e' preoccupante quando -come dice lo spagnoletto- non viene in mente altro in vista di un congresso che, come tutti i congressi, sembra che sia piu' decisivo di qualunque altro.E' questo lo slancio con cui si portano a Parigi un po' d'italiani? Per farli incontrare con un po' di belgi che comunque sarebbero venuti anche in Italia?
Sull'idea antiproibizionista, o si porta Clinton e/o Blair a parlarne, oppure si fa la sfilata dei soliti noti. Credo che esista anche un conformismo dell'antiproibizionismo, ed e' quello in cui -nolenti- siamo anche noi.
Lo slancio e il ritmo della lotta potrebbero essere l'aspirina della situazione ..... ma per il trapianto vero e proprio ci sono difficolta'.
Non farebbe notizia neanche la presenza di Soros (ricordate quando e' stato a Parigi per il tribunale internazionale: cagato di striscio da un stampa puzzolente ...).
Certo il paginone di Le Monde di domenica sulla Bonino, fa riflettere ... ma oltre non mi fa andare. Aspetto interpretazioni.
Scusate se insisto, ma nonostante le belle parole di Maurizio, continuo a non capire perche' dovremmo farci la gita a Parigi, e non, invece, utilizzare energia e denaro per le fondamenta del movimento antiproibizionista li' dove c'e' gia' il terreno, e non su un aereo in volo.
Attenzione, non parlo di robaccia italiota, ma sempre transnazionale, ma partendo da chi c'e', portandolo in lotta DANDOGLI VOCE E POTERE e non considerandolo solo "carne da tavolo" .... come e' stato fatto anche con le distribuzioni romane (no comment su quella milanese e bolognese) di cannabis, per cui, alla fine, sono rimaste li', patrimonio delle lotte di una sola persona.
Due pensieri ... buttati li' .. per farli leggere a dieci persone .....