presentazione di liste antiproibizioniste alle elezioni europee.

2- Decidere una strategia di lotta antiproibizionista per il prossimo anno e mezzo.

3- Decidere una forma organizzativa adeguata a raggiungere tali obiettivi.

Il partito potra' ovviamente proporre al Congresso del Cora che sia il partito stesso a farsi carico dei punti 2 e 3, e sara' il Congresso a decidere. Non vi nascondo che io mi auguro che il partito lo faccia, e questo proporro' alla giunta informale del partito.

Per quanto riguarda il mio impegno personale, come sapete, essendo io "all'ONU", di quello mi sto occupando, e con Perduca abbiamo prodotto interventi e documentazione su tutti gli argomenti di competenza dell' ONU. Abbiamo anche tenuto i contatti con le organizzazioni piu' o meno antiproibizioniste in giro per il mondo in vista di questa sessione speciale dell'assemblea generale e delle giornate mondiali per le alternative alla guerra alle droghe.

Ora , questo lavoro che stiamo facendo, e che faremo almeno fino a giugno, serve o non serve per organizzare gli antiproibizionisti in Europa e/o per denunciare le violazioni dei diritti fondamentali della persona perpetrate in nome del proibizionismo? La liberta' di espressione che si chiede per la Francia non e' per caso la stessa minacciata a livello internazionale dall'International Narcotic Control Board, come Maurizio denuncia a puntate sull'Opinione?

Ma forse la confusione è soltanto mia.

 
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