Radicali.it - sito ufficiale di Radicali Italiani
Notizie Radicali, il giornale telematico di Radicali Italiani
cerca [dal 1999]


i testi dal 1955 al 1998

  RSS
sab 12 lug. 2025
[ cerca in archivio ] ARCHIVIO STORICO RADICALE
Conferenza Segreteria CORA
Radio Radicale Roberto - 14 aprile 1998
CONGRESSO

Provo anch'io a buttare li' qualche considerazione sperando di essere utile al cosiddetto "dibattito precongressuale", ma senza pretese di compiutezza. Diciamo che sono appunti per un possibile successivo approfondimento.

Ho gia' detto che condivido quanto scritto da Maurizio. Aggiungo solo che ora Pasqua e' passata e che, ad oggi, mantenendo il 5 come primo giorno del congresso, mancano 53 giorni all'apertura dei lavori: meno di due mesi.

Come Maurizio non si stanca di ripetere - e come ha scritto anche Cappato - il problema forse maggiore che abbiamo di fronte (non nuovo, del resto, anzi direi ricorrente nella nostra storia) e' quello delle risorse umane, o, meglio, di chi vede il Cora come propria priorita'. Oggi, rispetto, al passato, nella situazione in cui ci troviamo, la questione assume una valenza particolare: non si puo', credo, nemmeno lontanamente pensare all'organizzazione europea degli antiproibizionisti se non troviamo un gruppo di persone che abbiano questa priorita' e decidano di farne motivo prioritario della loro iniziativa politica.

Per quanto riguarda i "lavori in corso" elencati da Cappato, vorrei fare qualche osservazione.

Sui processi: credo che sia difficile immaginare altro che tavoli, "presidi" davanti ai tribunali, petizioni di sostegno, volantinaggi, ecc. (oltre a trasmissioni a RR e comunicati stampa che almeno fanno venire qualche telecamera, qualche fotografo e qualche agenzia). D'altra parte, questa minima presenza del CORA attorno ai processi e' anche l'unica che si e' registrata: ne' la Lista Pannella, ne' il PR hanno deciso, in quanto tali, di fare altrettanto. Senza contare che il CORA ha fornito il "materiale scientifico" per istruire almeno il processo per piazza Navona, che allo stato risulta essere quello maggiormente suscettibile di produrre esiti interessanti, se non positivi. (Nota a margine: puo' apparire singolare ragionare per sigle, ma finche' esiste il soggetto politico "Cora" e con una sua specificita' non ci vedo nulla di strano).

Sulle proposte di legge: io continuo a pensare che 5000 firme (il 10% di quelle necessarie) potevano essere un obiettivo alla nostra portata. Sull'adesione all'iniziativa di Forum non c'e' stata unanimita' in direzione e, forse anche per questo, mancando quindi un impegno condiviso al "vertice", dalla "base" non sono venute quasi adesioni o spinte alla mobilitazione. Qui c'e' poco da perdere tempo: ormai e' andata cosi' e non vedo come potremmo ovviare.

Sulle iscrizioni: sul''evidenza che arrivano quasi esclusivamente dal telemarketing mi sembra si possa fare anche una considerazione positiva, nel senso che comunque attestano una fiducia nella nostra azione politica nonostante la mancanza di iniziative evidenti (o di iniziative tout court).

Russia: e' nato il Cora in Russia? E quando? Perche' non l'abbiamo annunciato? Dopo Cora-Italia e Cora-Belgique ora esiste anche Cora-Russia?

Sul fronte PE/UE, come dice Cappato, l'iniziativa si puo' sempre riprendere, ma si torna sempre al punto delle priorita'.

Sul fronte interno italiano, l'iniziativa esposti e' ottima ma e' arrivato il momento - come per altro gia' osservato da altri - di alzare il tiro e renderlo piu' duro, pur senza far saltare i ponti attorno noi (non per il momento, almeno).

Occorre a mio giudizio anche fare una considerazione piu' generale: la realta' e' che da almeno tre anni, la "casa radicale" appare incapace di elaborare una strategia complessiva. Si vive sull'emergenza, spesso nemmeno determinata da noi, col risultato che il fronte italiano finisce per condizionare ogni cosa, nel piccolo e nel grande. Solo che la struttura e' sempre quella e i militanti pure, anzi sono sempre meno (e si fa fatica ad attrarne di nuovi). Di tutto questo non mi pare che si discuta come si dovrebbe (cosi' come non mi pare si accenni mai alla evidente sospensione dello statuto del partito, la quale avra' sicuramente piu' di una spiegazione certamente condivisibile, ma che, appunto, non viene condivisa con coloro ai quali poi si chiede l'iscrizione).

Detto questo, c'e' un appunto su cui non sono del tutto d'accordo con Cappato: il rischio e' si' che la chiusura del Cora si realizzi nei fatti, ma non precipiterei le cose. Il congresso e' urgente e, per quanto mi riguarda, resta il principale obiettivo delle prossime settimane, ma non penso che si debba fare comunque, eventualmente anche a Roma: non se deve essere il congresso DEL Cora, per l'organizzazione europea degli antiproibizionisti.

Se il congresso a giugno non e' possibile, possiamo comunque pensare ad una iniziativa europea a Parigi - Parigi capitale della mobilitazione antiproibizionista internazionale in vista della conferenza dell'Onu - che serva anche a fissare/lanciare per l'autunno il congresso del Cora, "per l'organizzazione europea degli antiproibizionisti".

A Bruxelles in dicembre era stato deciso che a gennaio avremmo comunque annunciato il congresso, per cominciare a raccogliere adesioni e reazioni. Immagino che ci sia stato piu' di un motivo valido per non averlo annunciato (non escluso quel signore alto coi capelli bianchi), non di meno mi pare un errore non averlo fatto.

Altra questione importante: il rapporto con il partito. Capisco bene l'obiezione di Cappato a Maurizio, ma d'altronde se il partito non (si) chiarisce prima che vuol fare, quali rapporti vuole o no avere con le associazioni, di che discutiamo? E qui si ripassa, secondo me, dalla questione della mancanza di una strategia complessiva del partito, al fatto che due anni fa doveva esserci un congresso che non c'e' stato e nessuno sa perche' (o almeno io non lo so). Come puo' il partito "decidere una strategia di lotta antiproibizionista per il prossimo anno e mezzo" e "decidere una forma organizzativa adeguata" a raggiungerli se non in un congresso (che decida, quindi, anche il rapporto con le associazioni)? E noi in attesa del congresso del partito che facciamo? Rinviamo il congresso del Cora? Ne facciamo uno pro-forma in attesa di capire che fa il partito? Non mi paiono alternative praticabili. E non credo nemmeno che cio' significhi eludere la questione del rapporto tra Cora e Pr. Anzi, penso che fare il congr

esso del Cora, un congresso vero, puo' aiutare a definire il rapporto - qualunque rapporto - da stabilire tra le due organizzazioni e a comprendere e delineare i destini del Cora medesimo.

Sono d'accordo con Maurizio e con Cappato, che al congresso bisogna arrivare con uno slogan, un progetto politico, proposte di iniziativa e un'idea di uscita dal congresso stesso (cioe' chi fa che cosa, evitando di trovare un segretario alle cinque del mattino dell'ultimo giorno dei lavori). Per questo, tra l'altro, direi di organizzare al piu' presto una riunione della direzione allargata, di almeno due giorni pieni, per decidere come organizzare politicamente il congresso (se a Roma, a Milano, a Bruxelles o a Parigi, dipendera' solo dalla disponibilita' finanziaria).

Ragionare sullo scopo di cio' che facciamo, cioe', per usare le parole di Cappato, se il Cora serve per organizzare gli antiproibizionisti in Europa e' una delle cose che dobbiamo fare di qui al congresso. Per cui e' necessario che la discussione tra noi (intendo dire tra chi in qualche modo rappresenta un sorta di direzione politica informale, che tra l'altro ha supplito in questi mesi a quella formalmente eletta dal congresso di Bruxelles).

Un ultimo "appunto" sulle elezioni europee: per ora continuo a pensare che l'idea di presentare liste antiproibizioniste radicali (e sottolineo radicali) in Italia e dove si riuscisse a farlo in altri paesi, potrebbe rappresentare per il panorama politica dell'UE quello che nove anni fa la stessa cosa ha rappresentato per il panorama politico italiano. Ma bisogna cominciare a lavorarci ora, perche' e' fuori discussione che il CORA da solo possa promuovere una cosa del genere.

Per ora e' tutto, altro mi verra' certamente in mente leggendo repliche o nuovi interventi. Ma - ripeto - intanto e' prioritario decidere SE, QUANDO e DOVE tenere il congresso.

 
Argomenti correlati:
stampa questo documento invia questa pagina per mail